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Allergie: parola dell’allergologo Filippo Fassio

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Nel mio giardino d’inverno mancava una voce importante, utile per chi di voi mi segue da tempo e anche per la sottoscritta, ed è quella dell’allergologo. Sono felice quindi oggi di ospitare il contributo del dottor Filippo Fassio, che sono sicura in molti già conosceranno come curatore del blog L’allergologo.

Ho 45 anni e da sempre vivo in compagnia delle allergie. Una volta non erano così conosciute (parlo degli anni ’70 quand’ero bambina io). Secondo te perché sono aumentate? Perché siamo più fragili? O quali possono essere le cause?

L’aumento delle allergie è un fatto ormai documentato, soprattutto nei Paesi industrializzati. Tra le numerose ipotesi che sono state fatte, quella ancora oggi più accreditata è la cosiddetta “ipotesi igienica”, formulata ormai una trentina di anni fa dal Dr. David Strachan. In particolare questa teoria – poi in parte rivista alla luce degli aggiornamenti scientifici – sostiene che in una società dove ci si ammala meno come la nostra, è più facile che il sistema immunitario “devii” verso una deriva allergica. A livello biologico sappiamo che nei soggetti allergici predominano le risposte immunitarie con particolari linfociti chiamati “Th2”, e un basso numero di infezioni può favorire questo tipo di risposta immunologica. Quindi ambienti più puliti, case con meno occupanti (e quindi meno ricircolo di batteri e virus tra i fratelli), ricorso agli antibiotici, ecc…sono tutti fattori che favoriscono in un certo senso le allergie.

– Ci sono vari tipi di allergie, più o meno invasive nelle vita di tutti i giorni: secondo la tua esperienza di medico quali sono le più insidiose e come suggerisci ai suoi pazienti di comportarsi?

Le allergie dipendono sempre dall’interazione tra il sistema immunitario del soggetto e il contatto con un allergene. Nella mia esperienza, è veramente difficile – forse impossibile – generalizzare e applicare rimedi “standard” a due soggetti con forme allergiche a prima vista anche abbastanza simili. Indubbiamente gli allergeni che possono causare maggiori problemi sono quelli in grado di scatenare reazioni gravi (anche fatali, come lo shock anafilattico) e quindi gli alimenti, i farmaci ed il veleno degli insetti. Ma non è semplice convivere con nessuna allergia, anche quelle che non mettono direttamente a rischio la vita. Il mio consiglio è quello di percorrere insieme al proprio allergologo di riferimento un percorso per gestire al meglio queste problematiche. Purtroppo non sempre possiamo “guarire” nel senso più pieno del termine, ma si possono sempre più spesso gestire queste forme allergiche con terapie ben tollerate e sempre meno limitazioni nella vita quotidiana.

– Nel mio caso specifico le reazioni allergie tendono a peggiorare nel tempo e, di controllo in controllo, il numero delle mie allergie stanno aumentando e peggiorando. E’ la norma oppure, di solito, con il passare del tempo succede l’opposto? In buona sostanza, di allergie si può guarire?

E’ vero, è facile che le allergie tendano ad aumentare con il tempo, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti. Poi con il tempo tendono a stabilizzarsi e possono un po’ diminuire più avanti negli anni. Questa non è necessariamente la regola per tutti, ma spesso funziona così. Per quanto riguarda la guarigione, se per essa intendiamo la scomparsa dei sintomi senza più il ricorso a terapie sintomatiche…questo non è un obiettivo facile. Nel caso di alcune allergie, ad esempio quelle respiratorie (pollini, acari della polvere, animali, ecc.) si possono effettuare terapie desensibilizzanti (i cosiddetti “vaccini”) che richiedono un po’ di tempo e di costanza, ma i cui effetti sono permanenti anche dopo il completamento della terapia. Questo è quanto di più vicino alla guarigione possiamo avere. E queste terapie funzionano molto bene, soprattutto in alcuni soggetti selezionati.

– Sono un’allergica sui generis: mi definisco un cocktali di allergie. Cosa consigli a chi come me ad un certo punto perde la bussola e fatica a trovare la causa delle sue reazioni?

Questo è un rischio molto comune quando le allergie e le reazioni sono molteplici. Il consiglio è quello di non lasciarsi tentare dall’attribuire ad ogni episodio necessariamente una causa scatenante. Perchè non sempre la reazione è dovuta all’ultimo alimento che si è mangiato o all’ultimo farmaco che è stato assunto. Mi è capitato non di rado di vedere persone che potevano avere reazioni anche spontanee e che nel tempo erano arrivati ad escludere dall’alimentazione quasi tutto (in un caso anche l’acqua!) perchè attribuivano gli episodi all’ultima cosa che avevano mangiato o bevuto. In questo, il supporto di un allergologo esperto può sicuramente essere d’aiuto.

– Ricorrere per lunghi periodi ai farmaci rischia di indebolire sempre più il sistema immunitario?

Ogni farmaco fa storia a sè, tuttavia ti direi che i farmaci che comunemente si usano per le allergie (quelli consigliati dalle linee guida internazionali) sono oggi molto efficaci ma anche ben tollerati, e praticamente non hanno effetti avversi significativi.

– Sei favorevole alle terapie alternative? Se sì, a quali? E perché?

Personalmente non faccio ricorso alle terapie alternative, nè come medico nè come paziente. Non sono quindi particolarmente favorevole, soprattutto perchè scientificamente non è mai stato dimostrato il loro ruolo. Al tempo stesso, non sono nemmeno contrario e non ho preclusioni se un mio paziente vuole seguire anche un percorso “alternativo”. In questi casi, mi assicuro sempre che tale percorso non possa essere controproducente (ad esempio per un soggetto allergico ai pollini i rimedi fitoterapici, che derivano dalle piante, non sono l’ideale). E tra i rimedi alternativi, alcune esperienze con l’agopuntura, anche nei soggetti allergici hanno portato risultati interessanti.

– Secondo te, se sì, quanto l’aspetto emotivo influenza sintomi e reazioni allergiche?

Dipende molto da persona a persona. E’ bene cercare di capire quanto l’aspetto emotivo influisce (anche se spesso è assai difficile), tuttavia non mi piace scorporare questo aspetto dal resto del problema, perchè direttamente o indirettamente ne fa parte. Il paziente allergico oltre ai sintomi “biologici” dell’allergia ha anche uno stato d’animo che riflette le esperienze passate e le paure per future reazioni, le difficoltà legate alle rinunce che deve fare nell’alimentazione e molto altro. E questo è un aspetto che deve essere considerato, e affrontato, insieme a tutto il resto. Quello che non sopporto, è quando i pazienti mi dicono che è stato detto loro che hanno reazioni “da stress”…perchè su nessun libro di medicina esistono le allergie da stress! E’ sicuramente vero che lo stress può influenzare le reazioni, a volte anche in maniera importante, ma non è mai l’unica causa. E comunque, dire al paziente che ha reazioni “perchè è stressato” serve solo a colpevolizzarlo di una situazione che già deve sopportare ogni giorno.

– Sono stata molto colpita da “Come una pentola a pressione” del dott. Speciani, edito da Tecniche nuove nel 2014, e dall’idea che lo svezzamento possa avvenire anche da grandi in caso di allergie. Nelle due volte in cui sotto controllo medico ho provato ad inserire nuovi alimenti, sono sempre dovuto tornare sui miei passi. La domanda allora è: cosa ne pensi della desensibilizzazione? Quando è possibile e quando no?

Anche in questo caso è veramente impossibile generalizzare. Non ho letto il libro a cui fai riferimento, ma mi riprometto di farlo nelle prossime settimane. Devo dire comunque che non mi ritrovo particolarmente negli scritti e nelle idee del Dr. Speciani, per quanto ho avuto modo di leggere, soprattutto perchè fa riferimento a tecniche diagnostiche non scientificamente validate. In particolare, ho letto diverse volte che supporta l’uso dei test basati sulle IgG per la diagnosi di intolleranze alimentari. Ad oggi questo è un approccio assolutamente sconsigliato dalla comunità scientifica (a questo link (http://www.eaaci.org/patients/diagnosis-and-treatment/non-validated-tests.html, in inglese, trovi la posizione ufficiale dell’Accademia Europea di Allergologia ed Immunologia Clinica, EAACI). Di conseguenza, ogni decisione terapeutica (anche dietetica) basata su una diagnosi incerta è a mio avviso sconsigliabile.

– Per finire, potresti suggerire ai lettori del mio giardino d’inverno virtuale qualche consiglio per vivere meglio con le allergie?

Posso consigliare di non arrendersi, perché oggi abbiamo veramente molte armi contro le allergie, e altre di più efficaci ne avremo di qui a pochi anni. Di affidarsi ad un allergologo di propria fiducia, perché da soli i rischi e le incertezze aumentano. Ma anche di vivere la propria salute (e le proprie allergie…) in prima persona, non delegando al medico ogni decisione, ma cercando di informarsi e di essere sempre attenti a quello che succede all’interno del proprio organismo. Nel mondo di oggi, dove reperire informazioni è diventato molto più semplice che in passato, un paziente ben informato ha sicuramente una marcia in più perché facilita notevolmente il compito del medico. Soprattutto in un campo come quello dell’allergologia dove le manifestazioni cliniche derivano dall’interazione tra l’organismo e l’ambiente esterno. Chi meglio del paziente può conoscere l’ambiente in cui vive, l’aria che respira a casa o al lavoro, ciò che mangia?
E personalmente sono un grande sostenitore del ruolo del web nell’aiutare i pazienti ad informarsi. In questo caso bisogna sempre stare attenti a selezionare bene le notizie e le fonti, perché come sappiamo non tutto ha lo stesso valore, ed in mezzo a notizie utili e preziose troviamo anche tante falsità, dette in buona fede da chi non sa di cosa sta parlando, oppure – peggio ancora – da persone in malafede che tentano di speculare sulla salute altrui.

Grazie del tuo prezioso contributo.

Ecco i suoi riferimenti.
Dr. Filippo Fassio, Medico Chirurgo – Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica
Dottore di Ricerca in Medicina Clinica e Sperimentale
Blog sulle Allergie: www.allergologo.net
Editor-in-Chief Allergia e Salute: www.allergiaesalute.it

Allergie: cos’è il ribes nigrum

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Faccio subito una premessa, che poi è sempre la stessa da quando ho iniziato ad aggiornare questo diario. Non sono un medico e per scelta finora non mai parlato delle terapie che faccio (o ho fatto) anche quando qualcuno di voi mi ha contattato privatamente. Le allergie sono una cosa seria e nessuno può sostituirsi a un bravo professionista.

Detto questo mi è capitato quest’estate di condividere un post sulla mia pagina facebook relativo a un rimedio omeopatico che io ho assunto e assumo tutt’ora su indicazione della mia omeopata: il ribes nigrum (macerato glicerico). Una lettrice ha osservato che per noi allergici al nichel si tratterebbe di un rimedio non indicato. Mi è sembrato quindi utile esplicitare qui con voi la mia esperienza in maniera più estesa e documentata.

Io sono allergica al nichel e quando la mia specialista me l’ha prescritto l’ho assunto e sono stata bene. Una casualità? Non lo so. Forse nel mio specifico caso comunque si è trattato di una terapia azzeccata, soprattutto perché è stato un medico a prescrivermela a fronte della mia situazione.

Mi sono però appuntata anche una citazione tratta da un saggio di Mario Chaput di cui ho già parlato nel mio giardino d’inverno che spiega nel dettaglio la funzione del ribes nigrum.

“La gemma di ribes nero (Ribes Nigrum) contiene 107 mg di vitamina C per grammo di gemme fresche. E’ nota l’importanza della vitamina C nel corretto funzionamento delle ghiandole surrenali. Queste ghiandole, poste sopra i reni, producono adrenalina e cortisolo, utili alla prevenzione dei sintomi allergici se secreti in giusta quantità. La gemma di ibes nero racchiude ance antociani, che […] potenziano l’effetto della vitamina C, oltre a contrastare la produzione e la secrezione d’istamina da parte delle cellule. Gli antociani sono dotati di proprietà antiossidanti (neutralizzano i radicali liberi associati alle allergie), che si accompagnano a quella della vitamina C. Favoriscono inoltre l’azione dell’adrenalina prodotta dalla surrenali sulle cellule in cui agisce. […]L’adrenalina è un ormone che contrasta l’istamina e la comparsa del terreno allergico, purché prodotta in giuste quantità. Favorirne l’azione sulle cellule-bersaglio consente la produzione bilanciata di adrenalina. […]

Gli studi svolti sulle gemme di ribes nero permettono anche di confermare che la pianta favorisce l’azione del nostro cortisone naturale prodotto a livello delle surrenali. […] Il cortisone naturale secreto in quantità bilanciata contrasta la comparsa del terreno allergico. Altri studi […] ci dimostrano la capacità delle gemme di ribes nero di favorire l’equilibrio delle immunoglobuline o anticorpi (IgE, IgA…), che spesso si spezza in caso di allergia.

[…] Un altro vantaggio delle gemme di ribes nero è che non provocano gli effetti collaterali del cortisone ad alte dosi: ulcerazione gastrica, pressione alta, minor produzione di corticosteroidi nelle surrenali. La gemma infatti a dosi fisiologiche ottimizza l’azione del nostro stesso cortisone.”

(tratto da Metodi naturali per curare allergie e intolleranze* di Mario Chaput, Il punto d’incontro 2014)

Insomma non vi fidate mai di quello che leggete nelle bacheche di blog, social e quant’altro. Fidatevi del vostro specialista e, quando e dove sia possibile, provate a documentarvi.

Guarigione senza confini di Tulku Thondup

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Guarigione-senza-confini-di-tulku-thondupSono andata il vacanza con alcuni libri da leggere (ve ne avevo scritto qui). Oggi ho voglia di parlarvi di Guarigione senza confini* di Tulku Thondup, edito da Astrolabio 2001. Si tratta di una serie di esercizi di meditazione. Dall’anno scorso sono entrata in questa specie di loop, che, come ho già avuto modo di dire, non ha la presunzione di risolvere i mali del mondo (né tanto meno i miei), però mi fa stare bene. Mi fa sentire più serena e, come sempre più spesso leggo, la serenità interiore si ripercuote sul fisico. Su un fisico provato dalle allergie come il mio da tanti anni, male non può farmi, no?

Per correttezza nei vostri confronti aggiungo che sono un’autodidatta in materia. Leggo, sì, leggo molto e la mia biblioteca personale sull’argomento inizia ad essere piuttosto fornita. Perché, mi chiederete. Perché sono fondamentalmente pigra e so in partenza che l’idea di dover partecipare a sessioni di gruppo, condotte da un maestro, mi frenerebbero dopo un mese (se non prima). La mia agenda è già abbastanza fitta di impegni tra lavoro, figli e imprevisti senza che debba vivere un altro appuntamento come un “dovere”. Meditare invece non voglio che sia un’imposizione e quindi “studio” da sola, in autonomia, e vedo come va. Il web inoltre può essere una magnifica occasione di scambio e quest’estate ho contattato un’esperta perché cercavo dei riscontri scientifici sul rapporto tra sistema immunitario e pratiche meditative, spesso segnalato tra gli “effetti collaterali” positivi. In molti saggi se ne parla, ma uno studio specifico non l’ho ancora trovato. La soluzione migliore che mi ha suggerito e di sperimentarlo su di me. Ripeto, male non fa: al limite mi stuferò e pace!

Guarigione senza confini* mi ha colpito per cominciare per la prefazione di Daniel Goleman, che già conoscevo attraverso alcuni suoi saggi (tra le altre letture quest’estate ho ripreso in mano il suo Intelligenza Emotiva*, edito da Rizzoli, che vi consiglio di cuore). La fiducia che avevo riposto in lui mi ha incoraggiata alla lettura e alla sperimentazione della pratica di cui scrive Tulku Thondup.

Vi dico subito che non è un libro da leggere e da lasciare lì. Non è sufficiente una sola lettura e nemmeno è indispensabile praticare tutti gli esercizi che vengono suggeriti. Ce ne sono davvero parecchi. Con lo spirito con cui mi sono avvicinata alla meditazione in solitudine, senza pretese, senza sentirmi in obbligo di raggiungere chissà cosa, posso dirvi che è un saggio che tengo in bella vista e a portata di mano. A me ha rilassato già la semplice lettura, ma i concetti che sono espressi hanno bisogno, come per tutti questi libri che sto studiando, di sedimentare.

Non lo so se l’estate trascorsa è stata migliore da un punto di vista generale anche per merito di questo, ma intanto continuo ad incrociare le dita e proseguire a leggere e a sperimentare un passo alla volta.

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La mia estate 2016 con le allergie

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Ciao a tutte e bentrovate!

Come avete passato le vacanze? E le vostre allergie, come si sono comportate? Clementi? O invasive?

Sono un paio di settimane che “giro intorno” a questo post perché avevo quasi paura di scriverlo e oggi di renderlo pubblico. Sapete perché? Un po’ per scaramanzia e un po’ perché non mi sembrava in tema con il motivo per cui è nato questo giardino d’inverno virtuale.

Ho riletto l’articolo dell’anno scorso sul mio rientro dalle ferie (se vi va potete farlo anche voi qui). Stavo bene, ma parte di quel merito lo dovevo al fatto di aver assunto quasi per tutto il periodo estivo i miei cari antistaminici.

Be’, quest’anno – ma lo sussurro – sono stata benissimo! Niente antistaminici o cortisone: nemmeno una volta! Lo considero un record personale dopo sedici anni di vita trascorsa a tenere a bada le mie allergie.

I test di controllo che ho fatto a inizio anno mi avevano confermato un leggero miglioramento rispetto alle visite allergologiche precedenti, ma solo quando mi metto davanti al computer per scrivere con voi riesco davvero a rendermi conto dei progressi (o regressioni quando ci sono state) che faccio.

Sotto all’ombrellone, insieme a mio marito, ho fatto il punto della situazione, perché questo mio benessere immunitario generale mi ha stupido davvero.

Cos’ho fatto per avere stabilizzato così il mio sistema immunitario ballerino, vi chiederete anche voi.

Per prima cosa penso che un grazie speciale vada alla mia omeopata perché secondo me, il rimedio che proprio nell’autunno dell’anno scorso mi ha prescritto, è stato l’inizio dell’inversione di marcia. All’occorrenza è un compagno fidato, insomma.

Dopo l’ultimo check up con la mia allergologa e a seguito dei suoi consigli per evitare l’uso di anti-infiammatori, ho cercato di riconoscere i miei tipi di mal di testa, distinguendo quelli legati alle tensioni da stress e da posizioni scorrette da quelli successivi ad una vera e proprio reazione allergica. Ecco che le mie camminate mattutine e i successivi venti minuti di yoga mi hanno aiutato a ridurre l’unico antidolorifico che posso assumere a causa della mia allergia ai FANS, perché in assenza di reazioni allergiche importanti, i mal di testa e alle cervicali non potevano che dipendere da altri fattori prevalente muscolari.

Un’altra cosa che mi ha aiutato molto quest’estate è stata la meditazione. Niente di trascendentale, né di forzato. Ho seguito i consigli dei libri che ho letto e che rileggo quando ho qualche dubbio e ci provo. Mi sento più leggera, facendolo. Credetemi!

Insomma, eccomi di nuovo qui con voi per affrontare il nuovo anno virtuale insieme. Mi siete mancate tanto!

Le allergie non vanno in vacanza ma io sì

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Come tutte le estati il blog Vivere con le allergie si prende una pausa estiva. Le allergie – come sempre – un po’ meno, ma che ve lo dico a fare :)?

E’ tempo vacanze e anche questo giardino virtuale chiude i battenti fino all’autunno. In questo periodo, oltre a lavorare (le mie ferie ufficiali iniziano dopo ferragosto e saranno piuttosto brevi visto che ho cambiato datore di lavoro ad aprile), faccio ben poco (sempre che gestire una famiglia di cinque persone – di cui tre sotto il metro e mezzo – sia poco). Pesaro, la mia città di adozione, mi regala la spiaggia a poche centinaia di metri da casa e quindi posso dire di sentirmi in relax fin dai primi giorni di sole, non appena comincio a stazionare sotto l’ombrellone in spiaggia. Per fortuna quest’anno il bar è tornato ad essere gestito in modo che anch’io ne possa approfittare (vi ricordate il post dello scorso anno più o meno in questo periodo?).

Il blog va in vacanza con una certa soddisfazione quest’anno perché questo angolo di web si sta aprendo a nuovi contributi interessanti come quelli di Silvia Ancordi, di Debora Conti e di Lucia Giovannini, donne fantastiche con una visione della persona e del mondo che condivido. Ho ospitato l’intervista di amiche allergiche come quella di Mimì di Mangio senza nichel e di Mary. Ho concluso il ciclo virtuale con la ricetta di Elisa @sonoallergica.

Grazie a tutte voi lettrici allergiche e che mi siete state vicine e vi auguro un’estate ricca di emozioni belle e fantastiche vacanze all’insegna della gioia e della felicità.

Io per garantirmi tutto ciò mi farò accompagnare da alcune letture che mi aspettano da un po’:

  1. Lo yoga tibetano del respiro: esercizi di respirazione per guarire il corpo e sviluppare la saggezza* di Anyen Rinpoche e Allison Choying Zangmo (Astrolabio)
  2. Guarigione senza confini: esercizi di meditazione per il corpo e per la mente* di Tulku Thondup (Astrolabio)
  3. Il respiro felice (ebook)* di Pam Grout e Nicoletta Russo Del Santo (Tea)

Se avete voglia di iniziare a leggerli anche voi, ne riparleremo insieme dopo l’estate perché vi anticipo fin da ora che il tema del respiro e della meditazione vi farà compagnia.

Salvo qualche aggiornamento sulla pagina Fb e via Twitter, vi aspetto a settembre qui sul blog per parlare ancora insieme di allergie.

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Pasta di ceci nichel safe al pesto di zucchine

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Qualche settimana fa avevo chiesto il vostro aiuto. Cercavo della ricette facili da preparare per noi allergici al nichel. Elisa, su instagram la potete virtualmente conoscere sotto lo pseudonimo @sonoallergica, mi accontentata subito.

Ecco il suo contributo.

Ciao Simonetta,

Sono Elisa, (commento da qualche mese il tuo blog come Lia!) , e volevo mandarti questa ricettina “senza nichel” che ho sperimentato e che trovo tanto buona quanto semplice. Le nuove paste di legumi sono una benedizione per chi deve evitare il nichel. Ho usato la pasta 100% di farina di ceci di Probios, ma si può ovviamente realizzare anche con pasta di lenticchie*, di fagioli*, di riso… O normale! Ti mando la ricetta del sugo che è davvero semplicissimo e fresco, perfetto per l’estate.

Pasta Nichel Free al pesto di zucchine

Ingredienti per una persona:
– Pasta 100% ceci (Io ho usato la marca Probios)
– Mezza zucchina grande o una zucchina piccola
– Olio extra vergine di oliva
– Parmigiano reggiano (con il 30 mesi si rende la ricetta anche priva di lattosio!)
– Sale
– Pepe

Procedimento:
Cuocere la pasta seguendo le istruzioni. Lavare e tagliare la zucchina, mettendo i pezzi nel mixer assieme a un’abbondante dose di olio e di parmigiano reggiano. Aggiungere sale e pepe e mixare il tutto finché non diventa una crema uniforme: volendo, si può aggiungere un po’ d’acqua per amalgamare al meglio il pesto. Scolare la pasta e unirla al sugo direttamente nel piatto.

Ecco fatto!

Spero che tu riesca a provarla e a dirmi che ne pensi. Un saluto e al prossimo post!

Grazie mille Elisa!

Devo ammettere, anche se ancora non ne avevo scritto nel mio giardino d’inverno, che ho mangiato i ceci due volte da quando la dottoressa mi ha dato il via libera, senza effetti collaterali.

Finché non mi è arrivata la ricetta di Elisa non sospettavo nemmeno dell’esistenza della pasta con farina di ceci. Mi si è aperto un mondo.

Doppio grazie quindi Ely. Alla prossima.

Chi avesse voglia di contribuire con qualche ricetta per allergici al nichel, sentitevi liberi di farlo mandando ingredienti, preparazione e foto a vivereconleallergie[at]gmail.com

*Fagioli e lenticchie sono assolutamente da evitare per chi sia allergico al nichel.

Credits foto: Elisa @sonoallergica.

Metodi naturali per curare allergie e intolleranze di Mario Chaput

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Metodi naturali per curare allergie e intolleranze* di Mario Chaput, edito da Il punto d’incontro, è uno dei saggi sul tema delle allergie che mi è piaciuto di più.

Vi spiego subito il perché.

Innanzi tutto perché tutta la prima parte spiega i meccanismi per cui si sviluppano delle allergie. Ne parla come di “terreno allergico”, cioè di uno squilibrio immunitario dovuto a più fattori che colpisce un soggetto. Siamo nel campo della naturopatia, secondo la quale la persona non è solo un sintomo, ma un complesso su cui differenti concause posso scatenare una reazione allergica.

No, tranquilli, nessuna cura miracolosa, né cure alternative campate in aria.

metodi-naturali-per-curare-allergie-e-intolleranzeNon a caso Chaput scrive: “[..] I farmaci usati per sopprimere i sintomi allergici esplicano un’azione che manca di globalità. Poiché queste terapie puntano a eliminare i sintomi, talvolta si rivelano utili e necessari. L’anafilassi, per esempio, è un’emergenza medica. Questo tipo di reazione allergica, che mette in pericolo vite umane, richiede una rapida iniezione di adrenalina e il ricovero in ospedale. Corticosteroidi, antistaminici e altri farmaci vengono utilizzati per salvare una vita. […]

“Cionondimeno, nella maggior parte dei casi di allergia non c’è pericolo di vita, anche se i sintomi possono avvelenarci l’esistenza. Se utilizzati a lungo termine, gli antistaminici, proprio come il cortisone, non hanno la capacità di modificare il terreno allergico.

L’autore parla di “filosofia olistica del lavoro sul terreno allergico“.

In particolare dedica una particolare attenzione alle nostre ghiandole. Non so voi, ma a me in sedici anni di allergie riconosciute e conclamate nessuno si è mai interessato alla mie funzioni ghiandolari. Eppure l’autore analizza ciascuna di esse, spiegando come la disfunzione di ciascuna di esse, anche se non visibile subito negli esami di laboratorio, possa essere il terreno fertile per le allergie e per altre malattie autoimmuni.

Per esempio, “E’ necessario prendersi cura del fegato, la cui funzione è quella di spazzar via radicali liberi, tossine e istamina. Lo stesso dicasi per il timo, ghiandola che, se rimane in salute, “riequilibra” le azioni del nostro sistema immunitario”.

Non di meno, è fondamentale “mantenere in equilibrio le funzioni tiroidee. La tiroide è una ghiandola ce ci permette di conservare un adeguato livello di attività cellulare. Le cellule del fegato e del timo, per esempio, hanno una grandissima necessità che la funzione tiroidea sia equilibrata, altrimenti la loro attività, essenziale per la prevenzione dell allergie, rischia di bloccarsi.”

E’ fondamentale l’equilibrio delle ghiandole surrenali. “Le surrenali, oltre all’adrenalina, producono un cortisone naturale. Questi ormoni, se prodotti in maniera equilibrata, prevengono certi sintomi allergici.”

Secondo Chaput, è da tenere in considerazione anche il livello di stress della persona allergica, visto che lo stress contribuisce ad alterare l’equilibrio di tutte queste ghiandole.

Dopo la prima parte, in cui l’autore spiega in maniera molto chiara tutte le dinamiche che portano ad una reazione allergica, il saggio si premura di elencare tutta una serie di terapie alternative, come la fitoterapia, l’aromaterapia, l’impiego di oligominerali, il controllo dello stress, la dieta a rotazione e tanto altro.

Credetemi, questo è un libro che mi ha aperto un mondo. Non mi promette la guarigione, ma mi ha permesso di capire come un’allergia si scatena e soprattutto perché accanto a tutta una serie di reazioni allergiche si possano accompagnare altri sintomi spiegabili solo nel momento in cui si comincia a ragionare sulla persona nella sua totalità.

Lo consiglio vivamente (e credo che lo citerò spesso d’ora in avanti).

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Allergie ai farmaci e osteopatia

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Più e più volte mi è capitato di parlare dei miei soventi mal di testa causati anche dalle mie allergie. Durante l’ultimo check up con la mia allergologa, ho voluto approfondire il tema con lei. Come riconoscere un mal di testa dovuto a una lieve reazione allergica, magari in forma ritardata, da quello comune che con le allergie non ha niente a che fare.

Ebbene, quello che parte dalle spalle e che si arrampica sul collo per afferrarmi le tempie e strizzare forte forte pare che sia un comunissimo dolore muscolo-tensivo del tratto cervicale, legato allo stress e alla postura.

Il mio problema però è che in occasione di questi dolori muscolo-tensivi non ho grande margine di manovra, visto che a parte il paracetamolo, non posso assolutamente assumere antidolorifici a causa della mia allergia ai FANS.

Ecco che quindi ho sperimentato l’osteopatia. Non negli ultimi mesi, ma da tempo sufficiente per essere riportato in questo giardino d’inverno.

Una seduta di osteopatia è davvero molto rilassante. Il professionista ti fa fare una serie di lievissimi movimenti, tanto da non essere nemmeno percepiti lì per lì. In realtà lui/lei si muove e sposta leggermente il tuo corpo (nel mio caso il bacino, il collo, le scapole) che non deve fare resistenza. Alla fine della prima ora di seduta mi sembrava di essere rilassata, ma che in fondo non avesse alterato minimamente il mio stato complessivo. L’esperto mi ha spiegato che avrei sentito parecchia stanchezza, ma che sarebbe stato normale. Effettivamente dopo le sedute, la notte dormivo come un sasso. Mi spiego. Mi piace dormire, ma in quelle occasioni era come se mi svegliassi riposata per davvero.

Tenete presente che mi sono avvicinata all’osteopata per problemi di cervicali. Come molte delle terapie alternative, un sintomo – in questo caso concentrato sul collo – non viene mai considerato un fattore isolato. Così con l’andare avanti nel tempo e delle sedute mi ha spiegato che il mio problema, prevalentemente sulla parte destra, era legato ad un appesantimento del fegato. Le allergie sono tornate fuori (non potevo nasconderglielo) e l’osteopata mi ha suggerito di ridurre, se non eliminare del tutto, l’uso di latte e latticini.

A quel punto ho dovuto spiegargli che la mia dieta, a causa del nichel, è prevalentemente basata sulle proteine (e in particolare quelle di latte e formaggi) e che le mie alternative a tavola erano e restano piuttosto limitate.

Mi ha suggerito di provare a ridurne il consumo. Insomma evitarli almeno a cena. Non vi nascondo che ci ho provato per un paio di settimane e complessivamente devo ammettere anche di essere stata bene. Complici le dieci sedute di ostepatia, la riduzione del latte dopo le ore 18 e quella strana sensazione di “potercela fare” a stare meglio di prima (la mente ha un potere enorme, vero?) posso dire che l’esperimento è riuscito.

Non è stata la soluzione definitiva per i miei dolori muscolo-tensivi, però. Sospese le sedute, ripreso a mangiare come sempre (vuoi mettere una bella tazza di latte fumante in inverno prima di andare a dormire?), le mie cervicali hanno ripreso a farsi sentire.

La cosa positiva di tutto ciò è che le diverse forme di terapie, prese con la dovuta cautela soprattutto in caso di allergie gravi, ci possono dire molto su chi siamo. E a me piace scoprirmi, con tutte le pecche del (mio) caso.

L’osteopatia comunque per me è un capitolo chiuso: con il senno di poi, ed è il motivo per cui ne ho parlato solo ora, probabilmente proprio a causa dell’ennesimo “divieto”, che in un soggetto già ampiamente “limitato” nella vita di tutti i giorni come sono io, è stata una goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Allergia al nichel e cercasi ricette

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Sono una pessima cuoca anche da prima che io divenissi allergica al nichel e a una serie più o meno consistente di alimenti che variano di controllo in controllo.

Non mi piace cucinare (forse perché non mi riesce bene farlo o perché la quantità di ingredienti non permette grandi ricette). Fare la spesa è un supplizio e visto che anche per mio marito lo è, affrontiamo il sabato mattina al supermercato come un castigo.
Adoro però sfogliare libri e riviste di ricette (soprattutto a causa dei limitati ingredienti che posso affrontare a tavola). Non guardo la televisione, ma sono sicura che apprezzerei i programmi di cucina.

Mi innamoro di certi video virali su facebook, dove con pochissimi ingredienti si riesce a sfornare piatti prelibati.

Mi iscrivo per avere gli aggiornamenti da arcinoti siti di cucina, nella speranza un giorno di migliorare le mie prestazioni culinarie.

Premesso tutto ciò ho avuto un’idea.

Se avete qualche ricetta originale, i cui ingredienti siano rigorosamente nichel consentiti, munita anche di foto (se ne avete di belle da regalarmi), e mangiabile (non come le mie…) vi farebbe piacere condividerla con i lettori di Vivere con le allergie?
Se sì, sarei davvero felice di ospitarla e di sperimentarla, oltre che consigliarla a tutte le mie lettrici.

Ecco alcuni sporadici tentativi culinari fatti da me, giusto a dimostrazione che ci provo anch’io:

Potete lasciare la vostra ricetta nei commenti per essere contattati o inviarla direttamente a vivereconleallergie@gmail.com.

Vi aspetto numerosi!

Con le mie allergie devo essere una consumatrice consapevole

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Non c’è giorno in cui non si legga da qualche parte o non si senta da un conoscente che quello che consumiamo (e non parlo solo di alimenti, ma anche di prodotti per la cura della persona, igiene, indumenti e chi più non ha più ne metta) potrebbe essere nocivo. Argh.

Io che sono in perenne allerta per via della mie allergie da quasi-sempre, spesso – ingenuamente o incautamente – di fronte a certi allarmismi alzo le spalle e tiro dritto. Perché vi chiederete?

Intanto per puro spirito di sopravvivenza. Se dovessi dar retta a tutto quello che si dice o si legge, dovrei vivere d’aria (e nemmeno quella – a rigor  logica – sarebbe una garanzia per via di pollini e spore che mi creano qualche problema stagionale e per via dell’inquinamento da non dimenticare mai).

In secondo luogo perché credo che, come per tutte le cose, ci vuole il caro, vecchio e sempre affidabile buonsenso, che in alcune occasioni potrebbe venire oscurato (nel mio caso quando qualche reazione allergica si fa notare inaspettata, tendo a perderlo per strada), ma che rimane sempre un ottimo alleato contro fanatismi e prese di posizione. Tutto ciò non vuol dire ignorare alcuni motivi di allarme, ci mancherebbe.

Con le mie allergie devo essere una consumatrice consapevole. Forse addirittura un po’ più degli altri. E qui nasce un quesito che mi assilla da un po’. Sta cominciando la stagione estiva e come ho già scritto in un precedente post, la scelta delle creme solari diventa un problema. La settimana scorsa mi sono documentata online (immaginate quante miriadi di pagine mi abbia tirato fuori Mr Google, vero? Ecco appunto!) e poi sono andata in farmacia e in erboristeria dove mi sono fatta dare qualche campione per fare i test (sto sperimentando porzioni di braccio ogni giorno a due diversi tipi di crema protettiva per vedere cosa succede prima di espormi al sole). Per chi mi segue sa che la temerarietà non mi appartiene negli ultimi tempi e quindi aver “osato” intanto la sperimentazione è già una bella rivincita.

Eppure ogni tanto mi chiedo quanto le pubblicità (o marketing, si dice oggi) tengano davvero conto delle possibilità di rischio per chi è un soggetto a rischio altamente allergico. La dicitura “nichel-tested” non è garanzia di non-allergenicità (ne ho già parlato in un’altra occasione). E anche sul tema dell’anallergicità mi sono già espressa a suo tempo. Non parliamo dei singoli ingredienti nel caso di creme e prodotti per il corpo: una giungla di termini intelliggibili, oscuri, misteriosi e spesso impronunciabili.

E arrivo al dunque. Voi allergici, credete alle pubblicità? Quali? O di chi vi fidate al 100% nella scelta dei prodotti che potrebbero causarvi delle allergie? Quanto consapevoli siete di tutto quello che acquistate? E quanto lo sono coloro che vogliono venderci qualcosa delle nostre allergie?

Per finire, tiro fuori il mio lato cinico. Noi allergici siamo un bel target di questi tempi. “Adescarci” (perdonate il termine esagerato) e “spennarci” consent(irebb)e buoni introiti alle aziende che fossero interessate a noi (dandoci qualche sicurezza in più, magari). Siete (siamo) disposti a fidarci?