Cosa vuol dire anallergico?

Mi sono posta la domanda dopo aver chiacchierato amabilmente via mail con una persona che si era imbattuta in un mio post sui collant. Sono certa che dallo scambio di punti di vista ne faranno seguito degli sviluppi interessanti e utili che non mancherò di raccontare nel mio giardino d’inverno.

Per il dizionario Treccani anallergico vuol dire “che non determina allergia“. Semplice. Lapalissiano. Io – però – ci ho fatto una riflessione, altrettanto semplice e lapalissiana.

Chi può definire a priori quale prodotto/ingrediente/indumento sia davvero anallergico in assoluto per chiunque? Secondo me non esiste nulla di anallergico in assoluto a meno che una persona non sia priva di allergie.

Mi spiego meglio. Io sono allergica a tantissime cose (potete leggerle qui): nel tempo ho riscontrato a causa delle cosiddette allergie crociate o di prodotti che uso a contatto diretto con la pelle nuove reazioni. In tutti questi casi, pur indicando il produttore nell’etichetta la dicitura anallergico, per me quel prodotto non lo è, anallergico. A me “determina allergia“.

Faccio un esempio pratico legato ai collant. Io sono allergia alla PA (poliammide), all’acrilico e alla viscosa. Non sono allergica all’elastan. Definire un collant anallergico sarebbe corretto – ma solo per me – se contenesse cotone e elastane, ma non lo sarebbe per chi invece è allergico all’elastan.

Lo stesso vale per la dicitura prodotto ipoallergenico (vale a dire che potrebbe indurre un po’ di allergia). Di nuovo: ma cosa vuol dire poca allergia. Per alcuni soggetti allergici è sufficiente un’ombra di allergene per scatenare una reazione importante. Chi la definisce la soglia di pericolosità? Le quantità di allergene presenti? Di quale allergene?

Tutta la mia riflessione non deve spaventarvi, ma al contrario rendervi un po’ più consapevoli.

Ogni volta che trovate l’indicazione anallergico e ipoallergenico, fate un profondo respiro e poi andate a leggere per bene la composizione del prodotto/indumento. Nel caso sia assente la composizione o sia poco chiara diffidate (non dovrebbe mai succedere).

Le parole hanno un significato. Per me – e magari per qualcun altro – anallergico o ipoallergenico vogliono dire troppo poco perché io – e qualche altro allergico – possa stare davvero tranquilla.

Nel dubbio leggete sempre la composizione, anche quando ci sono sigle indecifrabili e sostantivi impronunciabili. Fatevi un elenco (magari usate lo smartphone come archivio di foto) di tutti gli ingredienti che tollerate e se dopo aver usato un prodotto – magari per la cura della persona – notate delle reazioni fate mente locale su cosa contiene nel dettaglio. La strategia migliore rimane sempre la più semplice: un diario quotidiano personale delle allergie.

2 COMMENTS

  1. Effettivamente hai ragione, io mi pongo sempre il problema, soprattutto quando acquisto prodotti tipo bagnoschiuma che contengono di tutto, e c’è scritto per pelli sensibili, o allergiche, e poi magari mi fa male.

    • Posso dirla brutalmente: non mi fregano più ;).
      Ho l’impressione che metterlo sia per rassicurare i non-allergici, più che noi. e un po’ mi urta, se vedo dirtela tutta.

Comments are closed.