Gli integratori alimentari sono di gran moda, secondo me.
Faccio un piccolo flash back personale. Quand’ero bambina mi ricordo che l’unico aiuto per la mia salute fosse quello di mangiare di più. Una bella bistecca di filetto o una sogliola fresca erano il non plus ultra di quanto il buonsenso comune consigliava. Sia io che mia sorella eravamo di costituzione gracile (anche se, allergie a parte, per il resto entrambe godevamo di ottima salute e non c’era mai un’occasione per rimanere a casa da scuola…) e mia madre si ostinava a chiedere al medico curante delle vitamine per fare prender qualche chilo a queste figlie magrissime. No. la risposta era sempre la stessa. Non ce n’era bisogno. Stavamo bene e questo doveva bastare. Gli integratori, che all’epoca non si chiamavano ancora così, erano consigliati a chi stava male sul serio.
Arrivo ai nostri giorni. Sembra che oggi senza un qualche integratore alimentare non si possa più vivere. Che si tratti di vitamina B, C, D, o quant’altro pare che la nostra esistenza si snoccioli in piena carestia, come se gli alimenti a disposizione in qualsiasi negozio non fossero sufficienti a garantirci una corretta e sana alimentazione.
Ehi, Simonetta! Attenzione che noi allergici alimentari qualche carenza ce l’abbiamo! – mi direte voi.
Le carenze vitaminiche effettive devono essere riscontrate con appositi esami richiesti da un medico competente. Questa è l’unica verità certa e, quando mi scrivete in privato chiedendomi consigli in proposito, vi sconsiglio sempre di fare di testa vostra (e di fare comunque attenzione perché non sempre quello che “fa bene” fa del bene a noi).
Questa è la teoria.
Ora vi dico in concreto cosa ho combinato io, perché a quanto pare il fatto di avere una certa confidenza con il mio sistema immunitario mi ha fatto fare una nuova cavolata (l’ultima risale al 2018 e la potete leggere qui). Quando si dice che una predica bene e razzola male…
Un paio di mesi fa sono stata in farmacia e mentre facevo chiacchiere sugli effetti della menopausa sulle mie articolazioni, la farmacista mi ha chiesto se stessi prendendo la vitamina D. Le ho risposto di no e lei mi ha consigliato di prenderla assolutamente. Snobbando vent’anni di convivenza con le allergie ho acquistato una fornitura di boccette da prendere una volta al mese per arrivare con serenità a primavera. Perché no? Mi sono detta. Ho letto il bugiardino (che in realtà non c’era, la composizione era indicata solo sulla confezione) e mi pareva che gli ingredienti fossero talmente pochi (olio e principio attivo) che non ci potessero essere controindicazioni.
Così ho preso la prima dose.
Tutto ok. Di solito mi aspetto una crisi a distanza di qualche ora, quando è grave, ma ero assolutamente tranquilla. Non poteva succedermi niente. A distanza di un paio di settimane ho cominciato a sentire uno strano prurito sul contorno occhi. Mai successo prima e quindi non ho assolutamente pensato ad una crisi di allergia ritardata. Ho pensato al freddo. Alla pelle molto secca. Alla “vecchiaia imperante”. All’alternaria (il periodo è quello giusto, anche se di solito si concentra agli occhi e con un po’ di collirio la gestisco).
A distanza di un mese dalla prima somministrazione di vitamina D ho assunto la seconda dose. Preoccupata per il mio contorno occhi, ma assolutamente tranquilla per quanto riguardava l’integratore.
Immaginate già cos’è successo, vero? La sera assomigliavo ad un panda! E solo a quel punto ho capito quale era la causa… E’ stata un’epifania. Dopo aver perlustrato l’elenco di alimenti che avevo ingurgitato negli ultimi giorni e che avrebbero potuto essere la causa della crisi, è stato come un flash. La vitamina D aveva mietuto una vittima innocente. Magari “innocente” anche no.
Tutta questa prosopopea è per dirvi di stare attenti! Cari amici allergici ricordatevi sempre chi siete e vogliatevi bene anche senza integratori. Le mode “alimentari” non fanno per noi ;).