Ho voglia di mangiare dolcezze che non contengano farine di alcun tipo e che non siano il solito yogurt con lo zucchero, anche se è davvero comodo. La mia allergia al nichel non perdona negli ultimi tempi e quindi non mi consente di sgarrare a tavola.

Tolta di nuovo anche la farina 00 – l’unica che mi restava, a causa del nichel e della mia allergia al riso -, gli zuccheri li prendo dallo zucchero.

Lo so già cosa state per dirmi: lo zucchero fa male. Pare che sia la nuova moda del momento. A turno, un alimento deve necessariamente fare male. Questo è il periodo dello zucchero, appunto. Io mi sono fatta un’idea. Sono d’accordo con chi dice che lo zucchero non faccia bene, ma solo ad alcune condizioni:

1. se ad esempio lo mangi a badilate. Ecco, non è il mio caso.

2. sembri un cammello dalle gobbe straripanti di bevande artificiali e dolciastre. Di nuovo, non è il mio caso (apro una parentesi: avete mai provato a leggere quanti ingredienti si nascondono in una bibita gassata? Ehm, e non aggiungo altro).

3. la tua dieta quotidiana prevede una montagna di biscotti, brioches e prodotti da forno (magari con la scusa che per la prova costume manca tutto l’autunno, tutto l’inverno e l’intera primavera). Sembrerò banale, ma anche questa ipotesi non fa al caso mio (no, non il discorso della prova costume. Ahah!).

Ecco che lo zucchero è il mio alleato più fedele per non andare in calo glicemico.

Nel caffellatte a colazione.

Nelle meringhe che ho impiegato un’intera estate a cucinare. No, va be’ che la cottura è lenta e a fuoco basso, ma cosa avete capito? E’ che sono difficili da preparare. Per una come me che odia cucinare, ancora di più.

La base di partenza è un mix di tre ricette. La prima di Giallo Zafferano, quella di Pianeta Donna e l’ultima di Amo la cucina italiana.

Gli ingredienti sono pochissimi e tutti rigorosamente nichel-consentiti: 4 albumi, 250 g di zucchero semolato e qualche goccia di limone (il limone serve più per togliere quel fastidioso odore di uovo e per rendere le meringhe più lucide, che altro).

Il vero segreto per la riuscita delle meringhe sono le fruste elettriche e il riuscire a montare a neve le uova alla perfezione. Non ultimo, ma altrettanto fondamentale è la cottura. Ci vogliono due ore abbondanti in un forno caldo tra gli 80° e i 100°. Devono asciugare bene-benissimo affinché si eviti quell’antipatica sensazione di colla quando le addenti famelica. Più sono piccole e più sono buone. Tanta è la fatica che si fa a prepararle, quanto sono veloci da finire, però.

Rimane sempre buona l’ipotesi che avevo suggerito qualche tempo fa (in questo post): fatene una scorta home-made (tanto di moda l’home-made. Ahah!) o compratene in quantità industriale e già pronte in pasticceria (in questo caso controllate sempre la lista degli ingredienti per stare sicuri in caso di allergia).

Dolce, anzi dolcissima, giornata a tutti.