Più e più volte mi è capitato di parlare dei miei soventi mal di testa causati anche dalle mie allergie. Durante l’ultimo check up con la mia allergologa, ho voluto approfondire il tema con lei. Come riconoscere un mal di testa dovuto a una lieve reazione allergica, magari in forma ritardata, da quello comune che con le allergie non ha niente a che fare.

Ebbene, quello che parte dalle spalle e che si arrampica sul collo per afferrarmi le tempie e strizzare forte forte pare che sia un comunissimo dolore muscolo-tensivo del tratto cervicale, legato allo stress e alla postura.

Il mio problema però è che in occasione di questi dolori muscolo-tensivi non ho grande margine di manovra, visto che a parte il paracetamolo, non posso assolutamente assumere antidolorifici a causa della mia allergia ai FANS.

Ecco che quindi ho sperimentato l’osteopatia. Non negli ultimi mesi, ma da tempo sufficiente per essere riportato in questo giardino d’inverno.

Una seduta di osteopatia è davvero molto rilassante. Il professionista ti fa fare una serie di lievissimi movimenti, tanto da non essere nemmeno percepiti lì per lì. In realtà lui/lei si muove e sposta leggermente il tuo corpo (nel mio caso il bacino, il collo, le scapole) che non deve fare resistenza. Alla fine della prima ora di seduta mi sembrava di essere rilassata, ma che in fondo non avesse alterato minimamente il mio stato complessivo. L’esperto mi ha spiegato che avrei sentito parecchia stanchezza, ma che sarebbe stato normale. Effettivamente dopo le sedute, la notte dormivo come un sasso. Mi spiego. Mi piace dormire, ma in quelle occasioni era come se mi svegliassi riposata per davvero.

Tenete presente che mi sono avvicinata all’osteopata per problemi di cervicali. Come molte delle terapie alternative, un sintomo – in questo caso concentrato sul collo – non viene mai considerato un fattore isolato. Così con l’andare avanti nel tempo e delle sedute mi ha spiegato che il mio problema, prevalentemente sulla parte destra, era legato ad un appesantimento del fegato. Le allergie sono tornate fuori (non potevo nasconderglielo) e l’osteopata mi ha suggerito di ridurre, se non eliminare del tutto, l’uso di latte e latticini.

A quel punto ho dovuto spiegargli che la mia dieta, a causa del nichel, è prevalentemente basata sulle proteine (e in particolare quelle di latte e formaggi) e che le mie alternative a tavola erano e restano piuttosto limitate.

Mi ha suggerito di provare a ridurne il consumo. Insomma evitarli almeno a cena. Non vi nascondo che ci ho provato per un paio di settimane e complessivamente devo ammettere anche di essere stata bene. Complici le dieci sedute di ostepatia, la riduzione del latte dopo le ore 18 e quella strana sensazione di “potercela fare” a stare meglio di prima (la mente ha un potere enorme, vero?) posso dire che l’esperimento è riuscito.

Non è stata la soluzione definitiva per i miei dolori muscolo-tensivi, però. Sospese le sedute, ripreso a mangiare come sempre (vuoi mettere una bella tazza di latte fumante in inverno prima di andare a dormire?), le mie cervicali hanno ripreso a farsi sentire.

La cosa positiva di tutto ciò è che le diverse forme di terapie, prese con la dovuta cautela soprattutto in caso di allergie gravi, ci possono dire molto su chi siamo. E a me piace scoprirmi, con tutte le pecche del (mio) caso.

L’osteopatia comunque per me è un capitolo chiuso: con il senno di poi, ed è il motivo per cui ne ho parlato solo ora, probabilmente proprio a causa dell’ennesimo “divieto”, che in un soggetto già ampiamente “limitato” nella vita di tutti i giorni come sono io, è stata una goccia che ha fatto traboccare il vaso.

1 COMMENT

  1. Sai che a volte mi sono sorpresa a pensare come un’intolleranza al lattosio come la mia, nel tuo caso sarebbe estremamente invalidante? Capisco perché l’osteopatia non faccia per te. Io invece la inizierò a settembre, per motivi legati alla mascella, vedremo come va!

Comments are closed.