La settimana scorsa vi ho accennato ad alcune strategie che sto mettendo in pratica per stare meglio.

Lo stress e le allergie non vanno per niente d’accordo. Anzi. Pare che il primo metta in serie difficoltà le seconde, peggiorando “la resa” del sistema immunitario. Cosa sto facendo io, allora?

Continuo a prendere gli antistaminici. Ho provato a sospenderli, ma con il clima tropicale (caldo-umido) di questo fine settembre ho sentito fisicamente che non era il caso di azzardare e continuo a prenderli con serenità.

Ho iniziato a leggere qualche nuovo saggio sulla meditazione. Sì, so già cosa state pensando. State dicendo: “Eccola un’altra fanatica di new age.

In verità ho cominciato con lo scetticismo che accomuna molti. Oggi è necessario essere razionali e tutto ciò che ha che fare con la parte più intima di noi – con pratiche considerate spirituali – viene spesso guardato con sospetto. Io ho sempre cercato di essere razionale. Eppure la mia razionalità e il mio essere ligia alle regole (e con me anche le mie allergie) dove mi hanno portato? Quest’estate mi ha portato ad avere un paio di sorprese. La prima riguarda il fatto che la ditta che produceva il mio vaccino mi ha comunicato che non continuerà più a farlo. Ho provato a parlare con la mia allergologa, visto che continuavo a farlo da ben cinque anni e lei mi ha detto che sarebbe ora di fare – di nuovo – il punto della situazione. Purtroppo è più facile a dirlo che a farlo, visto che per fare prick e patch test sarebbe indispensabile non aver assunto antistaminici per almeno dieci giorni prima dell’appuntamento (cosa che non sono ancora in grado di garantire, tra l’altro).

La seconda sorpresa è che la mia dottoressa non sta bene e la sua disponibilità in ambulatorio va a corrente alternata. Mi dispiace per lei, ma perdere un punto di riferimento affidabile è sempre difficile, in un campo come quello medico (per non parlare delle allergie). L’idea di dover ricominciare da capo altrove e con altri specialisti mi mette in seria crisi. Crisi tra l’altro che sotto la cenere sta covando da un po’, visto che le basi su cui si fondava la tesi iniziale (e cioè la dieta ferrea, il vaccino antiallergico e la terapia tradizionale al bisogno) non ha dato gli effetti sperati sul lungo periodo. Avrei dovuto stare meglio (o almeno rimanere stabile) e non peggiorare.

Quest’estate ho iniziato la lettura casuale sotto l’ombrellone di Il respiro della felicità: cambiare vita in 28 giorni* di Sharon Salzberg (De Agostini 2011). Non aveva nulla a che fare con le allergie e con il mio sistema immunitario, ma lì ho trovato di nuovo accenni alla capacità della mente e del pensiero di aiutare a combattere lo stress (e di conseguenza aiutare il sistema immunitario ad esser più forte e stabile). Da lì, la mia anima bibliotecaria è stata solleticata e ho iniziato un percorso personale – e poco scientifico – su come alleviare le ansie e le paure che la mia convivenza con le allergie ha comportato e si porta con sé da quindici anni. Ne avevo già parlato altre volte in questo giardino d’inverno. Questa volta mi è sembrato diverso (o forse sono io ad essere cambiata, chissà).

Ammettere che vivere con le allergie fa paura è un ottimo primo passo. O almeno credo.

Il secondo passo  è stato quello di chiedermi: di allergie si può guarire? Non ho una risposta. Non sono un medico e quindi prendete queste elucubrazioni con il beneficio del dubbio. Continuo il mio percorso in solitaria, nella speranza che il cammino che ho davanti possa dare i suoi frutti a livello umano.

Nel frattempo vi dò appuntamento alla settimana prossima per continuare a raccontarvi di me e delle mie allergie.

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