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Il mio autunno 2018 con le allergie

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Uffa! Fisicamente sono un vero straccio…

La mia stagione preferita resta sempre l’estate. Il caldo, la luce, il sole, le vacanze: non ne farei mai a meno! L’autunno, con il calo delle temperature e la riduzione delle ore di luce, mi spingerebbe a cercare un rifugio per andare incontro all’inverno con tanto di letargo lungo e silenzioso. Invece ho ripreso il lavoro con un ritmo sostenuto, sono ricominciate le scuole (che ve lo dico a fare? Avete idea tre figli distribuiti tra medie e primarie…) e, come se non bastasse, ci sono sempre alcuni (im)previsti ai quali non si può restare indifferenti.

Aggiungete che proprio in questo mese festeggio un anniversario molto particolare: sono due anni esatti che sono entrata in menopausa con alcuni acciacchi che non mi sarei mai aspettata. Avevo sentito parlare della vampate di calore (da grande freddolosa, sarei stata interessata all’esperienza), ma a me la menopausa ha portato solo una decina di chili in più (che non riesco a smaltire nonostante le camminate spedite sul lungomare quasi quotidiane) e dolori alle articolazioni molto fastidiosi (che probabilmente con i chili di troppo non vanno d’accordo).

Come sono solita fare negli ultimi tempi mi sono rivolta alla mia super omeopata e a una fisioterapista.

La prima, che ormai mi conosce da anni, ha confermato quello che sospettavo da sola. Sono solo molto provata fisicamente. Stanchezza!

Per il peso, banalmente si tratterebbe di ritenzione idrica (visto che la mia dieta non è ipercalorica). Mi ha consigliato di assumere il “mio” rimedio (quello che in passato mi ha fatto essere un po’ troppo ottimista e a dimenticare che le mie allergie resistono, nonostante tutto) e di ricorrere ad un dreanante naturale. Il primo mi ha ridato un po’ di energia, il secondo un fastidioso prurito alla gola (em… diciamo che la linfa di betulla non va d’accordo con il mio sistema immunitario, tanto per cambiare). Insomma, bye bye drenante e benvenuta ritenzione idrica.

La fisioterapista mi ha rimesso a nuovo (oltre che darmi un po’ di esercizi di stretching mirati per piedi, caviglie e tendini) e mi ha consigliato di perdere subito-subito quei chili di troppo (altrimenti non li perdo più). Per quanto riguarda la dieta, secondo lei dovrei aumentare il consumo di proteine. Da quando a partire dal 2016 ho inserito nella mia dieta frutta (mele, banane, arance, meloni, limoni), verdura (zucchine, finocchi, patate e qualche carota) e farina doppio 00 ho ridotto drasticamente il consumo di carne, pesce e latticini (ne avevo mangiati troppi, prima). La stanchezza dovrebbe ridursi di conseguenza.

La cosa più tenera è avvenuta in occasione di un tête-à-tête con mio marito post visita omeopatica.

– Cosa possiamo fare per ridurre la tua stanchezza? – mi ha chiesto, preoccupato come sempre per la mia salute.

– Ho paura che non si possa fare molto. Le ore di lavoro (pagato) e non pagato sono quelle e non ho ancora a disposizione una bacchetta magica per aumentare il numero di ore giornaliere per permettermi di riposare.

Insomma, il mio autunno con le allergie sta andando bene, se non fosse che è autunno :).

La mia estate 2018 con le allergie

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L’estate si è protratta fino all’altro ieri e io mi sono goduta questo inizio di autunno inusuale. Adoro il mare (anche d’inverno per la verità). Adoro il sole (sempre). Adoro il caldo. Sono passati quasi due mesi dall’ultimo post nel mio giardino d’inverno.

Anche se con un po’ di ritardo mi sembra doveroso raccontarvi le mie disavventure allergiche. Avete letto bene! Non una, ma ben due volte il mio sistema immunitario mi ha ricordato che non sono guarita e il ricorso ai farmaci ha interrotto la lunga (per me) catena positiva di convivenza con le mie allergie.

La prima reazione allergica è accaduta per colpa della mia disattenzione e del buio. Ebbene sì! A fine luglio mio figlio è stato sottoposto ad un intervento chirurgico piuttosto invasivo, con ricovero ospedaliero nel reparto di pediatria della città vicina. Tutta la famiglia voleva stargli vicino per cui alle 6 del mattino eravamo tutti pronti per accompagnarlo e restargli vicino per l’intera giornata, visto che ci avevano assicurato che in serata l’avrebbero dimesso. All’ora dei pasti, gli infermieri hanno avuto la gentilezza di portare (non solo a me, ovviamente) un pasto per il bambino e uno per l’accompagnatore. Le sorelle sono piuttosto esubertanti e, dopo una decina di ore chiuse in ospedale, mio marito ha deciso di portarle a fare un giro all’ora del tramonto. Quando è arrivata la cena l’atmosfera in camera era tranquilla (mio figlio era riuscito a prendere sonno, finalmente) e non ho avuto cuore di accendere la luce per verificare cosa ci fosse nel piatto. Hamburger e patate lesse mi sembravano abbastanza in sintonia con una corsia di ospedale in pediatria. Ripeto, era buio e sono stata (molto) superficiale. Ho preso un boccone di carne e non ho nemmeno fatto in tempo a mandare giù il primo boccone che una strana sensazione (non molto insolito e ben nota a chi soffre di allergie alimentari), si è diffusa in bocca. Al rientro in camera di mio marito, gli ho fatto notare che qualcosa non quadrava, ma la priorità era nostro figlio (che ha tollerato male l’anestesia totale e il dolore post operatorio ricominciava farsi sentire).

Durante il viaggio di ritorno, il prurito ha cominciato a farsi strada a partire dalle ascelle (questa è una vera novità per me, visto che di solito la reazione mi partiva dagli occhi) per poi diffondersi ovunque. Ho preso al volo la mia bella dose di antistaminico e cortisone e ho provato ad aspettare che facessero effetto. Che dire? Mi sono spaventata e mio marito mi ha portato nell’ospedale della nostra città e, visto che non ero in fin di vita, e avevo già assunto i farmaci del caso gli infermieri mi hanno fatto accomodare nella sala d’aspetto. Ho mandato mio marito a casa dai bambini e ho aspettato (che la reazione si interrompesse o che la situazione precipitasse).

Volete sapere cosa mi ha causato tutto ciò? Funghi! L’hamburger era coperto da sottilissime fettine di funghi dello stesso colore della carne…

La seconda (dis)avventura allergica è stata causata da un olio per la protezione solare. Uso pochissime creme (ne ho già avuto modo di parlare), ma quest’anno mi sentivo abbastanza sicura da utilizzare un olio di una nota marca che ha un occhio di riguardo per le pelli sensibili come la mia. In un pomeriggio molto ventoso, avevo le labbra secchissime e ho pensato di usare quell’olio. Di solito sono gli occhi ad essere sensibili al contatto di creme e oli, solari e non, quindi – di nuovo – non ho pensato al peggio. Verso l’ora di cena sentivo ancora il sapore dell’unguento in bocca e una strana sensazione al palato, che con il passare del tempo ha cominciato a gonfiarsi. Considerato il gran caldo e il vento secco non ho pensato che potesse trattarsi di una reazione allergica. Che scema, vero? Il mio sistema immunitario ha deciso di darmi una svegliata. Nel giro di un paio di ore ha cominciato a diffondersi un “bel” prurito ovunque, sempre più intenso. Sì, non c’erano dubbi! Ho fatto ricorso ai farmaci necessari e non sono voluta andare in ospedale (nonostante mio marito fosse pronto con le chiavi della macchina e mi chiedesse ogni due minuti come procedeva…).

La mia estate 2018 con le allergie non è stata come me l’aspettavo. E’ stato un brutto passo indietro rispetto a quell’ottimismo di cui parlavo solo qualche mese fa, ma quanto successo mi riporta semplicemente con i piedi per terra. Mai abbassare la guardia con le allergie. Mai!

E voi? Raccontatemi qualcosa di bello!

Pausa estiva (non per le allergie)

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Il blog Vivere con le allergie, come ogni anno in questo periodo, si prende una piccola pausa estiva. Le allergie un po’ meno, ma che ve lo dico a fare :)? Vi racconterò alla ripresa autunnale l’ultima (im)prevedibile reazione allergica importante e un ritorno al pronto soccorso dopo tanti anni.

E’ tempo di mare, di monti e di viaggi e anche questo giardino virtuale chiude i battenti fino a settembre. In questo periodo, oltre a lavorare (le mie ferie ufficiali cominciano verso ferragosto), ho un po’ di progetti in cantiere da portare avanti.

Per fortuna vivo in una città di mare e posso dire di sentirmi in vacanza fin dai primi giorni di sole, non appena comincio a stazionare sotto l’ombrellone in spiaggia, anche se quest’anno la rilassatezza tipica estiva deve ancora arrivare.

Auguro a tutti voi una felice estate e delle vacanze di puro relax.

Salvo qualche aggiornamento sulla pagina Fb e via Twitter, vi aspetto a settembre qui sul blog per parlare ancora insieme di allergie  :).

Allergie: Sonia di Vita senza nickel

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Oggi sono felice di ospitare l’intervista di Sonia, fondatrice di Vita senza nickel, e che con il nichel – ma non solo –  ha anche lei il suo bel da fare.

Ve la presento.

“Sono Sonia, ho 31 anni. Sono allergica al nichel da quando ero piccola, ma non solo. Mi accompagnano anche allergia a cobalto, polvere, acari, ulivo, parietaria e intolleranza a lattosio, più sensibilità a glutine, uova e lieviti. Una lista bella lunga! Dico la verità: fino a qualche anno fa la mia vita non era normale. Sospetto di essere allergica sin dall’asilo, ma le prime diagnosi sono arrivate quando avevo 16 anni. Tramite Patch test fu rilevata una forte sensibilità cutanea al nichel. Nessuno mi parlò dell’esistenza della Sindrome da allergia sistemica al Nichel (SNAS) e la situazione fu presa sotto gamba.

Eppure ho sempre avuto molteplici sintomi sia gastrointestinali che cutanei. I principali erano: gastroenterite, gonfiore addominale, stanchezza, mal di testa e sovrappeso, eczema diffuso, bolle, prurito e rossori, gonfiore degli arti, afte. Ero disperata, perché nessun medico riusciva a trovare una risposta ai miei malesseri, anzi venivo bollata come malata immaginaria o persona pigra.
Per la Dermatite allergica da contatto (DAC) la prassi indicatami consisteva semplicemente nel non indossare bigiotteria. Eppure continuavo a star male. Perché? Col tempo è cresciuta in me la voglia e la determinazione per scoprire quali fossero i miei reali problemi e trovare finalmente una soluzione.

Io volevo una vita come quella degli altri! Dieci anni dopo mi ritrovai ad essere un caso di studio al Policlinico di Bari. Tuttavia nessun dottore riusciva a capire ed aiutarmi. Disperata, cercai di documentarmi sul web, dove trovai tantissime informazioni discordanti.

Che fare?

Scorrendo sulla mia bacheca Facebook, un giorno mi venne in mente che avrei potuto cercare di capirci qualcosa, iscrivendomi ad alcuni gruppi sull’allergia al nichel. Ho trovato e trovo tante risposte e ho cominciato a studiare anche io. Volevo stare bene. Volevo ricambiare l’affetto e l’aiuto che avevo ricevuto. Proprio in quel periodo mi capitò per caso di creare un blog per il mio lavoro. Mi chiesero di usare un argomento che mi appassionasse e scelsi il nichel. In quel modo avrei potuto raggiungere sempre più persone e dare loro una mano.

Quello che ho imparato e studiato, si trova tutto sul mio sito Vita senza nickel.

Ecco però i principali consigli per chi soffre di allergia al nichel:
1. Trovare un allergologo specializzato in allergia al nichel e un buon nutrizionista che lo affianchi per equilibrare una dieta complessa;
2. Agire in accordo col medico a seconda del proprio caso. Distinguere tra allergia da contatto e allergia sistemica: procedure e cure possono essere differenti.
3. In entrambi i casi è buona norma utilizzare prodotti per igiene personale e della casa, cosmetici, tinture e smalti nichel tested.
4. Abolire il fumo di sigaretta.
5. Utilizzare vestiti e indumenti intimi in fibre naturali, di colori chiari o accesi (no alle tinte scure).
6. Per chi soffre di Sindrome da allergia sistemica al Nichel (Snas), almeno inizialmente, abolire tutti i cibi confezionati e cercare di cucinare tutto in casa con pentole nichel free e utensili idonei.
7. Evitare cibi contenuti in lattine, l’alluminio alimentare e cotture quali la frittura, l’affumicatura e la cottura alla brace su carbonella. Le temperature troppo alte modificano la composizione dei cibi e liberano nichel.

Stare bene è possibile. Bisogna affidarsi a medici specializzati e competenti, che studino ciascun caso e stabiliscano una cura personalizzata per ognuno. Spesso l’allergia al nichel si lega ad altre patologie e allergie, ma io e tanti altri allergici siamo la prova che si può imparare a gestirle e avere una vita soddisfacente. Lottare ogni giorno è importante, perché ci permette di raggiungere ottimi risultati e riprendere in mano la nostra salute. La mia esperienza dimostra che essere uniti è una grande forza. Ho caperto un gruppo Facebook “Vita senza nickel community” in cui tanti nickelini si sostengono ogni giorno per affrontare problemi quotidiani.”

Sono curiosa. Quanto la convivenza con le allergie ha condizionato, o condiziona ancora, la Sua vita di tutti giorni?

Quando ancora non sapevo di essere allergica ad una moltitudine di cose, non avevo una vita normale. Gastroenterite perenne e difese immunitarie basse mi costringevano spesso ad assentarmi da scuola, col rischio di perdere l’anno per le troppe assenze. Ero debilitata e avevo la costante paura di sentirmi male uscendo o nelle più disparate situazioni. Avevo il mio kit di sopravvivenza sempre a portata di mano: fazzoletti, antidolorifico, antidiarroico, antispastico e fermenti lattici. Ero costretta a rifiutare una marea d’inviti dagli amici o dai fidanzati, isolandomi di conseguenza. Isolamento dovuto anche al fatto che gli altri non capissero né percepissero il mio disagio.

Ho seguito una moltitudine di diete, che mi facevano stare peggio e il mio peso aumentava e diminuiva continuamente.

Oggi fortunatamente la situazione è molto cambiata. Riesco ad avere una vita piuttosto normale. Mi sento limitata solo quando esco fuori a cena o per un caffè, perché effettivamente è difficile trovare cibi adatti. Uso sempre le mie precauzioni: preferire cibi non cotti prima di tutto. Insalate concesse, prosciutto crudo, bresaola, grana stagionato, frutta, frullati, estratti di frutta. Ottima soluzione carne e pesce cotti con carta da forno o pizza con ingredienti consentiti.

Quale allergia Le pesa di più? Perché?

In effetti sono due: allergia al nichel e intolleranza al lattosio. Con il nichel ormai sono in grado di gestirmi bene, ma trovo seccante dover rinunciare a parecchie cose e non potermi “arrangiare” con cibi o prodotti facilmente reperibili; quindi dover cucinare qualsiasi cosa. L’intolleranza al lattosio la giudico pesante perché mi limita ulteriormente nella dieta, ma in particolare i sintomi che ho sono i peggiori. Per ora non sono riuscita a reintrodurre nemmeno i delattosati, ma sono fiduciosa per il futuro.

Oltre all’allergologo, è ricorsa ad altri specialisti? Se sì, quali e perché?

Nella mia lunga esperienza coi medici, mi sono avvalsa di numerose figure, cercando di capire quali fossero i miei problemi di salute. Allergologi, nefrologo, reumatologi vari, gastroenterologi, nutrizionisti, dermatologi, ginecologi, omeopati, otorinolaringoiatri. Infatti i miei sintomi sono molteplici e riguardano diversi aspetti, non solo quello alimentare.

Secondo Lei, se la risposta è affermativa, quanto la Sua emotività influenza o ha influenzato il Suo sistema immunitario?

E’ un po’ difficile rispondere alla domanda. Mi spiego: quando si sta sempre molto male, penso sia normale sviluppare dapprima sconforto e poi una lieve depressione. Non capire, non trovare risposte ai propri sintomi e pensare di non poter trovare un rimedio per avere una vita normale pesa molto, soprattutto quando si è adolescenti. Si è molto fragili.  Si sente ogni cosa 100 volte di più, non si riesce a razionalizzare e si assolutizza la propria esperienza.

Quindi penso che le due cose dipendano l’una dall’altra: non essere in salute demoralizza molto e ciò si ripercuote anche sul sistema immunitario. La forza di volontà mi è stata molto di aiuto per trovare le risposte che mi servivano e per rialzarmi nei momenti più difficili. Anche chi ci è accanto è importante per aiutarci ad affrontare una situazione così spinosa, almeno nel mio caso.

Quali consigli si sente di dare a chi oggi chiude la porta dello studio di un allergologo con una diagnosi di un cocktail di allergie e deve cavarsela da solo?

Dopo aver accertato con test specifici le allergie, è necessario indagare su altre possibili patologie, che possono avere sintomi simili. Io consiglio, non solo di informarsi tanto, ma di studiare da fonti affidabili per poter migliorare la propria situazione anche con rimedi naturali. Chi è allergico tende sempre a trattare i sintomi con cortisone e antistaminici. Niente di più sbagliato se la cura diventa un abuso!

Ci sono molti modi per stare meglio e in questa ricerca ritengo che siano molto utili i gruppi Facebook sulle allergie, dove persone allergiche condividono la propria esperienza e i propri consigli. E’ possibile anche farsi suggerire medici specializzati in quell’allergia specifica, perché a volte è difficile trovarne.

Importantissimo è trovare i medici giusti. Per chi è allergico al nichel sono fondamentali immunologo e nutrizionista. Il nichel spesso si lega ad altri problemi, quindi un immunologo può aiutare a trovare tutte le risposte, mentre un nutrizionista preparato può calibrare la dieta. Facilissimo affidarsi a diete generiche e avere scompensi. Certo, si parte da una dieta generale, ma ciascuno è un soggetto a sé con una storia clinica particolare di cui tener conto. La dieta generale va adattata necessariamente e il fai da te non è assolutamente la strada giusta.

Cosa aiuta Lei nei giorni “no”?

A dire la verità l’allergia al nichel mi ha insegnato ad essere positiva e ad affrontare le cose in modo sereno. Affannarsi per ciò che non possiamo mangiare o fare è una perdita di tempo, per cui cerco modi sempre creativi per usare tutti gli ingredienti permessi e mangiare cose che mi piacciano senza troppe rinunce per il gusto.

Il segreto è vedere le alternative! Trasformare le proprie debolezze in punti di forza!

Vedere il solito petto di pollo che ti fissa dall’incarto è tristissimo, ma se lo trasformiamo in qualcosa di nuovo, sicuramente acquisterà tutta un’altra “luce”.

Se invece non sto bene, so già come agire. Lamentarmi non risolve le cose, agire sì.

Fondamentale non perdere mai la speranza di trovare medici capaci, che ci aiutino a migliorare la nostra situazione.

Grazie Sonia per avere condiviso la tua storia.

 

Piano d’Azione per un’allergologia sociale

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Vivere con le allergie, questo giardino d’inverno, aderisce alla campagna nazionale a sostegno dei diritti delle persone allergiche. Come potrebbe non farlo?

Gli obiettivi cui mira la raccolta di firme sono l’accesso ai centri di allergologia, a diagnosi precoci e al rimborso delle terapie salvavita.

Una firma contro le allergie e l’asma” per migliorare la vita delle persone allergiche e rafforzare le istanze dell’allergologia italiana, chiedendo il sostegno di tutti: pubblica opinione, associazioni, pazienti e medici. E ovviamente il nostro.

“Le malattie allergiche nel loro diverse forme – spiega l’Associazione Allergologi ed Immunologi Italiani Territoriali ed Ospedalieri (Aaiito) – sono in continuo aumento, ma gli allergologi sono sempre meno.
I dati epidemiologici sono allarmanti: in Italia si stima che siano ben 15 milioni le persone ad essere colpite da allergia, circa 1 su 4, un dato destinato a raddoppiare entro il 2025. Per quanto riguarda i centri delle rete allergologica italiana, dati 2017 contano in totale 63 strutture tra unità operative semplici e complesse; mentre, per quanto riguarda il territorio, il rapporto stimato è di 1 ora di specialistica allergologica per ogni 32.000 abitanti. In sintesi quindi a fronte del crescente peso epidemiologico delle malattie allergiche, le strutture specialistiche presenti sul territorio sono numericamente insufficienti per far fronte alla domanda dei pazienti. Una situazione, questa, che porta spesso danni al paziente in termini di ritardo diagnostico e appropriatezza terapeutica e conseguente qualità della vita”.

“Proprio in considerazione dei questo scenario abbiamo pensato di lanciare un’iniziativa senza precedenti in Italia – dichiara Musarra, Presidente Aaiito – con l’obiettivo di attivare un movimento d’opinione per sensibilizzare le istituzioni ed avanzare nei prossimi mesi una proposta concreta come l’istituzione di un tavolo tecnico in cui discutere nuove soluzioni e programmi sanitari più efficaci per l’allergologia italiana”.

“La raccolta delle adesioni – precisa l’Aaiito – sarà aperta fino al 30 settembre ed avverrà esclusivamente on-line attraverso l’inserimento di pochi semplici dati, da parte di singole persone e associazioni su un form, disponibile nella sezione dedicata del sito Allergicamente”.

FederAsma e Allergie Onlus aderisce alla campagna ed in particolare rilancia l’appello per garantire il rimborso in tutte le regioni italiane delle terapie salvavita. “FederAsma ed Allergie Onlus – spiega Filippo Tesi, Presidente dell’associazione – è da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei pazienti. Per questo motivo desideriamo segnalare, una volta ancora, ai cittadini e alle istituzioni la necessità di correggere un problema che vede l’Italia muoversi a due velocità, nell’accesso a importanti terapie salvavita. Il riferimento è all’Immunoterapia specifica per il veleno di imenotteri che a oggi non è rimborsata in tutte le regioni italiane, pur rappresentando secondo gli esperti, l’unica terapia in grado di regolare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli da successive reazioni nel lungo termine. Alcune importanti regioni come la Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna non presentano nessun tipo di rimborso. Questa disparità di trattamento, a fronte di linee guida scientifiche chiare, non dovrebbe esistere. Per questo motivo ci batteremo affinché i diritti dei pazienti all’accesso all’Immunoterapia, siano gli stessi in tutta Italia”.

Nella proposta di programmazione sanitaria Aaiito punta a sviluppare un progetto di Reti Cliniche integrate. “Tale organizzazione, infatti – spiega l’Associazione – può rappresentare un’innovazione organizzativa che mira a consolidare la sicurezza e la qualità delle cure, equità del loro accesso e sostenibilità economica delle scelte. Nel modello che AAIITO sta sviluppando la rete dovrebbe comprendere gli ambulatori di I° livello per inquadramento diagnostico e filtro per eventuale invio al II° livello. Le Strutture Ospedaliere di II° livello sono quelle che si faranno carico delle prestazioni allergologiche più complesse. In conclusione questo modello rappresenta una proposta concreta per garantire al singolo paziente una diagnosi accurata ed una terapia realmente personalizzata, evitando di innescare quella “sindrome di Ulisse” che porta il paziente ad un pellegrinaggio continuo tra vari specialisti. Quindi migliorare l’appropriatezza e ridurre i costi che, in ambito allergologico, sono in massima parte sostenuti dagli stessi pazienti è senza dubbio l’obiettivo finale”.

Leggi e condivi i nostri punti per sostenere l’allergologia italiana ed i bisogni dei pazienti allergici:

  • Rendere più semplice l’accesso ai centri di allergologia
  • Favorire la diagnosi precoce delle malattie allergiche
  • Rendere gratuite le principali terapie

Che ne dite? Ci state anche voi?

Per firmare e compilare il form c’è tempo entro il 30 settembre 2018!

Fonte: http://www.panoramasanita.it/2018/04/11/allergicamente-piano-dazione-per-una-allergologia-sociale/

Allergie e empatia

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Oggi nel mio giardino d’inverno propongo una nuova Storia “allergica” per chi capitasse da queste parti per la prima volta con la sindrome “E ora che faccio?” dopo aver scoperto di avere una o più allergie con cui convivere o per chi mi segue più assiduamente (della serie non capita solo a me…).

Questo diario virtuale è nato proprio con l’intento di condividere con altri allergici le peripezie che vivere con le allergie porta con sé.

Di solito arrivate a leggermi proprio quando non ne potete più di studiare soluzioni (alternative) per guarire. Sono convinta qui, come nella vita di tutti i giorni, che una piccola comunità che condivide con il sorriso anche piccoli momenti di crisi (assolutamente umana) possa essere di aiuto per affrontarle a testa alta.

Perché lo faccio?

Facile! Perché è quello che avrei voluto trovare io quando ho scoperto che il mio sistema immunitario non funzionava bene come quello di tutti quelli che conoscevo e mi sentivo un po’ come Calimero. In una società di interconnessi è più facile trovare qualcuno di simile a noi oggi. Una ventina di anni fa no. Mi sentivo davvero sola…

Ecco quindi una storia di comune “allergia” di una lettrice.

Buongiorno Simonetta ho trovato il tuo sito molto interessante. Sono anni che combatto con le mie molteplici allergie. Finalmente ora ho trovato dei medici che non si sono soffermati solo a prove cutanee ma stanno approfondendo i miei problemi. Purtroppo ho vari tipi di allergie […] e ad oggi devo eliminare anche i cibi che liberano istamina e tiramina. Praticamente devo imparare a vivere all’età di 44 anni. Negli ultimi anni i miei problemi sono peggiorati, fino a scatenarmi anche un asma allergica,o ltre ad avere già eruzioni cutanee e shock anafilattico.
Spero insieme a voi di trovare un aiuto per chi come noi soffre di queste allergie che io chiamo “allergiche al mondo”.

Ciao C.,
grazie per il “voi”, ma solo una sola con tante allergie come te. Ci convivo da 16 anni con alti e bassi e adesso ho 45 anni. Quindi sei in “buona” compagnia.
Da quando ho aperto il blog siete in tante a scrivermi e questo mi rassicura, perché vuol dire che non succede solo a me.
Alcune hanno anche raccontato la loro storia nel blog proprio a dimostrazione che – almeno umanamente – possiamo solidarizzare.
Benvenuta nel “club pluriallergiche”.
Quando vuoi sono qui :).
Non sono un medico, ma ti capisco alla perfezione.

Leggendo le tue esperienze mi sembra di leggere il mio diario quotidiano. Alcune volte mi prende lo sconforto perché mi sembra che tutto mi danneggia. Anche io come te ho problemi con l’acqua, mi riempivo di ponfi. A seconda del tipo di calzature che indosso i miei piedi assomigliano a quelli di un lebbroso. Da vergognarsi! Specialmente in estate se devo mettere dei sandali. L’aumento di peso mi ha peggiorato la situazione, sia a livello respiratorio che cutaneo. A breve dovrò rifare il patch test per approfondire se ci siano altre cause scatenanti. Nel frattempo sono a dieta a basso contenuto di conservanti e additivi, niente FANS, niente alimenti che liberano istamina e tiramina, perché in questo momento sono in una fase acuta. Scusa lo sfogo, ma solo chi soffre di queste problematiche può capire.

Viviamo “sulle spine” e hai detto bene: siamo “allergiche al mondo” e io aggiungo al mondo “moderno”. Siamo solo più sensibili, credo (o comunque è quello che mi dico per giustificarmi…).

Come questa lettrice ha colto perfettamente è che questo spazio non è più solo mio, ma nostro. Mi piace esserci quando ne avete bisogno per fare due chiacchere. Niente di più, ma molto importanti quando se ne sente la necessità. Chissà se solidarietà ed empatia sono un effetto collaterale delle allergie?

Un abbraccio forte a tutte noi.

Allergie e maggiore consapevolezza di se stessi

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Ci sono dei giorni in cui mi sento orgogliosa per la tenacia e il coraggio con cui ho affrontato le mie allergie. Sono tante e l’ultimo shock anafilattico lo ricordo molto bene anche se è passato un po’ di tempo da quella volta. Oggi, riguardando indietro la mia convivenza con le allergie, posso dire che mi hanno permesso di crescere molto come persona e che alcune doti (o che comunque io ritengo tali) si sono evolute e mi sono diventati utili nella vita di tutti i giorni. Posso sembrare poco modesta, ma credo che ogni tanto una pacca sulle spalle ho imparato a darmela da sola.

Vivere con le allergie mi ha insegnato ad avere pazienza. Vivere con le allergie e con i miei tre figli, per la verità. Pazienza come paziente. E non parlo solo delle ore in sala d’attesa (non ho mai fatto un conteggio esatto, ma rimarrò con questo dubbio matematico), ma anche di pazienza nel fare per quasi dieci anni il vaccino antiallergico (la cosiddetta immunoterapia) in attesa che qualche Prick desse segno di miglioramento (che alla fine per fortuna c’è stato). Pazienza nei confronti di chi tutt’ora ti fa sentire inadeguata perché non puoi mangiare “come una persona normale” (che poi come sarebbe ‘sta persona normale?).

Vivere con le allergie mi ha insegnato ad osservare. In un mondo in cui tutto va alla velocità della luce, essere attenta ai particolari più insignificanti e ricordarseli può fare la differenza per una persona allergica. Curare un diario quotidiano per anni ti aiuta ad avere consapevolezza nelle scelte che fai. Ecco, io vivo in modalità osservatrice ogni giorno. Magari i miei figli e mio marito potrebbero avere qualcosa di cui lamentarsi visto che vedo e ricordo (quasi) tutto, ma il mio spirito di osservazione non permette loro di farlo.

Vivere con le allergie mi ha insegnato ad apprezzare le piccole cose.
Certo, mi direte voi, mica c’è bisogno di avere tutte le allergie che hai tu per farlo!
No, sicuro, ma assaggiare un alimento che non hai potuto mangiare per anni, vi assicuro che permette di cogliere anche i più piccoli piaceri della vita che molto spesso sono dati per scontati. Poi, qualcuno mi potrebbe accusare di accontentarmi di poco, ma a me quel poco piace. E questo basta.

Vivere con le allergie, il blog in questo caso, mi ha permesso di conoscere tante persone nelle mie stesse condizioni. In molti casi avevano solo bisogno di scambiare qualche parola con qualcuno che avesse vissuto la medesima situazione perché, quando ci sei dentro fino al collo, ti sembra di essere da solo nell’universo. E invece, nella sfiga di essere allergici – e magari allergici gravi – è bello sapere che almeno virtualmente non si è soli. Questo ha aiutato loro, ma ha aiutato anche me. Grazie. Sono piccole soddisfazioni, quelle piccole cose di cui scrivevo sopra.

Per concludere, devo dire che negli anni ho avuto dei grandi alleati.

Primo fra tutti quel sant’uomo di mio marito che mi supporta (e sopporta) con la sua ironia e il suo affetto da quando avevo 28 anni.

I miei medici senza i quali non avrei fatto il piano terapeutico che mi ha portato a stare meglio.

Ultimi, ma non meno importanti: la lettura e la scrittura. Ho letto fior fiore di manuali sullo stare bene con me stessa nonostante il mio sistema immunitario ballerino, alcuni dei quali ho proposto anche qui tra le pagine di questo notes virtuale. Aggiornare un diario delle allergie mi ha spronato ad essere più oggettiva e super partes principalmente nei periodi più complicati e nei quali davvero non sapevo a che santo votarmi.

Non lo so se senza allergie sarei arrivata alla stessa consapevolezza. magari sì, chissà? Comunque sia, eccomi ancora qui e pronta ad aggiornarvi sui miei equilibrismi.

E a voi, cosa vi hanno insegnato le vostre allergie su voi stessi?

 

Allergie e rimedi fai-da-te

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Se siete arrivati qui nella speranza di trovare la cura del secolo contro le allergie, credo che sarete delusi. Profondamente delusi.

Curo questo giardino d’inverno da quasi 5 anni (il primo post risale all’aprile 2013 e quasi non ci posso credere di essere ancora qui). L’ho fatto con pazienza, dote che ho coltivato sperimentando sul campo un bel cocktail di allergie da quasi vent’anni. Ci sono stati periodi più difficili, ma ce ne sono stati altri entusiasmanti, come quello che sto sperimentando negli ultimi tempi.

Nel tempo, un po’ per pigrizia e un po’ perché mi conosco meglio (e riconosco subito i segnali di evidenti reazioni allergiche in progress) ho smesso di documentarmi.

Ho deciso di fidarmi ciecamente delle due esperte che mi seguono da anni. La mia allergologa e la mia omeopata. Entrambe medico. Medici tradizionali. Laureate in medicina. Lo sottolineo e lo ribadisco perché l’altro giorno mi sono fatta un giro sul web e mi è capitato di leggere un articolo davvero interessante sull’importanza della presenza web di chi svolge una qualsiasi attività professionale e sul fatto che in generale gli esperti tendano a conservare gelosamente il loro sapere, guardando con la puzza sotto il naso coloro che invece divulgano le loro conoscenze – pur senza essere davvero esperti in materia. La conclusione del ragionamento era che nel web spopolerebbero soprattutto i secondi, i meno esperti, perché comunque hanno il tempo, il coraggio e la faccia tosta di farlo.

Non lo so, ma a me questo ragionamento non mi ha convinto fino in fondo. Innazitutto credo che il Sapere possa avere una vetrina sul web, ma che comunque non sia il web a decretarne la valenza e il valore assoluti. In secondo luogo credo che in fondo il problema siamo noi lettori che a volte abbiamo bisogno di risposte e non abbiamo la pazienza (o il coraggio) di documentarci per davvero, preferendo dare credito al primo che pubblica qualcosa. E soprattutto, dobbiamo ammetterlo, questa smania ci coglie quando si tratta della salute. Ammettetelo! Lo fate anche voi, vero ;)!

Ho provato a ri-leggere il mio blog con l’intento di verificare se anche lui potesse ascriversi alla categoria. Ogni tanto un po’ di autocritica ci vuole.

Premesso tutto ciò mi sono fatta anche un giro per siti che si occupano di allergie, di intolleranze e di alimentazione più in generale. L’ho fatto con lo stesso occhio critico con cui ho riletto i miei vecchi post. E devo ammetterlo! Mi sono spaventata un po’ quando a parlarne non erano medici o professionisti.

Io ho fatto una scelta nel 2013. Ho deciso di non caldeggiare alcun prodotto, né di indicare – nemmeno privatamente – soluzioni fai-da-te. Il motivo è molto semplice: con le allergie non si scherza mai! Di allergia purtroppo si può morire. A tutti consiglio sempre di rivolgersi ad uno specialista. Non a caso già nel 2015 ho scritto le mie semplici regole per vivere con le allergie, tanto per confermare la mia coerenza.

Di siti che propongono soluzioni simil-miracolose putroppo ce ne sono in giro e anche particolarmente attivi sui social. Come non ho la competenza medica per suggerire soluzioni tradizionali, non possiedo nemmeno quella per dire che cure più o meno naturali con l’utilizzo di determinati prodotti non funzionino. C’è un fatto: per quanto disperata sia la vostra situazione, non fidatevi di nessuno che non sia il vostro medico curante. L’esperto geloso del suo sapere e senza il quale io non sarei ancora qui a scrivere.

Allergia al nichel e prodotti per la cura del corpo

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L’inverno che è appena trascorso è stato molto lungo e molto freddo. Per la cronaca: odio l’inverno e odio profondamente il freddo. L’influenza ha assalito con virulenza mio figlio e me e finché non siamo ricorsi all’antibiotico non siamo riusciti a stare bene (lo dico piano perché mio figlio ha di nuovo la tosse e incrocio le dita che se ne vada da sola).

Tutta questa premessa per dire siamo dovuti andare più volte dal medico e subito dopo in farmacia. Qui lo dico e qui lo nego: a me piacciono le farmacie, perché nonostante siano posti dove vai da persona “malata”, hai sempre la sensazione di entrare in un posto bello. La potenza del marketing, no!? Gli spazi sono ampi e luminosi e le confezioni dei prodotti in esposizione hanno colori delicati, ma brillanti. Insomma io mi porterei a casa ogni singola scatolina o barattolo. Sempre più spesso nella farmacia che frequento ci sono delle promotrici di prodotti per la cura della persona e io, da super-allergica al nichel passo sempre oltre con passo spedito. Dal loro punto di vista posso sembrare un po’ snob (o antipatica, per non dire di peggio). Dal mio punto di vista è l’unico modo per evitare di farmi abbindolare. L’ultima volta che è successo risale a parecchio tempo fa (ne avevo parlato in un post dedicato ai cosmetici nichel tested) e da allora ero riuscita a farmi “odiare” da parecchie promoter (e non solo in farmacia).

Forse per via della bronchite persistente, del virus gastro-intestinale o dei primi tiepidi soli primaverili, mi sono fatta trascinare in una lunga conversazione sulla mia pelle delicata e sui prodotti nichel tested e sul fatto che, nonostante la dicitura, io sia rimasta legata a certi prodotti perché dopo quasi vent’anni non mi hanno mai dato problemi.

Non l’avessi mai detto! Il dialogo è sfociato in un’opera di convincimento sbalorditiva.

So cosa state pensando! No, non mi sono fatta convincere questa volta a spendere soldi, anche perché ho spiegato che i prodotti per noi allergici costano di più rispetto a quelli non testati, senza avere la certezza (almeno nel mio caso) di stare bene dopo averli utilizzati. La promotrice è sparita dietro il bancone ed è tornata carica di campioni di creme di tutti i tipi e per ogni età (evidentemente non dovevo avere una bella cera…).

Orgogliosa della mia parlantina e carica di scatoline dai colori delicati (oltre agli antibiotici e ai fermenti lattici) sono tornata a casa felice e soddisfatta.

C’è un però. Le scatoline sono parcheggiate sopra il frigorifero da quindici giorni e non ho ancora avuto il coraggio di sperimentarle.

E voi, come vi comportate con i prodotti nichel tested? Vi è mai capitato di usarli e di avere delle reazioni?

p.s. Sono stata contattata da una giornalista sul tema (chiamatela pure legge di attrazione…). La domanda che mi poneva era: sono i cosmetici o i prodotti per la cura del corpo a causare le allergie? Potete già immaginare quale sia stata la mia posizione. La risposta è no. Non sono i prodotti a causare le allergie, ma se una persona è sensibile e ha una pelle molto reattiva non credo che sia il caso di scherzare. Il consiglio quindi è sempre lo stesso. Fate attenzione e fidatevi solo delle vostre reazioni (testando su angoli di pelle nascosti i prodotti che volete usare su tutto il corpo, prima di cospargervi altrove, soprattutto sul viso e sul girocollo).

Allergie e vegetarianismo

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Continua la serie di post dedicati agli alcuni scambi di consigli con voi lettori di questo giardino d’inverno. Dovete sapere che quando mi guardo virtualmente indietro e rileggo l’articolo nel quale mi auspicavo che questo blog diventasse una sorta di giardino d’inverno, me lo immaginavo proprio così. Dove le persone venivano per parlare di allergie senza sembrare inopportune e accolte proprio per il loro sistema immunitario speciale. Un sorta di paradiso senza pollini, muffe, acari e quant’altro possa causare reazioni allergiche più o meno importanti. Devo anche aggiungere che in questi anni ho scritto davvero tanto front e backend e dovo ammettere di essere stata felice di aiutarvi quando ne avete avuto bisogno (anche per una semplicissima pacca sulle spalle di incoraggiamento).

Oggi il tema mi sembra abbastanza attuale e quasi inevitabile prima o poi nella vita di un allergico al nichel: potrò mai diventare vegetariano o vegano? Ne avevo già parlato in un’altra occasione, ma rispolverando la casella di posta ho trovato nuovi spunti di riflessione.

Salve ho letto con interesse il suo blog e l’articolo Allergie al nichel: dieta proteica. Io sono allergicissima al nichel, ma no ne posso più di mangiare carne e formaggi e vorrei orientarmi verso cibi proteici vegetali. Secondo la tua esperienza cosa si può mangiare tra seitan, soia secca, tofu, tempeh, muscolo di grano, bistecche di lupini?

Cara F.,
come ti capisco! E come se ti voglio rispondere, ci mancherebbe :). Purtroppo però devo dirti che quelli che mi citi tu sono tutti prodotti non consentiti per noi allergicissimi al nichel.
Della serie siamo allergici al “veganismo”. Ci scherzo, ma purtroppo gli unici alimenti per tenere sotto controllo l’accumulo di nichel restano carne e latticini in tutte le variabili possibili.
Io ultimamente tollero le mele, qualche patata e le zucchine.
Mi spiace (lo dico e te, come me lo ripeto da sola).
Quando vuoi, sono qui.

Grazie mille, pensavo che almeno il seitan si potesse. Dei primi piatti oltre al riso, tolleri quinoa o grano saraceno? Per variare…

Purtroppo io non toller(av)o* nemmeno il riso , né la farina di grano tenero. La mia allergologa suppone(va)* che dipenda dal fatto che io sia allergica alle graminacee (le cosiddette allergie crociata) e quinti tutti i cereali sono (stati) per me off limits.
Io non vario e se vario sono cavoli (non gli ortaggi, ovviamente). Una volta mi veniva prurito e mal di testa. Ora mi si gonfia il palato.

Grazie, anche io sono allergica alle graminacee e ogni tanto devo far ricorso al cortisone.

*Da quando ho ricevuto queste mail ne è passata di acqua sotto i ponti. La mia situazione è migliorata moltissimo e quindi oggi risponderei in modo diverso. E cioè che forse noi allergici al nichel non potremo mai essere vegetariani, ma ampliare la lista degli alimenti da assumere sì (senza perdere di vista piccoli segnali di reazione).