Home Blog Page 11

Allergie e arte terapia

2

Uno dei miei propositi per il 2016 è quella di vivere con serenità le mie allergie. Questo vuol dire accettarle per come vengono – nella speranza che non vengano –  e di gestire la vita di tutti i giori con meno stress possibile, visto che quest’ultimo peggiora nel complesso il rendimento del mio sistema immunitario speciale. Chi mi legge qui nel mio giardino d’inverno virtuale non pensi che nella vita di tutti i giorni sia molto diversa. Proprio perché il tema dello stress mi accompagna anche nelle chiacchiere fuori dal web un’amica mi ha fatto un bel pensiero per Natale.

Mi ha regalato Il libro dei sogni edito da Macro C’arte nel 2015. E’ stato un dono che aveva due intenti (tre, per la verità, visto che si trattava del regalo di Natale).

Il primo era quello di regalarmi un sogno. Avevamo parlato da poco di quelle che erano le mie aspirazioni personali e professionali (che poi nel mio caso è una fatica scinderle). Un sogno per natura – o comunque per me – viene idealizzato e, forse, rimane tale perché viene visto come una cosa difficilmente realizzabile e lontana da conquistare. La mia amica mi ha detto che piccoli sogni quotidiani sono altrettanto belli e realizzabili e soprattutto migliorano il nostro umore senza aspettare di afferrare la luna in un tempo remoto.

In secondo luogo la mia amica crede nell’utilizzo dell’arte terapia o “Art Therapy”. Pare che sia una delle arti più antiche nella storia tornata di moda negli ultimi tempi. Può essere vissuta come un rifugio creativo dove rigenerarsi e ritrovare il proprio centro (e non pensare ai problemi quotidiani). Si tratta di un libro raffinato da colorare e utile per rilassarsi. La verità è che le immagini sono talmente belle che all’inizio ho temuto di rovinarlo, cominciando ad usarlo.

Nel weekend ho deciso di mettere da parte le mie paure e ho iniziato a usare i colori a matita. La cosa bella è che non appena ho iniziato a usare i pastelli mi è sfuggito il tempo, perché ero talmente concentrata sui disegni da perdermi tra quelle pagine. Direi che la prova anti-stress l’ha superata alla grande.

Che ve ne pare? E voi, riuscite a regalarvi piccoli sogni quotidiani?

Allergie e nuovo anno

Buon anno a tutti! Passate bene feste?

Tutti i blog con la “B” maiuscola terminano i dodici mesi solari facendo il punto della situazione e iniziano quelli successi con i buoni propositi. In questo giardino d’inverno, dove l’eccezione è la regola, vi dico solo che non ho ancora dei buoni propositi ;). No, ma cosa avete capito? Nel mio caso ce n’è sempre e solo uno – e mica solo nel primo post di gennaio. Il mio proposito è continuare a stare bene e vivere le mie allergie in pace.

Inizierò il 2016 facendo il punto della mia situazione. Vi ricordate il mio post di gennaio 2015? Tranquilli. Sono andata a rileggerlo anch’io. E’ per questo che il web è una magnifica occasione. Lui – almeno lui – ricorda tutto.

Mi ripromettevo di non fare eccezioni di alcun tipo, soprattutto a tavola. Così è stato. Quest’anno non ho sperimentato, semmai ho dovuto ridurre gli ingredienti consentiti (niente più banane e caffè).

Ho smesso di cercare formule magiche per stare meglio. Anzi, mi sono arresa alla terapia tradizionale per tutto il periodo estivo.

Non ho speso un euro in prodotti vagamente nichel-tested per il viso e ho mantenuto intatto l’obiettivo-capelli: basta meches. I capelli stanno crescendo con qualche filo bianco, ma ne vado orgogliosa. Ai miei figli che mi dicono sempre che sono bellissima (ogni scarrafone è bello a mamma sua si è invertito a casa mia. Ahah!), spiego che sono fili di saggezza. Più ne avrò e più diventerò lungimirante e saggia.

Non ho trovato invece un nuovo paio di occhiali: in realtà me ne sono dimenticata o forse, più semplicemente, il colore dei capelli non è poi così male con quelli che già possiedo.

Auspicavo un cambio di look. Effettivamente qualche capo nuovo l’ho trovato. Per esempio questo autunno ho comprato due sciarponi bellissimi in puro cotone che fanno un bellissimo effetto, dando colore al resto. Ho azzardato a comprare due paia di jeans (controllando che fossero di solo cotone) e li sto usando tantissimo con gli anfibi neri, che adoro. Non stupitevi del fatto che abbia comprato due sciarpe e due paia di pantaloni: quando trovo tessuti adatti a me duplico sempre la spesa per essere sicura di averne una scorta.

Mi ero imposta di svolgere una costante attività fisica. L’ho fatta e la sto facendo. Mi appunto in agenda tutte le volte che vado a camminare e che faccio yoga: posso assicurarvi, sfogliandola, che sono stata piuttosto brava, soprattutto nella seconda metà dell’anno.

Mi ero auspicata di essere più rilassata visto che le allergie (e la mia pelle, oltre che i miei mal di testa) si fanno sentire meno quando sono più serena e di ri-leggere alcuni dei libri che ho consigliato anche qui su Vivere con le allergie. L’ho fatto e i libri che sto consultando  – non solo quelli che consigliato qui con voi – mi stanno aiutando molto.

Che dire ancora? Il mio 2015 è stato un buon anno. Quasi-quasi mi porto gli stessi buoni propositi anche nel 2016. Che ne pensate?

E a voi, allergie e nuovo anno cosa vi fanno pensare?

Il giardino d’inverno si colora di rosso natalizio

1

Il giardino d’inverno si colora di rosso natalizio in anticipo. E preciso subito, è il rosso delle feste, non quello porpora di una bella reazione allergica, eh ;).

Oggi è l’Immacolata e questa festa ha regalato a me e alla mia famiglia un lungo weekend  insieme. Come da tradizione abbiamo fatto l’albero di Natale e cominciato a vedere film natalizi entrando a pieno regime nel clima festivo di fine anno. Un po’ presto… – penserete voi.

Già! Quest’anno va così e lo considero una bella fortuna inaspettata. La Dea bendata per questo dicembre mi regala un bel po’ di ferie arretrate e quindi mi considero ufficilmente in vacanza dalla settimana prossima in tutti i sensi. Rimanere a casa senza lo stress di far combaciare orari ed esigenze di tutti sarà sicuramente un toccasana per il mio sistema immunitario che – mi auguro – si potrà concedere una bella pausa lasciandomi tre settimane di puro relax.

Mangiare? Sempre le stesse poche alternative. Nei giorni di festa? Idem (ma che ve lo dico a fare ;)!). E’ vero però che in questo periodo mi sento serena. Non mi sento attanagliata dalla sindrome di Calimero (perché non posso mangiare tutte le prelibazze che nei giorni di festa gli altri trangugiano senza sosta?). Sarà merito del fatto che sto venendo a patti con le mie allergie o che semplicemente avere tre settimane di dolce far nulla familiare mi riappacifica con tutto il resto.

Vi auguro buone feste (a voi, alle vostre allergie e alle vostre famiglie). Qualche aggiornamento potete trovarlo sulla pagina Fb, via Twitter o su G+. Come sempre, se avete voglia di chiacchierare in pvt scrivetemi a vivereconleallergie@gmail sarò felice di sentirvi.

Vi aspetto a gennaio qui sul blog per parlare ancora insieme di allergie (e di cos’altro, sennò :)?).

Allergie e feste di compleanno

So già cosa state pensando dopo aver letto nel titolo del post il connubio allergie e feste di compleanno. Vi dico subito che non ho compiuto gli anni questa settimana :). Né nessuno della mia famiglia.

Né ho intenzione di parlare di dolci, tramezzini e torte con le candeline (che tanto non li posso mangiare, ma tanto lo sapete già).

Nelle ultime tre settimane ho accompagnato i miei figli a svariati compleanni (lo considero quasi un secondo lavoro). Mi era già capitato di scrivere in questo giardino d’inverno di un’altra avventura all’insegna del tanti auguri a te under 6 che si era conclusa con una mia reazione allergica sospetta. “Sospetta” nel senso che era ambigua la causa scatenante, visto che in quell’occasione ero “caduta in tentazione” e avevo assaggiato un “innoncuo” biscotto alla crema.

Non so se a qualche mamma che legge è capitato di osservare, ma chissà perché le feste di compleanno per bambini vengono spesso organizzate in ambienti igienicamente poco curati da più punti di vista.

– Va bene, Simonetta, ma dai! Tanto poi i piccoli sbriciolano, inzaccherano, sudano e puzzano. Mica puoi pretendere la luna! – direte voi.

Nella mia città durante i periodi freddi i compleanni per bambini si festeggiano all’interno di strutture che ospitano dei gonfiabili. Di solito di tratta di capannoni, foderati di moquette o di linoleum, dove fanno bella mostra di sé scivoli enormi dalle forme più strane e dove i pargoli si trasformano in selvaggi grondanti sudore ululanti e sbraitanti che tirano fuori il peggio di sé.

Cerco di evitarli. Sono onesta ;).

L’alternativa è l’uso di locali che fino a qualche tempo prima venivano usati per stagionare i salumi e i formaggi. Stanzoni sotterranei svuotati, privi di finestre per areare, dall’odore inconfondibile di cantina animati per l’occorrenza con un mago o una strega di turno per intrattenere il festeggiato e i suoi amici per due o tre ore.

Dopo gli ultimi tre compleanni temo che dovrò evitare anche questi. Mi sento orrenda (nei confronti dei miei figli).

Quella subdola dell’alternaria mi aspetta e mi mette k.o. Durante l’ultima festa, per intrattenere i genitori – io sono una mamma che non “molla” i bambini e torna a riprenderli alla fine della baraonda – c’erano un paio di divani. L’odore di muffa era lapalissiana. Il bagno poco distante sprigionava la classica puzza di scarichi stagnanti.

Potete immaginare come è andata a finire, vero :(?

Mi sento tremendamente snob. Capisco che si voglia festeggiare i compleanni con più amici possibili, permettendo a tutti di scalmanarsi, ma purtroppo per me sarà difficile continuare ad adeguarmi (e per forza i miei bambini) a questa moda – perché la considero tale. Dove sono finite le festicciole casalinghe? O le pizze a scuola per tutti i compagni?

p.s. Vi confesso che i compleanni dei miei bimbi si fanno ancora in famiglia a casa.

Le allergie e lo specialista di fiducia

3

Oggi affronto un tema un po’ delicato: il rapporto tra le allergie e lo specialista di fiducia. Delicato per due ordini di problemi. Il primo è che la fiducia è un fattore molto soggettivo. Potremmo fidarci di una persona che non vale. Purtroppo quando si tratta di salute a volte si rischia di cercare soluzioni salvifiche impossibili, nella speranza che un miracolo si avveri proprio per noi. Il secondo è che un medico preparato dovrebbe vantare come suo fiore all’occhiello solo la sua preparazione specialistica, ma per noi pazienti qualche volta non basta (o almeno così è per me).

Ora potreste dirmi: – Simonetta, ma guarda che queste considerazioni non valgono solo per le allergie, sai?

Avete perfettamente ragione. Ho un’amica molto cara che si fa seguire per una malattia decisamente più agghiacciante delle allergie dal non-plus-ultra degli specialisti. Purtroppo però umanamente è privo di ogni tatto e sensibilità. Ha alternative? No. Deve però mettere in conto che, ogni volta che lo incontra, le si attorciglierà lo stomaco per una settimana (e non a causa della sua malattia). Però non c’è di meglio nel paese, nel suo campo.

Alla vostra obiezione inoltre rispondo che in questo giardino d’inverno racconto solo di esperienze personali dirette. Non mi azzarderei mai a generalizzare, anche perché – ormai lo ripeto da un pezzo – ogni persona fa storia a parte. In campo allergico, più che mai.

La mia esperienza con l’allergologo che mi segue risale a più di quindici anni fa. Nel 2000 mi ha elencato le mie allergie e dato soluzioni che mi hanno accompagnato fino ad ora, con degli alti e dei bassi. Soprattutto dopo le mie gravidanze – e un netto peggioramento delle mie reazioni – il rapporto, nonostante i controlli periodici si siano diradati nel tempo – si sono raffreddati. Negli ultimi tempi la risposta è sempre stata: – Prendi gli antistaminici.

Ok, direte voi, cosa c’è di sbagliato?

Niente se non che rispettando tutti gli accorgimenti che mi permettevano di stare bene una volta, dovrei stare bene ancora. A meno che…

E’ con questo a meno che… che ho deciso di tornare la settimana scorsa a fare un controllo. Avevo prenotato la visita e aspettavo quella mattina con l’ansia che l’appuntamento con l’allergologo mi crea ogni volta. Sapete cos’è successo? Ho sbagliato giorno. Sì, ho completamente sbagliato giorno e ora. L’appuntamento era per la settimana precedente. Il nuovo appuntamento va a finire a febbraio 2016. Lasciamo perdere il problema delle lunghissime liste d’attesa – non è questo il luogo per discuterne -, ma quello che mi ha deluso – e sollevata allo stesso tempo – è che il medico quella mattina non c’era (capita piuttosto spesso che ci sia un sostituto).

Ora chiedo a voi un consiglio. Visto che spesso e volentieri il mio allergologo non c’è per motivi di salute sua, cosa faccio? Cerco un nuovo allergolo fuori città? Questo vorrebbe dire ricominciare tutto da capo con un perfetto estraneo (scomodo logisticamente, tra l’altro). Oppure incrocio le dita e spero che a febbraio quando avrò la visita sia un giorno in cui è presente? Oppure ancora mi affido solo all’omeopatia e agli antistaminici, senza ulteriori controlli?

Cosa fareste al posto mio?

Allergie e sensi di colpa

0

Care amiche (sì, non ho sbagliato e non accusatemi di essere di parte eh!), oggi mi rivolgo a voi che siete davvero in molte e che spesso mi scrivete in privato per raccontarmi come vivere con le allergie non sia “una passeggiata di salute”.

Lo so e so anche – ed è il motivo per cui è nato questo giardino d’inverno – che ogni tanto avremmo bisogno di fischiare un time out, usando una metafora sportiva.

So pure che ci sono giorni in cui gli equilibrismi – prevalentemente in cucina – ci risultano più facili e altri decisamente meno. Un’amica mi ha fatto notare che nemmeno gli ormoni aiutano in certi periodi del mese. Hai proprio ragione :).

In molte mi fanno notare che la dieta è un grosso problema. Per chi arrivasse in questo blog solo oggi per la prima volta specifico che usando il termine “dieta” non intendo un regime alimentare finalizzato a dimagrire, ma necessario per stare bene e in salute (o nelle peggiori delle ipotesi per non finire direttamente al pronto soccorso). Se, come me, avete una famiglia con un marito che ha particolari esigenze a tavola e bambini che giocoforza ne hanno delle altre, noi restiamo sempre in coda alla catena alimentare e abbiamo due alternative. La prima è quella di mangiare sempre le stesse cose (che già quelle che possiamo mangiare sono poche, limitarle ulteriormente per pigrizia è l’unica alternativa, magari dopo una giornata di lavoro). La seconda ipotesi è che ci lasciamo tentare da alimenti che non ci sono permessi. In questo caso, se siete fortunate, vi portate in dotazione una reazione allergica più o meno violenta. Se va bene un po’ (tanto) prurito, qualche ponfo, un occhio gonfio e qualche bel mal di testa. Se va male, si ricorre al 118. A tutto questo si aggiunge un senso di colpa gigantesco. Questo però lo sappiamo solo noi che ci viviamo con le allergie tutti i giorni e, per quanto mi riguarda, è subdolo, viscido e serpeggia tra i miei pensieri un attimo dopo che ho assaggiato un boccone di pizza bianca. Che poi, se devo stare male, tanto vale che ne mangi un trancio intero

Allora cosa fare? Come mettiamo d’accordo allergie e sensi di colpa?

  1. capita di sgarrare, ma se siete ancora lì a leggermi vuol dire che è andata bene. Fiuuu!
  2. ieri ho sgarrato, ma oggi è un altro giorno. Non focalizzatevi su quello che è successo il giorno prima. Concentratevi solo su oggi.
  3. con un’amica ci siamo ripromesse tutte le sere di appuntare su un notes che teniamo vicino al comodino una cosa bella che ci è successa nella giornata. Ne basta una. Nella vita, a dispetto di quello che tv, web e giornali ci raccontano, il cibo non è l’unico motivo per stare bene con noi stessi e con gli altri.
  4. non abbiate timore di continuare a scrivermi. Fa sentire meno sola me e anche voi. Se vi impegnate con me anche privatamente a raccontarmi una cosa bella che vi è accaduta al giorno (o alla settimana per cominciare) riusciremo a superar anche quei giorni no. Che ci sono eh ;).
  5. apritevi un blog gratuito, se non avete la pazienza di tenere un diario tradizionale con carta e penna su cui raccontarvi. Ve lo consiglio: ammetto che parlare con noi stessi e con una rete anche virtuale fa bene allo spirito e dà coraggio. Una sorta di uno per tutti, tutti per uno 2.0.

Qualcuna di voi potrebbe vederla come una sorta di mal comune mezzo gaudio.

Oppure – e io lo prediligo – vederci solo come persone speciali, un po’ più sensibili al mondo che ci circonda.

Un abbraccio a tutte voi di cuore e felice settimana. Aspetto feed back ;).

Allergia e parti intime

0

Il binomio allergia e parti intime è un tema delicato da affrontare, ma che da un po’ avevo intenzione di affrontare. La scossa me l’ha data una lettrice di questo giardino d’inverno un paio di settimane fa, anche se un’amica in carne e ossa me ne aveva dato più di un motivo qualche mese prima.

Rossori, pruriti, fastidi dovuti alle allergie sparsi per tutto il corpo non creano lo stesso imbarazzo che fanno nascere quando si tratta delle nostre parti più delicate.

Avevo già avuto occasione di parlarne in due post diversi: il primo dal titolo Allergia al nichel e abbigliamento e il secondo Allergia e assorbenti.

Questa volta però sarò più esplicita.

Può capitare che arrossamenti e pruriti interessino le parti intime e chissà perché in prima battuta – pur sapendo di essere allergici – pensiamo di rivolgerci al nostro ginecologo di fiducia.

Apro una breve parentesi. Sono assolutamente favorevole al controllo annuale del proprio apparato riproduttivo, con tanto di visita specialistica pap test e approfondimenti richiesti dal caso. Eppure, difficilmente pensiamo che quelle sensibilizzazioni possano essere delle reazioni allergiche.

Così è successo ad un’amica che ha fatto una serie di esami molto approfonditi per arrivare alla conclusione che si trattava di allergia al detergente.

– Simo, ma lo usavo da una vita. Non è neppure una sottomarca, mica vado a lesinare, ci mancherebbe.

Eppure può accadere che dopo tanti anni di utilizzo di un prodotto (per l’igiene intima o assorbenti interni o esterni) e di certi materiali (fibre sintetiche e/o colorate), all’improvviso (o magari con segnali meno marcati, ma sufficienti a intuire che non state bene) si manifesti prurito più o meno intenso, arrossamenti e in alcuni casi anche delle perdite. Di solito sono queste perdite a farci immaginare problemi diversi da una reazione allergica locale.

Cosa faccio io? – vi chiederete allora.

Uso biancheria intima di cotone bianco. Sì, non è molto chic, ma preferisco andare sul sicuro. Non uso collant in inverno e controllo sempre che i pantaloni che acquisto siano in cotone 100%. Personalmente tollero senza problemi l’elastane. Al momento uso la mia scorta (essì, io faccio le scorte dei capi di abbigliamento che non mi danno reazioni) di pantaloni comprati parecchio tempo fa da una nota marca che ha smesso di produrre pantaloni invernali in cotone 100% prediligendo la viscosa e il poliammide (ad entrambi sono allergica, ma che ve lo dico a fare).

Per l’igiene intima prediligo la linea Vea-Hulka (non vengo pagata per fare pubblicità né ve la consiglio a cuor leggero dopo aver scambiato un paio di battute con una persona che, con la stessa marca, non si è trovata bene: della serie “ogni allergico è un allergico a sé”). Nel dubbio, usate solo acqua per qualche giorno e se l’imputato è un detergente potrete rinunciarci con tranquillità.

Allergie alimentari e dieta

0

– Mamma, ma perché mangi sempre tutto bianco? – La mia terzogenita mi ha chiesto qualche giorno fa. Ha sei anni e mangia alla mia stessa tavola da sempre, ma l’altro giorno – con questa affermazione – mi ha colpita, perché nemmeno io ci avevo fatto caso.

– In verità, non mangio solo cose bianche…

– Invece sì.

Effettivamente prediligo – ma senza accorgermene – alimenti bianchi: mozzarelle e formaggi freschi, latte (senza caffè da sei mesi circa), yogurt, zucchero raffinato, mele sbucciate.

La mia alimentazione, a causa del nichel, è davvero limitata, ma ultimamente senza accorgermene sto restringendo la varietà già piuttosto scarsa a causa della mia pigrizia. Ecco che allora per dimostrare a mia figlia che posso mangiare anche qualcosa di un po’ più colorato (sempre colori pastelli, sia ben chiaro, eh!) mi sono messa d’impegno a elencarglieli.

– La carne non è bianca, per esempio.

– Il pollo però quando è cotto diventa bianco, no?

– Mmm, sì hai ragione, ma il prosciutto crudo è rosa!

– Ok, e poi?

– Le olive sono verdi, l’olio pure. Le uova sono gialle.

Allergie alimentari e dieta “in bianco” quindi. Nel mio caso la dieta in bianco non ha nulla a che vedere con quella comunemente intesa per chi sta poco bene, visto che a me non sono permessi riso e pastina in brodo. E’ proprio il colore delle cose che mangio di solito. E mia figlia ha davvero ragione. Sistema immunitario a parte, sono davvero un pessimo esempio da imitare a tavola per la mia prole ;).

Loro però mi stanno vicino e capiscono (fino a un certo punto, ovviamente) le mie allergie (ma ne avevo già parlato in un altro post). Certo, quando per cena mangio yogurt bianco o gelato (ho scoperto il gelato bio, ma veramente bio, della Coop e dell’Iper che contiene solo zucchero e panna, senza addensanti di alcun tipo) qualche incomprensione sorge.

– Perché tu puoi mangiare solo il gelato e noi no?

In effetti è davvero difficile controbattere ;).

Allergie, bug e feature

0

Allergie, bug e feature? – vi starete chiedendo. Boh! Forse Simonetta sta impazzendo. Vi rassicuro di no. Non sono ancora completamente andata (almeno lo spero).

Nel weekend mio marito ed io riusciamo ad avere qualche attimo di tranquillità e riusciamo a parlare con un po’ di calma. Tre figli sono una benedizione, ma fanno un gran caos quando siamo tutti insieme e fare un discorso articolato è più complicato di quanto non sembri.

Di solito in questo giardino d’inverno parlo molto di me e dei miei pluriennali equilibrismi con le allergie, trascurando il contesto in cui mi colloco come donna e come persona.

Quando parlo quindi di stress non dovete immaginarmi come una top manager in carriera. Al contrario sono una donna impegnata al lavoro (faccio la bibliotecaria part-time), con una famiglia rumorosa e frizzante, un marito e padre dei miei tre figli e una casa. Voi potreste pensare: tutto qua?

Devo dirvi la verità: anche io me lo ripeto spesso. Da dove arriva lo stress, allora? La mia risposta è che derivi dalla stanchezza. Fisica e mentale a star dietro a tutto, sette giorni su sette, trecentosessantacinque giorni all’anno, senza interruzione. E allora se non lo facessi tu? Crollerebbe il mondo? No, non crollerebbe, ma è più forte di me ed è per questo che sto leggendo libri – e soprattutto imparando a metterli in pratica (visto che a leggerli non ci vuole molto) – per allentare la morsa dei miei pensieri, che diventano ansie e paure, in continuo movimento.

– Allora, Simone’, cosa c’entrano con le tue allergie tuo marito e il vostro weekend?

C’entrano perché stavamo parlando dei suoi “difetti” e del fatto che secondo me, alcune caratteristiche (apparentemente?) negative sono in realtà i suoi punti di forza.

– Ah! – ha detto lui – non è un bug, é una feature!

Lui si è messo a ridere e io sono rimasta con un punto di domanda stampato in faccia, un po’ come quello che avete ora voi leggendo questo post.

– Scusa, ma cosa vuoi dire? – ho chiesto io.

– In gergo informatico, quando un utente finale non capisce qualcosa, come per esempio quando gli compaiono nuove finestre o gli si aprono dei pop-up, pensa che sia un difetto e invece è una feature, una peculiarità del sistema. Capito? Un’innovazione!

Tutto questo post per dire che, cari multiallergici, il nostro sistema immunitario non è un bug (un difetto), ma è una feature (una caratteristica) che ci accomuna. E’ singolare essere speciali, tra persone altrettanto speciali.

Stare meglio con le allergie

0

Un paio di settimane fa vi ho accennato di una mia fissa: quella di non dover ricorrere agli antistaminici troppo spesso e troppo a lungo.

Dopo quindici anni ho ceduto all’inevitabile. Quest’estate per tre mesi di fila ci ho fatto ricorso e sono stata bene. Ho tenuto a bada pruriti e mal di testa galoppanti per un quarto di anno. Era così tanto tempo che non mi succedeva. Quando ho provato a sospenderli a metà settembre però è stato un disastro.

L’alternaria la fa da padrona in questo periodo e – a dispetto di quello che sosteneva la mia allergologa – le sue spore sono quelle che mi stanno facendo dannare di più negli ultimi anni.

La terapia omeopatica mi sta aiutando molto. Almeno il mal di testa è sotto controllo (probabilmente anche grazie alla costante attività fisica che da due mesi pratico).

Arrivo al dunque. Ho un paio di idee personali in testa (non necessariamente corrette) che mi frullano da un po’: la prima è che se riesco a stare alla larga dagli allergeni che mi provocano delle reazioni, devo stare bene. Presuntuosa, vero? Se non sto bene, devo capire il perché. In secondo luogo penso che fare uso continuo di terapie sintomatiche (non so se il termine è corretto da un punto di vista medico, eh) alla lunga il mio subdolo sistema immunitario si adegui al loro effetto e quando mi servono davvero non fanno più il loro “dovere” al 100%.

Con questo non mi permetterei mai e poi mai di invitare nessuno di voi a rinunciare alla terapia che state facendo, anche perché presumo che sia stata prescritta dal vostro medico curante. Io però dopo quindici anni di vita vissuta a braccetto con le allergie posso – anche grazie all’osservazione attenta delle mie reazioni – azzardare e volere sperimentare – finché mi è possibile – soluzioni alternative.

Stare meglio con le allergie si può. Credo di poter stare meglio di così. Ci voglio credere. Continuo a crederci.