Care amiche (sì, non ho sbagliato e non accusatemi di essere di parte eh!), oggi mi rivolgo a voi che siete davvero in molte e che spesso mi scrivete in privato per raccontarmi come vivere con le allergie non sia “una passeggiata di salute”.

Lo so e so anche – ed è il motivo per cui è nato questo giardino d’inverno – che ogni tanto avremmo bisogno di fischiare un time out, usando una metafora sportiva.

So pure che ci sono giorni in cui gli equilibrismi – prevalentemente in cucina – ci risultano più facili e altri decisamente meno. Un’amica mi ha fatto notare che nemmeno gli ormoni aiutano in certi periodi del mese. Hai proprio ragione :).

In molte mi fanno notare che la dieta è un grosso problema. Per chi arrivasse in questo blog solo oggi per la prima volta specifico che usando il termine “dieta” non intendo un regime alimentare finalizzato a dimagrire, ma necessario per stare bene e in salute (o nelle peggiori delle ipotesi per non finire direttamente al pronto soccorso). Se, come me, avete una famiglia con un marito che ha particolari esigenze a tavola e bambini che giocoforza ne hanno delle altre, noi restiamo sempre in coda alla catena alimentare e abbiamo due alternative. La prima è quella di mangiare sempre le stesse cose (che già quelle che possiamo mangiare sono poche, limitarle ulteriormente per pigrizia è l’unica alternativa, magari dopo una giornata di lavoro). La seconda ipotesi è che ci lasciamo tentare da alimenti che non ci sono permessi. In questo caso, se siete fortunate, vi portate in dotazione una reazione allergica più o meno violenta. Se va bene un po’ (tanto) prurito, qualche ponfo, un occhio gonfio e qualche bel mal di testa. Se va male, si ricorre al 118. A tutto questo si aggiunge un senso di colpa gigantesco. Questo però lo sappiamo solo noi che ci viviamo con le allergie tutti i giorni e, per quanto mi riguarda, è subdolo, viscido e serpeggia tra i miei pensieri un attimo dopo che ho assaggiato un boccone di pizza bianca. Che poi, se devo stare male, tanto vale che ne mangi un trancio intero

Allora cosa fare? Come mettiamo d’accordo allergie e sensi di colpa?

  1. capita di sgarrare, ma se siete ancora lì a leggermi vuol dire che è andata bene. Fiuuu!
  2. ieri ho sgarrato, ma oggi è un altro giorno. Non focalizzatevi su quello che è successo il giorno prima. Concentratevi solo su oggi.
  3. con un’amica ci siamo ripromesse tutte le sere di appuntare su un notes che teniamo vicino al comodino una cosa bella che ci è successa nella giornata. Ne basta una. Nella vita, a dispetto di quello che tv, web e giornali ci raccontano, il cibo non è l’unico motivo per stare bene con noi stessi e con gli altri.
  4. non abbiate timore di continuare a scrivermi. Fa sentire meno sola me e anche voi. Se vi impegnate con me anche privatamente a raccontarmi una cosa bella che vi è accaduta al giorno (o alla settimana per cominciare) riusciremo a superar anche quei giorni no. Che ci sono eh ;).
  5. apritevi un blog gratuito, se non avete la pazienza di tenere un diario tradizionale con carta e penna su cui raccontarvi. Ve lo consiglio: ammetto che parlare con noi stessi e con una rete anche virtuale fa bene allo spirito e dà coraggio. Una sorta di uno per tutti, tutti per uno 2.0.

Qualcuna di voi potrebbe vederla come una sorta di mal comune mezzo gaudio.

Oppure – e io lo prediligo – vederci solo come persone speciali, un po’ più sensibili al mondo che ci circonda.

Un abbraccio a tutte voi di cuore e felice settimana. Aspetto feed back ;).