Più volte mi sono ritrovata a scrivere dei post partendo dalle domande che qualche lettore pone a Mr. Google e attraverso il quale qualcuno di voi arriva nel mio giardino d’inverno.
Una di questa è che cos’è l’alternaria?
Non siete i soli a domandarvelo. Io stessa prima di scoprire di esserne allergica non sapevo cosa fosse. L’unica cosa che avevo capito era che una volta che ero rimasta un intero pomeriggio in un magazzino chiuso da anni per fare un lavoro di scarto di libri (sono una bibliotecaria) sono dovuta andare al pronto soccorso perché non riuscivo a respirare.
L’alternaria appartiene alla famiglia delle muffe, dei funghi o dei miceti. Le muffe sono parassiti delle piante (cereali, arboree e da ornamento) e si nutrono di sostanze organiche non viventi (come legni morti, pane, ecc.). Producono le spore, che sono deputate alla riproduzione attraverso la diffusione nell’atmosfera, con una funzione simile a quella dei pollini e sono trasportate dal vento anche a grandi distanze.
Si possono trovare all’interno delle abitazioni, sui pavimenti e sulle pareti umide, sui tappeti, sul terriccio delle piante ornamentali. Sono presenti all’interno di materiale organico in decomposizione come frutta, foglie, piante e in generale sul suolo.
Le specie più comuni in Italia sono l’Alternaria e la Cladosporium.
Ho scoperto nel più recente manuale sulle allergie che ho consultato che l’alternaria per esercitare il suo potere allergenico deve raggiungere una concentrazione ambientale di almeno 100 spore/m2 nei mesi con una discreta umidità tra luglio e settembre, mentre la Clodosporium dovrebbe raggiungerne 3000 spore/m2 e, anche in questo caso, avrebbe la sua massima concentrazione atmosferica a fine estate e a inizio autunno, nelle giornate calde e ventose (cit. da Bambini allergici*, Red!).
Un’altra spora famosa è il Penicillum che mantiene invece le stesse concentrazioni quasi tutto l’anno.
Il principale rimedio naturale che io uso è di evitare locali chiusi da molto-troppo tempo.
In questo, l’olfatto mi aiuta moltissimo: non appena riconosco l’odore di muffa esco. Ovviamente, non sempre è possibile farlo, come ad esempio è successo a me, non molto tempo fa, in occasione di un compleanno (potete leggere qui).
Ci sono poi periodi afosi e particolarmente umidi, soprattutto in estate, in cui non ci si salva da nessuna parte. Trovo sollievo allora solo in riva al mare – praticamente in acqua.

*Link affiliato Amazon