Il binomio allergia e parti intime è un tema delicato da affrontare, ma che da un po’ avevo intenzione di affrontare. La scossa me l’ha data una lettrice di questo giardino d’inverno un paio di settimane fa, anche se un’amica in carne e ossa me ne aveva dato più di un motivo qualche mese prima.

Rossori, pruriti, fastidi dovuti alle allergie sparsi per tutto il corpo non creano lo stesso imbarazzo che fanno nascere quando si tratta delle nostre parti più delicate.

Avevo già avuto occasione di parlarne in due post diversi: il primo dal titolo Allergia al nichel e abbigliamento e il secondo Allergia e assorbenti.

Questa volta però sarò più esplicita.

Può capitare che arrossamenti e pruriti interessino le parti intime e chissà perché in prima battuta – pur sapendo di essere allergici – pensiamo di rivolgerci al nostro ginecologo di fiducia.

Apro una breve parentesi. Sono assolutamente favorevole al controllo annuale del proprio apparato riproduttivo, con tanto di visita specialistica pap test e approfondimenti richiesti dal caso. Eppure, difficilmente pensiamo che quelle sensibilizzazioni possano essere delle reazioni allergiche.

Così è successo ad un’amica che ha fatto una serie di esami molto approfonditi per arrivare alla conclusione che si trattava di allergia al detergente.

– Simo, ma lo usavo da una vita. Non è neppure una sottomarca, mica vado a lesinare, ci mancherebbe.

Eppure può accadere che dopo tanti anni di utilizzo di un prodotto (per l’igiene intima o assorbenti interni o esterni) e di certi materiali (fibre sintetiche e/o colorate), all’improvviso (o magari con segnali meno marcati, ma sufficienti a intuire che non state bene) si manifesti prurito più o meno intenso, arrossamenti e in alcuni casi anche delle perdite. Di solito sono queste perdite a farci immaginare problemi diversi da una reazione allergica locale.

Cosa faccio io? – vi chiederete allora.

Uso biancheria intima di cotone bianco. Sì, non è molto chic, ma preferisco andare sul sicuro. Non uso collant in inverno e controllo sempre che i pantaloni che acquisto siano in cotone 100%. Personalmente tollero senza problemi l’elastane. Al momento uso la mia scorta (essì, io faccio le scorte dei capi di abbigliamento che non mi danno reazioni) di pantaloni comprati parecchio tempo fa da una nota marca che ha smesso di produrre pantaloni invernali in cotone 100% prediligendo la viscosa e il poliammide (ad entrambi sono allergica, ma che ve lo dico a fare).

Per l’igiene intima prediligo la linea Vea-Hulka (non vengo pagata per fare pubblicità né ve la consiglio a cuor leggero dopo aver scambiato un paio di battute con una persona che, con la stessa marca, non si è trovata bene: della serie “ogni allergico è un allergico a sé”). Nel dubbio, usate solo acqua per qualche giorno e se l’imputato è un detergente potrete rinunciarci con tranquillità.