Come donna ho sempre desiderato di avere un bambino. A 34 anni, un compagno (magari non proprio convinto di riprodursi) e un lavoro, mi sono ritrovata a chiedere alla mia allergologa, durante una visita periodica: – Doc, ma con tutte le mie allergie potrò mai avere un bambino?
La sua risposta inaspettata è stata: – Forse potrebbe pure farti bene!
L’anno successivo mi sono ripromessa di indagare.

Durante il consueto controllo dalla ginecologa, ho chiesto se ci potessero essere dei problemi nel caso in cui avessi avuto in concreto intenzione di avere un bambino. Questa volta la dottoressa ha preferito prendere tempo. Non ne era così sicura e ha preferito documentarsi.
Esiste un Telefono Rosso per le gravidanze a rischio a cui rivolgersi.
Nel mio caso i problemi che la mia dottoressa si poneva erano di due ordini.
Uno era di tipo preventivo: a causa della mia prolungata dieta priva di frutta, verdura e cereali la quantità di acido folico che naturalmente ingerivo era insignificante e quindi era necessario trovare un integratore a base di tale sostanza che io potessi assumere per i sei mesi precedenti all’ipotetico concepimento per evitare malformazioni ai danni del bambino.
Il secondo ordine di problemi riguardava l’ipotesi che durante la gravidanza si verificassero delle complicazioni che avrebbero richiesto l’assunzione di farmaci specifici.
Il Telefono Rosso ha dato parere negativo. Secondo gli esperti consultati, sarebbe stato meglio che mi orientassi verso l’adozione di un bambino.
Mettetevi comodi perché la storia non finisce qui.

La seconda parte: Allergie e gravidanza

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