Home Blog Page 10

Allergie e la via del Tao

0

A inizio anno ho parlato di resa e accettazione felice alle mie allergie. Letture che risvegliano la mia spiritualità hanno la prerogativa di sedare la mia mente in perenne movimento.

Certo, mi direte voi, bisogna avere il tempo per fare le elucubrazioni che ci proponi tu!

Avete pienamente ragione. Ci vuole tempo e non crediate che io ne abbia talmente tanto da considerare la lettura di saggi un tappa-buchi. Non è così. Ne parlavo giusto con mio marito questa mattina. Di cose da fare tutti i giorni ne abbiamo mille: dobbiamo solo trovare il coraggio di investire la nostra risorsa più importante – la nostra attenzione – per cose che ci fanno bene. Saper scegliere autori o tematiche che mi per-mettono di essere in pace con il mio cervello super-stimolato dalla quotidianità e da un sistema immunitario iper-eccitato è un dono che posso e voglio concedermi.

La new entry nella mia biblioteca anti-stress è Tao, alimento dell’anima* di Sun Junqing (Anima 2016). La pratica del Tao non risolve i vostri problemi con le allergie (e nemmeno i miei, se è per quello), ma mi aiuta a moderare quella sensazione negativa, quella insofferenza mentale – e qualche volta fisica – che la vita di tutti i giorni mi pone davanti.

E’ confermato che lo stress non aiuta a stare meglio (men che meno con le allergie). Cioè, lo stress – questa cosa inconsistente, ma così invasiva – ci fa vivere con maggiore pena alcuni frangenti della nostra giornata. A me fa vivere con più intensità “al ribasso” le mie magagne allergiche. Una giornata pesante al lavoro, un pomeriggio di compiti con i bambini, un patch test (durata dell’esame pari a 72 ore) mi appesantiscono le meningi, ma in alcuni casi anche il fisico. Quelle sono le mie fatiche, che si vanno a sommare a quelle del giorno prima e che prevedo siano il lascia passare per l’indomani.

La conoscenza del Tao, la saggezza di Lao Tze, l’interpretazione di Sun Junqing, maestro di Qi Gong e autore del libro, sono temi che mi rilassano e che mi danno l’opportunità di leggere la natura e l’universo in maniera pacifica (e non battagliera come pretende di farmi fare il mio sistema immunitario). Non a caso la tregua che mi piace concedere al mio sistema immunitario passa anche dal fatto che questo blog vuole assomigliare tanto a un giardino d’inverno, seppur virtuale.

Il tempo lo trovo. Lo voglio trovare. Perché chiudere la giornata con parole di conforto, oppure ritagliarmi qualche mezz’ora mentre i miei figli fanno i compiti mi permettono di essere più serena. Volermi bene e accettare le mie allergie passa anche attraverso la concessione di piccoli piacere quotidiani. Il Tao fa al caso mio.

*Con questo post partecipo al contest di Macrolibrarsi

Allergie: la storia di Mary

0

Il 5 aprile questo giardino d’inverno compie tre anni. In questo periodo ho conosciuto tanti allergici (per la verità le più ciarliere sono state donne…). La storia di oggi è quella di Mary. Qualche volta, dopo aver letto il mio post del martedì, mi fa sapere cosa ne pensa e condivide in privato alcune sue riflessioni. Le ho proposto allora di raccontarsi anche agli altri lettori allergici che seguono Vivere con le allergie. Per mia enorme gioia mi ha detto di sì.

Ecco allora il suo contributo.

– Quando e come hai scoperto di essere allergica? E a che cosa?

Da quel che mi ricordo, sono un soggetto allergico da sempre! Da piccola l’allergia si accompagnava ad attacchi di asma, così aerosol, sciroppi, antistaminici e spruzzi bronchiali sono diventati i miei migliori amici. Le mie allergie sono molteplici: polvere di casa e di farina, peli di cani e gatti, latte di fico, pelo di cavallo, tacchino, fragola, formaggi, muffe parietaria, assenzio… e ultima new entry: il nichel.
Alcune di queste in verità oggi si sono attenuate e non mi creano particolari reazioni, ma ci sono le famose intolleranze, che invece sono più subdole delle allergie vere e proprie … la pesca, l’albicocca, il melone, l’anguria, il kiwi, la banana matura mi irritano il palato che inizia a gonfiarsi e la mia pelle inizia a diventare a chiazze rosse fuoco.

– Quanto la convivenza con le allergie ha condizionato, o condiziona ancora, la tua vita?

Diciamo che le allergie non condizionano ciò che voglio fare, ma condizionano molto il mio stato d’animo. E’ difficile sorridere e rimanere ottimisti quando hai una tosse che di notte non ti ha fatto chiudere un occhio, o ti lacrimano talmente gli occhi da non riuscire ad aprirli. Devo avere molto autocontrollo per non prenderla con chi mi è accanto e non sempre ci riesco. Questi piccoli problemucci, credo, abbiano plasmato un po’ il mio carattere. Probabilmente senza l’allergia sarei un tantino più positiva, e meno irritabile. L’allergia si manifesta in tanti modi e non sempre visibili all’esterno, per cui gli altri non sempre possono rendersi conto di cosa stai attraversando in quel momento. C’è bisogno di molto self-control per nascondere il fatto che hai un prurito incalzante a orecchie e gola, o che vorresti metterti le mani in testa e grattarti come se avessi le pulci. E’ come se la mia capienza di pazienza sia sempre quasi colma e per questo tendo facilmente ad arrabbiarmi per le altre cose.
C’è un lavoro quotidiano da fare e io non demordo. Sono io a controllare l’allergia e non viceversa.

– Quale allergia ti pesa di più? Perché?

Sicuramente quella al nichel, perché in questa parolina così piccola rientrano una quantità infinita di alimenti e oggetti che la contengono. Cambiare da un giorno all’altro dieta alimentare, prodotti cosmetici, accessori e fare attenzione a tante piccole cose che sembrano così insignificanti… come ad esempio smettere di giocare con le monetine in tasca. Non è semplicissimo anche se non impossibile.

Nonostante le tue allergie, sei una mamma. Come l’essere allergica ti influenza nei rapporti con i tuoi bambini?

L’allergia mi crea diversi sensi di colpa nei confronti dei miei bimbi. Il primo è che malgrado razionalmente sia cosciente che la colpa non è mia, è quello di aver trasferito loro la predisposizione all’allergia. Preoccupazione che avevo ancor prima che nascesse il primogenito. Non è un caso che la prima domanda che posi al dottore quando seppi di essere in dolce attesa fu: “Dottore quante possibilità ci sono che il mio bimbo sia un soggetto allergico? Lui: 98%.” Purtroppo non sbagliava. Il senso di colpa arriva puntualmente in tutte quelle giornate in cui l’allergia prende il sopravvento e io sono praticamente ko e non posso dare loro il mio 100% o peggio ancora quando li sgrido intimando di fare silenzio perché “mamma non sta bene”.
Infine, essere cosciente di cosa comporta l’allergia tende a farmi essere un po’ troppo protettiva nei loro confronti, compatendoli invece di sostenerli. E questo non è spirito giusto per far affrontare ai miei gioielli le loro allergie.
La cosa positiva è che me ne rendo conto e corro ai ripari e in cuor mio dico: se ce l’ ho fatta io, perché loro no? E cerco di guardare con ottimismo il futuro.

– Oltre all’allergologo, sei ricorsa ad altri specialisti? Se sì, quali e perché?

In effetti, quando vidi la lista degli alimenti senza nichel che potevo mangiare, mi sono detta che non era possibile per quanto fosse misera. Così mi sono rivolta ad un nutrizionista per approfondire un po’ il misterioso mondo del nichel, dal momento che le mie ricerche su internet mi avevano confusa ancora di più. Il nutrizionista non si è limitato a darmi una mera lista degli alimenti, ma mi ha spiegato cosa fosse il nichel, perché alcuni alimenti ne contenessero di più invece di altri e perché su internet ci fosse tanta confusione. Inoltre, volevo essere certa di iniziare una dieta sì proibitiva, ma che rispondesse al mio fabbisogno quotidiano. Insieme abbiamo iniziato un percorso, fatto anche di sperimentazione. Malgrado ci siano a volte delle piccole crisi, il fatto che ci sia lui a monitorare il tutto mi dà una certa dose di sicurezza e sostegno psicologico.

Secondo te, se la risposta è affermativa, quanto la tua emotività influenza il tuo sistema immunitario?

Ovviamente posso parlare solo della mia esperienza personale e non posso affermare con certezza medica che la mia emotività influenzi veramente il mio sistema immunitario. Noto che in momenti di stress lavorativo tutto sembra peggiorare, soprattutto l’ orticaria. E così si innesca una catena difficile da fermare, perché più mi innervosisco, più non riesco a stare ferma con le mani e più aumenta il prurito. Arrivo al punto di dovermi fermare, respirare profondamente e cercare di autocontrollarmi.

Quali consigli ti senti di dare a chi oggi chiude la porta dello studio di un allergologo con una diagnosi di un cocktail di allergie e deve cavarsela da solo?

Non scoraggiarsi! I momenti “no” ci sono e ci saranno, ma a tutto c’è rimedio. Certo, ci vogliono sacrifici e tempo affinché accettiamo e ci abituiamo ai cambiamenti, e le tentazioni ci saranno, ma piano piano riusciremo a capire come gestire le allergie, le reazioni e come e quando poter fare uno strappo alla regola. Solo tanta pazienza e soprattutto chiedere consigli sempre a un medico. Il fai da te non è una buona idea quando si tratta di salute.

– Cosa aiuta te nei giorni “no”?

Per chi ha bambini piccoli, non ci si può permettere giorni “no”, ma per quanto voglia nasconderli e far finta che non esistano, ci sono! Vorrei dire che il sorriso dei miei bimbi sono sufficienti a farmi andare avanti, ma vi direi una bugia. Il problema è che a volte le reazioni allergiche davvero ti tolgono le forze, e di giocare e di leggere un libro e di disegnare. Il fatto di non poter condurre in modo “normale” le mie giornate, o anche semplicemente di non poter giocare con i miei bimbi mi fa arrabbiare molto. Quindi cerco di starmene un po’ da sola, calmarmi e recuperare un po’ le energie . In questi momenti non è facile convivere con me, perché sono davvero irascibile, ma fortunatamente siamo tutti diversi e ognuno può trovare il proprio modo di rigenerarsi. L’importante è non perdere mai l’ottimismo e ripetersi “finché c’è rimedio va ancora bene”.
Per me funzione, magari potete provarci anche voi.

Grazie Mary per averci permesso di entrare nella tua sfera privata.

A tutti coloro che avessero voglia di raccontare le proprie avventure allergiche vi invito ad inviarmi il vostro contributo, non per esibizionismo, né per sfogarsi un po’ (oddio, magari anche quello ci vuole ogni tanto), ma perché la vostra storia unica e speciale potrebbe aiutare qualcuno che vive le stesse emozioni in compagnia delle allergie.

Buona Pasqua a tutti!

Allergie da contatto, taglio di capelli e occhiali

Vi ricordate il primo post dell’anno? Scriverlo mi ha ridestato l’attenzione sui vecchi propositi, tenendo conto delle mie allergie da contatto, taglio di capelli e occhiali.

La settimana scorsa, grazie ad alcune mattine libere a sorpresa, sono andata a fare delle camminate extra sul lungo mare. In una di queste, tornando verso casa, sono passata davanti al mio parrucchiere e quindi ho pensato di prendere appuntamento per tagliare gli ultimi centimetri di meches residui. Quando la fortuna gira bene, non c’è storia. Infatti quella mattina ho potuto fermarmi subito e tagliare i capelli.

Al termine, ebbra della passeggiata ossigenante, del sole splendente e del taglio fresco, sono andata anche dall’ottico. Mi sono detta: – Me lo merito! Da anni non facevo il controllo della vista (l’ottico di famiglia invece lo ricordava alla perfezione, visto che l’ultimo risaliva al 2011), così ho fatto anche quello: le allergie mi assillano, ma la vista pare che sia costante. Almeno quella, no?

Così mi sono fatta altri due regali: un paio di occhiali da vista che stesse bene con il mio definitivo colore di capelli (castano senza un perché con qualche filo bianco) e un paio di occhiali da sole. Ho speso una follia, ma ne è valsa la pena.

Grazie anche a questo giardino d’inverno, in cui metto nero su bianco le mie riflessioni avevo le idee più chiare su come sceglierli.

  1. A causa della mia allergia al nichel le montature non dovevano avere applicazioni in metallo (eccetto quelle per aprire e chiudere le stanghette, ma quelle distano quasi tre dita dalla mia pelle, come negli occhiali quelli precedenti).
  2. La montatura doveva essere rigorosamente di plastica.
  3. Da un punto di vista estetico dovevano avere colori forti e pieni (non trasparenti, per capirci), per incorniciare lo sguardo e per dare un tocco di colore a una pelle chiara e al naturale come la mia.

Non ho azzardato troppo, con fantasie floreali eccessive, ma la forma ampia (pare che adesso vada di moda così) ha fatto dire ai miei figli che ora ho l’aria da scrittrice. L’ho preso per un complimento.

Allergie alimentari e inviti a cena a sorpresa

0

– Ciao!
– Com’è andata oggi?
– Poteva andare meglio. A te, invece?
– C’è una cosa… Non indovinerai mai!
– Qualche festa di compleanno dei bambini?
– Quasi…
– No, ti prego!

Qualche sera fa mio marito ed io stavamo caricando la lavastoviglie insieme. O meglio lui la carica (mentre io sparecchio la tavola) perché sostiene di saperlo fare meglio di me. Io gli accordo volentieri il primato, fin tanto che mi aiuta in casa. La novità eccitante che aveva da condividere riguardava una cena alla quale era stato invitato come ospite d’onore e dove l’avrebbero aspettato in compagnia della moglie.
Lui pensava di farmi una bella sorpresa.
Io non l’ho presa bene. Allergie e inviti a cena a sorpresa non sono un connubio ideale per me in questo periodo.
Per me è scattato l’automatismo: cena in casa, ospiti di persone sconosciute, che si daranno da fare per cucinare piatti che non potrò mangiare. Risulterò scortese se non mangio. Potrei ricorrere ai farmaci in via preventiva, ma il giorno successivo avrei avuto appuntamento per la visita di controllo con l’allergologa (almeno nei dieci giorni precedenti non potevo assumere antistaminici per verificare con i prick l’andamento delle mie allergie) e quindi dovevo stare lontana dalla mia pochette dei medicinali salva-paura.
La mia risposta è stata: – Non vengo!
Mio marito è un uomo razionale, ma di fronte alle mie rimostranze si è arrabbiato. Molto. In modo pacato, ma abbastanza da farmi sentire in colpa.

Mi ha lasciato cuocere nel mio brodo e non ha più affrontato l’argomento per una settimana. Speravo di averla fatta franca.
La domenica successiva dopo la colazione se ne è uscito: – Se un lettore di Vivere con le allergie ti raccontasse di un invito a sorpresa, cosa gli consiglieresti di fare?

Ho la testa dura, quindi, senza dargli la soddisfazione di aver colto nel segno ho chiesto alla baby sitter se sarebbe stata disponibile a tenere i bambini per la serata inconsueta. In fondo speravo che mi dicesse di no, per poter dare “la colpa” a lei, ma lei che più che una tata è una persona di famiglia mi ha risposto che sarebbe venuta volentieri. Anzi, ha pure aggiunto: – Che bello! Dovreste farlo più spesso!

Con lo stomaco aggrovigliato e una paura terribile sono andata alla cena (portandomi da casa un paio di mozzarelle di scorta – ditemi se si può?). Mio marito si era accordato affinché la padrona di casa fosse a conoscenza delle mie difficoltà.

Volete sapere com’è andata a finire? E’ stata una delle cene di pesce più buone che io ricordi e che abbia potuto mangiare. Orata lessata con un filo di olio in gran quantità. La compagnia è stata ottima e come Cenerentola a mezzanotte sono rientrata a casa con la testa tra le nuvole, felice, leggera e al posto della scarpetta ho dimenticato il contenitore con le mozzarelle da qualche parte.

Tutto è bene quel che finisce bene.

Visto che è l’8 marzo, auguro a tutte le lettrici – allergiche o meno – una felice festa della donna.

Allergie e aromaterapia

0

Il 2016 si è aperto spostando il focus del blog dal mio diario personale delle allergie (anche perché ero in attesa della visita di controllo con la mia allergologa e quindi sono stata con le dita incrociate perché se avessi dovuto ricorrere a qualche antistaminico nei quindici giorni precedenti sarei stat costretta a rimandare l’appuntamento e chissà quando sarebbe andato a finire…) a contributi esterni. E’ un po’ come quando al mattino, dopo una bella notte di sonno, abbiamo bisogno di far ossigenare la stanza. Questa apertura mi sta facendo venire in contatto con persone squisite, che con le allergie ci hanno avuto a che fare in maniera diretta o indiretta, e imbattere in libri che possono essere di aiuto anche per un’allergica di lungo corso come me.

Aroma allergieIn particolare ho letto e sottolineato parecchio (ma è un manuale da tenere a portata di mano per essere consultato al bisogno) Aroma antiallergie* del dottor Jean Pierre Willem, edito da Il Punto d’Incontro. Il sottotitolo del libro mi aveva un po’ spaventata: “80 allergie trattate con gli oli essenziali“. Invece mi sono sorpresa perché si tratta a tutti gli effetti e per buona parte del volume di un corretto e puntuale manuale sulle allergie. Sulle allergie in generale, ma anche nello specifico su alcuni tipi particolari.

La seconda parte del saggio si occupa delle terapie naturali e nello specifico si occupa di omeopatia, fitoterapia e oli essenziali (aromaterapia).

Come ben sapete non sono una fanatica di una terapia a discapito di un’altra, però mi sono trovata d’accordo con l’autore del libro quando scrive: “E’ evidente che vincere l’allergia è necessario identificare l’elemento allergene. Ciò nondimeno – e questo è sicuramente il mio caso – il compito si rivela difficile davanti alla molteplicità di sostanze incriminate. Per contenere la reazione infiammatoria scatenata dalla secrezione di istamina, la medicina allopatica propone antistaminici orali che generano sovente disturbi di vigilanza, oppure creme a base di corticoidi per calmare i pruriti delle patologie cutanee. Queste cure possono essere efficaci a breve termine, ma a medio e lungo termine si possono temere effetti secondari o una reazione di assuefazione.

La cosa più importante però resta sempre la solita. Continua Willem: “Per quanto riguarda le medicine naturali, posseggono rimedi efficaci privi di effetti secondari e ristabiliscono l’energia. Queste cure richiedono l’aiuto di un terapista che consiglierà in sinergia secondo il caso.

Ecco, non affidatevi mai al caso. Qualsiasi terapia vogliate adottare, abbiate sempre il buon senso di affidarvi nelle mani di ottimo professionista. Un professionista serio dunque è richiesto anche nel caso della medicina aromatica, della quale mi sono documentata proprio grazie a questo volume.

In ogni epoca gli uomini hanno utilizzato piante aromatiche. La tecnica di estrazione degli oli essenziali tramite il processo di distillazione è stata messa a punto verso l’anno Mille da un medico di origine iraniana, Avicenna, inventore dell’alambicco. In occidente si dovette aspettare fino al XII secolo perché l’aromaterapia trovasse il suo posto definitivo.”

Che cos’è l’aromaterapia, allora? – vi starete chiedendo.

La medicina allopatica ha fondato la propria attività terapeutica su molecole generate dalla sintesi chimica. L’aromaterapia, invece, si basa sulle proprietà delle molecole aromatiche degli oli essenziali. L’aromaterapia è quindi un sistema allopatico naturale […].
Come ogni prodotto efficace, gli oli essenziali hanno però un lato negativo e possono presentare degli inconvenienti. Possono, in particolar modo, risultare nocivi se utilizzati in dosi eccessive o senza discernimento.” Che poi, se ci pensate bene, vale per qualsiasi medicinale, naturale o tradizionale.

Le modalità di assunzione degli oli essenziali sono diverse (interna o esterna, sulla pelle, tramite bagni aromatici o diffusione nell’aria) ed è compito del medico indicare quale sia preferibile e soprattutto quale rimedio sia consigliabile nella specifica allergia.

Ci sono molte indicazioni di buon senso (quello che piace tanto a me).

L’infatuazione del pubblico – non necessariamente allergico – per tutto ciò che è naturale ha permesso a certi circuiti di vendita di approfittare dell’assenza di regole e di informazioni precise per mettere sul mercato prodotti di qualità mediocre, raffinati o miscelati, a caro prezzo“. Questo – aggiunge l’autore – deve spingere il consumatore a esigere dai fornitori di piante e oli essenziali una garanzia di qualità superiore.

Come sempre non possono mancare sul finale le precauzioni, che pure il dottor Willen, lascia a noi lettori. “Anche in quantità minima una sostanza può scatenare una reazione allergica. A una prima applicazione questa sensibilità generalmente si nota appena. Tuttavia, se siete allergici ad un olio essenziale e lo utilizzate spesso il vostro organismo reagirà sempre più violentemente.

Insomma non si scherza, chiaro? Non pensiate che un olio essenziale sia da prendere sotto gamba.

Purtroppo dalle mie parti non conosco alcun esperto in aromaterapia, né mi affiderei al primo venuto. Rimane il fatto che per noi allergici si aprono nuovi orizzonti terapeutici e chissà che prima o poi non si riesca a trovare rimedi a lungo termine naturali e poco invasivi.

Allergie: Debora Conti e la PNL

0

Da quando ho deciso di aprire il mio giardino d’inverno a esperti professionisti che possono aiutare chi, come me, vive in equilibrio con le allergie mi sono accorta che mi stanno accedendo delle cose belle. Tipo di conoscere Debora Conti attraverso i suoi libri e il modo di parlare o ascoltandola su youtube e perché no, contattandola, e ricevendo in tempi brevissimi un suo contributo utile per tutti noi. Tipo capire cosa sia la Programmazione Neurolinguistica (di cui non avevo mai approfondito la conoscenza) e quanto potrebbe fare al caso mio (e forse anche vostro).

Lascio a Debora la parola.

– Ciao Debora, ti presenti ai lettori di Vivere con le allergie che non ti conoscono?

Ciao a tutti, sono Debora Conti e sono life coach, trainer di Programmazione Neurolinguistica certificata dalla Society of Neurolinguistic Programming. In pratica, sono una che si occupa di come ci parliamo, come commentiamo la vita, come la prendiamo su di noi, come ci relazioniamo con gli altri, che chimica gira nel nostro corpo per la maggior parte del tempo e come migliorarci e raggiungere i nostri obiettivi. Da anni mi sono dedicata alla gestione del peso e alle difficoltà emotive e comportamentali legate a questo obiettivo. Un obiettivo che dietro a dei chili da perdere nasconde adagi emotivi, abitudini protratte ma indesiderate, corpi evitati o conflitti con il cibo. Mi sono avvicinata alla crescita personale per me, per le mie paure (tra insetti e le scale a pioli) e per sentirmi meglio con me stessa. Anche le allergie hanno giocato un ruolo nella cura di me stessa e sono contenta che Simonetta mi dia l’opportunità di parlarne con i suoi lettori.

– Che esperienze hai (avuto) con le allergie? Di quali allergie si tratta? Ti hanno cambiato l’esistenza e se sì in che modo? Come le hai affrontate?

Molto tardivamente ho generato due allergie aeree: alle graminacee e all’ambrosia, imperante in Lombardia. Andavo all’Università, ogni giorno dalla provincia di Milano a Milano, stavo lì, giravo per il centro e tornavo a casa con la faccia nera di smog. Soffiavo il naso e usciva nero. Quattro anni così e sviluppai un’allergia. A vent’anni. Così iniziai con i classici antistaminici. Avevo “solo” rinite e lacrimazione, niente respirazione o altro. Funzionava. Ma non si può andare avanti a inibitori di una sostanza che è mia: la stamina. Questa poteva sostanza è lì per una ragione, difendermi e già allora mi scocciava sopirla. Così andammo dall’allergologa, fatto il test iniziammo le varie tappe settimanali per la punturina da loro. Che noia! Durato 4 anni. Efficacia: zero! Sarò sfortunata e auguro invece a chi lo fa che funzioni.
Il mio sistema immunitario era rimasto shockato dallo smog, il mio sistema nervoso era forse stanco dagli esami universitari. Tutte cose che non ho mai affrontato con nessun professore perché mere congetture. Ma perché allora le allergie aree subentrarono proprio in quel periodo tardivo della mia vita?
Cosa mi ha regalato l’allergia? Sensibilità alle influenze esterne e attenzione alla profonda interrelazione tra sistema nervoso e sistema immunitario e credo che tutti gli allergici debbano “guardarsi dentro” per scoprire come migliorare questo legame interiore. Ve ne do prova. Per anni, dopo aver scoperto l’allergia, ho praticato Tai Chi Chuan e “magicamente” il potere di rallentare e dedicarmi a me, tra postura e forza fisica, mi dava vantaggi immediati di almeno 48 senza alcun antistaminico. Esatto, io andavo a Tai Chi il mercoledì e fino al venerdì ero a posto: non ero allergica. In piena stagione anche che per me andava da aprile a settembre, perché è vero che le graminacee possono inziare presto ma l’ambrosia fiorisce tardi!

– Quali sono gli strumenti della PNL che potrebbero trovare applicazione per noi pluri-allegici di lungo corso? Pensi che potremmo trovarne dei benefici?

La Programmazione Neurolinguistica offre la capacità di osservarsi e migliorare in modo metodico, cioè partendo da dentro. Se è vero che il sistema nervoso agisce DIRETTAMENTE sul sistema immunitario, coinvolto nelle allergie, allora se controllo calma, pace e rilassamento, ho più possibilità di controllare le “iper-protezioni” del mio sistema immunitario. Non a caso le malattie autoimmuni sono meglio gestite se si ha controllo sulle proprie emozioni e il sistema nervoso. Ancor prima di conoscere la PNL io vedevo che con il Tai Chi avevo vantaggi tangibili.

– Hai scritto molti saggi: ce n’è uno in particolare che ti sentiresti di consigliare a chi come me soffre di tante allergie?

Sì, sempre per il discorso di prima, consiglierei una miglior osservazione interiore e gestione delle proprie risorse emotive: Ascolta i grilli e scendi dall’ottovolante* è uno strumento che da anni aiuta e continua a vendere perché funziona per la quotidianità. Io la chiamo proprio la PNL applicata al quotidiano e ci fa subito partire da noi. In PNL si chiama Struttura interna: come mi parlo? Cosa credo? Cosa provo? Cosa vedono i miei occhi interni? … quando penso al mio problema/obiettivo. Ho modelli di persone che hanno risolto le proprie allergie, cosa hanno fatto? Potrei farlo anche io? E così via… Osservarsi e “programmarsi” con questo mio libro.

– Hai qualche suggerimento come operatrice certificata per il Parenting Method KPMT per chi è genitore di un bambino fortemente allergico?

Sì. Ma non per i figli, per i dottori e specialisti. Proprio in Ascolta i grilli e scendi dall’ottovolante ho raccontato una mia esperienza in cui un altro specialista dello stesso ospedale in cui andavo a “curare” le allergie. Analisi del respiro, spirometrie e varie. La sua sentenza fu tristemente emessa: “Lei non ha ancora l’asma”. Con un po’ di educazione alle parole, si capisce che il presupposto a questa frase è che io non ce l’ho ancora ma l’avrò in futuro. Presupposto che un dottore non dovrebbe permettersi di condividere, anche se lo credesse. Be’, non sono asmatica e fuori dalla porta, be’, lascio ai lettori del libro scoprire cosa feci, eheh!
Parlando di figli, devo dire che ho vissuto un evento fortunato che voglio condividere con voi. Sarà vero o sarà una credenza ma la mia prima gravidanza e poi la seconda hanno gradualmente eliminato l’allergia alle graminacee. Ricordo che me ne avevano parlato quando ero incinta. Mia madre e qualcun altro mi dissero che la gravidanza avrebbe potuto far sparire le allergie. E così fu. Pochi mesi fa ho sentito la versione opposta. Fortunatamente non sono incinta, altrimenti – forse – ci avrei creduto. Qualcuno disse in Tv che le gravidanze indeboliscono il sistema immunitario e rischiano di far insorgere allergie. Ma cacchiarola!!! Ma anche se fosse vero per alcuni casi, perché dirlo così? Perché dare per vero qualcosa che statisticamente non è certo. Bene, questa fu la mia salvezza dalle graminacee. Ora l’allergia all’ambrosia continua, ridotta e senza prendere nulla. Io conto di re-innamorarmi di questa “erbaccia” simpatica e innocente e che il mio sistema immunitario faccia pace con lei. C’è un canale pieno di ambrosia vicino a dove abito e ogni agosto le saluto con affetto.

– Quali consigli in veste di trainer certificata di PNL ti sentiresti di dare a chi, chiusa la porta dello studio medico con una diagnosi in mano, si trovasse ad affrontare un’esistenza rivoluzionata da una o più allergie, magari di tipo alimentare?

Consiglierei innanzitutto di filtrare possibili limiti linguistici del medico nell’esporre il problema. Avere un’allergia può essere un problema ma non per sempre e non gigantesco. Lavorerei con Yoga, come capisco suggerisci nei tuoi articoli, o simili (vedi il mio Tai Chi o meditazione), non può far male, può solo fare bene. Mi informerei su studi di collegamenti tra i vari sistemi del nostro corpo e come poter influenzare il proprio benessere. Smetterei subito di fumare se questo è il caso e starei attenta a come mangio: qualità innanzitutto. Curarsi non vuol dire prendere solo una pastiglia o evitare solo quell’alimento, vuol dire curarsi a 360 gradi. Alcune domande che mi farei sono: ritengo di ammalarmi troppo spesso? Ritengo di mangiare sano? Come digerisco? Sono troppo spesso teso? arrabbiato? nervoso? Impaurito? Stressato? Come posso agire su queste emozioni che – forse – incidono sulla gestione delle mie allergie?

E poi mi fermo qui Simonetta, altrimenti non smetto più… E ti ringrazio per questa opportunità. Io mi osservo attentamente da anni, forse anche grazie alle mie allergie “universitarie”. Ho superato i quarant’anni e posso dire di essere in maggior controllo oggi che a vent’anni, sono certa che tutti questo lo possano raggiungere e che i limiti si possano spostare, se non eliminarsi, almeno crescere con noi.

Grazie Debora, sei una persona davvero preziosa.

Se come me siete affascinati da Debora e dalla PNL vi consiglio di approfondire seguendola anche sul suo Sito Ufficiale, su Giusto peso per sempre, su Figli felici. Per finire, non perdetevi l’Enciclopedia della PNL e Pnl per coach.

*Link affiliato Amazon

Allergie: Mimì di Mangio senza nichel

0

Le allergie con me fanno le bizze (e quando no?), ma devo ammettere che in questi mesi sono grata alla loro presenza perché mi hanno permesso di entrare in contatto con persone stupende che mi aiutano ad andare oltre la mia quotidianità e ad accettare il confronto con gli altri con la prospettiva di trovarci qualcosa di positivo.

Così è stato quando ho intervistato Mimì, web content manager di Mangio senza nichel. La sua storia assomiglia in parte alla mia. Lei però dell’alimentazione ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, perché l’allergia sistemica al nichel può essere affrontata a tavola con il giusto spirito.

– Quando e come hai scoperto di avere delle allergie? Con quali allergie convivi?

Il mio è stato un processo molto lungo, perché fin dall’infanzia ho sofferto di svariati problemi. Allora molte delle allergie più comuni erano sconosciute e i medici cercavano la causa dei miei malesseri in altre malattie. All’ inizio avevo delle forti cefalee, curate anche con farmaci pesanti, poi con l’adolescenza i miei problemi sono aumentati: orticaria cronica, vertigini, emicranie frequentissime e invalidanti, problemi intestinali, gastrici, perdita di capelli, aumento di peso inspiegabile, fino a svariati episodi di svenimenti. Uno dei quali è stato molto critico e mi ha messo in allarme, avevo circa 20 anni. Così ho deciso di fare degli accertamenti.
Ho scoperto nel 2005 di avere varie allergie: al nichel in modo particolare, poi al cromo e al cobalto con il passare degli anni e infine un’intolleranza al lattosio con annessa sensibilità al glutine.

– Come hai preso da un punto di vista emotivo la diagnosi? Ti ha(nno) cambiato la vita? Se sì, come?

All’inizio sono stata veramente contenta: stavo male da tanto e finalmente avevo scoperto il perché. Provare dei malesseri e non conoscerne la causa, mi causava uno stato di stress e angoscia indescrivibile. Poi dopo questa piccolissima fase, ho compreso che le mie allergie erano un problema soprattutto sociale! Tuttora non rimpiango affatto il cioccolatino, bensì il momento della condivisione, il sorseggiare la stessa bibita dei miei amici, privarmi di quei momenti mangerecci tipicamente pugliesi. Ho dovuto modificare completamente il mio stile di vita, la mia dieta: ho smesso di fumare, ho iniziato a bere tanta ma tanta acqua, a fare sport, ho cambiato tutti gli utensili di cucina, l’abbigliamento, la bigiotteria, il make up, i prodotti per l’igiene personale e chi più ne ha iù ne metta. Certo, mi ha cambiato la vita. Eccome!

– Quando hai aperto il tuo blog Mangiare senza nichel e perché?

Non appena ho saputo delle mie allergie, ho iniziato a cercare informazioni in rete, ma non ho mai trovato una risorsa esaustiva e strutturata e quindi dovevo sperimentare da me. Poi proprio la sperimentazione e l’evidenza che le allergie dilagano, mi ha dato l’idea di condividere attraverso una piattaforma web 2.0, nella quale chiunque può interagire e soprattutto inserire le proprie ricette con uno strumento semplice e intuitivo, ben documentato.
Il progetto sta raccogliendo molti iscritti e molte ricette, ma molti chiedono anche informazioni specifiche sui prodotti e su locali e ristoranti dove mangiare nichel free, quindi ho intenzione di censirli.
Non ho scopi di lucro, alcune aziende mi inviano prodotti e utensili che provo nelle mie ricette e recensisco. Mangiosenza mi sta portando via sempre più tempo e sto cercando qualcuno che mi aiuti in vari modi (redattori, medici nutrizionisti, gastronomi, recensori..), anche se è nato da poco è in continua evoluzione!
Ho appena concluso un contest: Nichel Free Chef, nel quale, rispettando una lista ben definita di ingredienti, bisognava ideare una ricetta, fotografarla e pubblicarla. Il premio è stato sponsorizzato da alcune aziende che mi hanno donato una selezione di prodotti di alta qualità a basso contenuto di nichel.

– Quali consigli daresti a chi si trova ad affrontare per la prima volta una diagnosi di allergia sistemica al nichel o di altre allergie alimentari?

Consiglio di non scoraggiarsi, di informarsi, confrontare i pareri medici, essere forti e determinati. Per fronteggiare una problematica del genere bisogna avere tanta forza di volontà, i periodi bui capitano, ma poi passano.

– Il tuo blog offre soprattutto ricette attente alla quantità di nichel, lattosio e uova. Qual è il piatto a cui sei più affezionata e che prepari più spesso?

Il mio piatto preferito e che viene sempre squisito è il pudding di tapioca. Piace a tutti, anche ai non allergici.

– Qual è l’ingrediente al quale non potresti mai rinunciare nelle tue ricette e che ti è consentito mangiare?

Non potrei mai rinunciare alla quinoa, questo pseudo cereale estremamente duttile, senza nichel e glutine. Ci faccio di tutto: dall’insalata, al burger, dalla zuppa alle polpette.

Grazie Mimì.

Allergie: Silvia Ancordi alias Mathilda Stillday

2

Il mio – anche un po’ vostro – giardino d’inverno virtuale sta crescendo. Dopo tre anni di racconti miei e vostri in pvt, ho sentito il bisogno di alzare lo sguardo oltre il confine. Sì, ho pensato che avessimo bisogno di aprire le porte a ospiti speciali con idee nuove e capaci di regalarci una nuova boccata di ossigeno (a prova di allergici, ovviamente).

Le allergie sono le nostre compagne di viaggio. Le regole – almeno quelle tradizioni e piuttosto rigide – con cui conviverci le conosciamo (anche se qualche disattenzione può capitare e finché è risolvibile possiamo proseguire sulla nostra strada). Quello che forse i medici non dicono è quanto le nostre emozioni influenzino il nostro sistema immunitario. Fermi tutti! So già cosa state pensando. Non sto dicendo di evitare le cure che il vostro allergologo vi ha prescritto. Sto cercando di capire cosa, accanto a quelle premure, possiamo fare di nuovo e, perché no, di diverso da aggiungere per stare meglio con noi stessi.

La prima ospite del 2016 si chiama Silvia Ancordi. Virtualmente ci frequentiamo da anni e la considero un’amica a tutti gli effetti e credo che sia una “complice” della mia deriva “spirituale” iniziata qualche anno fa a prescindere da questo blog.

– Ti conosco e ti leggo da anni: vuoi presentarti ai lettori di Vivere con le allergie?

Ciao Simonetta, è un piacere essere tua ospite. Sono Silvia Ancordi, ma sul web mi conoscono come Mathilda Stillday per via del mio blog. Ho una formazione pedagogica e durante gli anni dell’università, grazie all’esperienza degli attacchi di panico, mi sono avvicinata a un percorso complementare fatto di tecniche olistiche e crescita personale.

– Quali esperienze dirette o indirette hai (avuto) con le allergie o le intolleranze? Quali tipi di allergie o intolleranze? Da quanto tempo ci convivi?

A 17 anni ho iniziato ad avere problemi con i latticini. All’epoca pensavo fosse il lattosio, ma non tolleravo neppure yogurt e formaggi stagionati che in genere non danno problemi. Sono sempre stata anemica quindi è probabile che già avessi disagi per via del glutine che a 34 anni ho iniziato a non tollerare per niente. Ho sospeso l’assunzione per un anno poi ho ripreso con orzo e farro in dosi contenute. Restava sempre il problema dell’anemia e una forma di sensibilità intestinale che definivano da stress. Nessuno mi ha mai parlato di celiachia fino a quando sono rimasta incinta. Avevo dolori addominali ogni tre ore, l’anemia galoppava, ho perso 5 chili nei primi tre mesi. Il sospetto fu la celiachia, ma visto come stavo e vista la gravidanza, mi è stato suggerito di sospendere l’assunzione di glutine senza fare indagini. Al momento ho una diagnosi di sensibilità al glutine per impossibilità di fare accertamenti. In seguito ho chiesto a due allergologi diversi e nessuno dei due si prende la responsabilità, dopo 5 anni, di farmi riassumere glutine. E io francamente non faccio i salti di gioia all’idea di mangiarlo. Ho solo degli esami genetici che dimostrano, sia per me sia per mio figlio, la situazione cromosomica più compatibile con forme di celiachia refrattaria anche alle diete prive di glutine quindi sto buona, mangio senza glutine e tengo d’occhio mio figlio che, al momento, si gestisce bene e a volte rifiuta i latticini.

– Come le hai affrontate? Nel tempo è cambiato il tuo modo di convivere con loro? Ti hanno frenato oppure hai sempre fatto tutto senza problemi?

L’allergia alle proteine del latte ormai è una cosa normale e devo dire è più limitante di quella al glutine. Ormai ci sono molti prodotti gluten free, ma spesso contengono derivati del latte. Per quanto riguarda il glutine sono abbastanza spartana perché non avendo un certificato non sono fissata con le contaminazioni. A casa ci si gestisce bene, non ho stoviglie separate. I problemi più grossi li ho in viaggio. Mi faccio 700 km per tornare a casa e non trovo mai nulla in autogrill. Uscire a fare colazione o merenda al bar, sorvolo sugli aperitivi, è un dramma perché ciò che non ha glutine spesso contiene latticini. La socializzazione ne ha risentito parecchio. Mi sono anche sentita dire: “Sarà un problema invitarti a cena” e lo capisco solo in parte perché mi capita di organizzare cene con diversi allergici e stanno ancora tutti bene. Bastano un po’ di volontà e di creatività.
Per le vacanze cerco strutture attrezzate e parte della mia valigia ospita sempre una scorta di viveri. La dieta gluten free mi ha fatto sviluppare altre intolleranze (lieviti e nichel) presenti in dose elevati nei prodotti g.f. Da due anni sto seguendo il Recaller program del Dott. Attilio Speciani e ho recuperato parecchio la tolleranza alle due new entry. Ho ancora margine di miglioramento, ma in questo periodo sono in dolce attesa e non è il momento di mettersi a dieta.

– Le forme più gravi di allergie – magari protratte nel tempo come nel mio caso – creano veri e propri stati di ansia. Cosa consiglieresti ai lettori?

A me capita a posteriori. A volte non seguo l’intuito e resto fregata. L’ultima volta non ho chiesto info al ristorante al momento dell’ordine poi ho scoperto che la verdura era condita con burro. Ho chiuso la serata con una pasticca, immobile sul divano fino alle due di notte come i gatti quando stanno male. Io consiglio di chiedere quando si hanno dubbi e non avere il timore di sembrare esagerati perché uno shock anafilattico (per chi ha allergie forti) a volte è evitabile con una domanda o una richiesta precisa. Avere paura del cibo è la cosa peggiore che si possa fare. Il cibo è nutrimento e qualsiasi cosa può diventare potenzialmente pericolosa, specie quando temiamo ci possa danneggiare. In questo caso i fiori di Bach possono aiutare a gestire meglio le emozioni che si hanno rispetto al mangiare.

– Cos’è eft?
È una tecnica energetica che serve per ridurre i sintomi e lavorare in modo specifico su alcuni aspetti fobici o traumatici. Emotional Freedom Technique serve per liberare l’emozione negativa che associamo, in questo caso, al cibo. Io l’ho usata per oltre un anno prima di arrivare a interrompere il glutine definitivamente. E l’ho usata anche la sera del burro nella verdura per ridurre il mal di pancia. Ho scoperto questa tecnica proprio per lavorare sulle intolleranze. Me l’avevano proposta anni prima e l’avevo declassata a stupidaggine colossale perché mi sembrava troppo semplice per essere efficace. Sono stata contenta di ammettere di aver sbagliato.

– Quando si pratica? Per quanto tempo? Gli effetti sono verificabili anche da non esperti? Abbiamo bisogno di un maestro per praticarlo?

Dipende da che tipo di lavoro si vuole fare. Io consiglio sempre di trattare i primi episodi in cui si sono avute reazioni avverse per sciogliere i nodi emotivi che rinforzano la reazione allergica.
Poi si può lavorare sui singoli sintomi, uno per volta. Il tempo e la durata della pratica varia da pochi minuti a sedute di un’ora a trattamento. Si può usare in totale autonomia e gli effetti sono misurabili immediatamente perché tutto si valuta prima e dopo la seduta di picchiettamento (tapping) assegnando un numero al disagio/dolore/emozione che si prova.

– Di te mi fido, lo sai: hai altri consigli olistici da dare agli allergici o agli intolleranti che ci leggono per farli sentire meglio?

Dalla mia borsa degli strumenti io uso molto i fiori di Bach e l’EFT. Per l’allergia respiratoria invece uso rimedi omeopatici. Ho uno spray nasale per la sinusite allergica che uso da oltre quindici anni ed è l’unica cosa che mi toglie il mal di testa quindi affianco anche omeopatia, ma mi rivolgo a professionisti perché non fanno parte delle mie competenze. Altra cosa fondamentale per le intolleranze (che sono dose dipendente) è seguire l’intuito che non è muoversi nella paura quindi evitare. Lo sto insegnando anche a mio figlio perché il nostro corpo a volte dà segnali che sentiamo e non riusciamo a decodificare. Magari c’è un leggero mal di testa o una tensione addominale che ci disturba, ma è sopportabile. Ecco, questi segnali sono una lucetta che il corpo accende per dirci: “Ehi, vacci piano” sei al limite. Conviene essere saggi e rallentare.

Grazie Silvia.

Allergie alimentari a tavola con i propri figli

0

Per anni i miei figli hanno evitato latte e latticini. Presumo che ne avessero fatto un’ottima scorta durante le gravidanze e con l’allattamento successivo attraverso la mia alimentazione.

Da che hanno memoria dei nostri pranzi e cena insieme, i bambini hanno potuto osservare i miei tentativi di camuffamento di latticini e di carne. Finora però non avevano mai sentito l’esigenza di assaggiare pietanze dal mio piatto e ad ogni mio tentativo di far loro provare qualcosa, declinavano l’invito con gentilezza.

Ultimamente invece vogliono scoprire le prelibatezze dal piatto della loro madre.

– Mozzarella. Non credo che ci sia molto da aggiungere. Eppure, pare che sia deliziosa. Ancora più buona se affettata e riscaldata leggermente nel microonde (non troppo, altrimenti naviga nell’acqua di cottura che produce il riscaldamento), condita con un po’ di olio extravergine d’oliva e qualche fettina sottile di prosciutto di crudo di Parma.

– Formaggio tipo primo sale, cotto in padella per fargli creare quella sottile crosticina (è sufficiente scaldare molto bene il tegame per evitare che si squagli tutto): anche in questo caso io lo condisco con olio e pepe e i bambini lo trovano straordinario.

– Formaggio asiago semi-stagionato tagliato a listarelle sottili steso a raggiera sul piatto (assomiglia molto a un sole) e scaldato leggermente al microonde. Pare che sia buonissimo.

Questa è la top list di quello che mangio a pranzo quando torno da lavorare (soprattutto per comodità e velocità nella preparazione). Voi non ci crederete, ma nell’ultimo mese fatico a pranzare. Cioè io preparo, poi loro – di assaggio in assaggio – mi finiscono quasi tutto.

Insomma sono enormemente felice che i gusti culinari dei miei bambini si amplino, solo che non ero più abituata a condividere quanto preparavo per me.

Approfittando del fatto che riesco a mangiare ancora mele e zucchine, cercherò di fargliele provare. Non si sa mai ;).

Allergie e spiritualità

2

Sto leggendo alcuni saggi che mi hanno colpito negli ultimi mesi. Durante le feste ho avuto il tempo e la costanza di approfondirne altri. Sono incappata in un autore Wayne W. Dyer, che è scomparso da poco, che mi ha permesso di riflettere su me stessa e necessariamente sul rapporto con le mie allergie pluriennali. E’ chiaro che il punto di vista su questo tipo di letture è quello di una persona fortemente allergica e quindi – perdonatemi – se nello specifico temi molto più ampi vengono ridotti alla mia sfera personale e soggettiva e al binomio allergie e spiritualità laica.

Ne La saggezza del Tao: coma cambiare modo di pensare per vivere meglio* (Corbaccio, 2011) l’autore affronta in ottantuno capitoli alcuni comportamenti quotidiani con cui tutti in un modo o nell’altro ci siamo trovati ad avere a che fare.

Sono arrivata al sessantesimo capitolo. Non leggo proprio tutti i giorni, ma mi appunto la data in cui lo faccio e gli effetti che la lettura ha avuto (e sta avendo) sul mio modo di pensare anche in relazione alla mia malattia. Alcuni capitoli hanno bisogno di sedimentare per essere compresi (e forse, rileggendoli tra un anno avrebbero molto altro da dire).

So già cosa state pensando, ed è il motivo per cui ho rimandato di scrivere questo post: – Troppe ferie ti hanno dato alla testa, Simonetta! Può essere, come pure il fatto che la mia alimentazione non aiuta i radicali liberi, i quali gongolano e prosperano grazie alla mia alimentazione iper-proteica a cui per il momento non posso porre rimedio. Eppure leggere pillole di saggezza sana mi sta aiutando a calmarmi, ad accettarmi per quello che sono, a venire a patti con il mio sistema immunitario.

Scrive Dyer ad esempio: “Vivere arrendendosi significa liberarsi dalle preoccupazioni, dallo stress e dalla paura.emot”

E’ una frase ad effetto, forse, ma che mi fa riflettere su come io mi pongo rispetto alle mie allergie. La resa – di cui parla l’autore – è liberatoria perché mi mette nella condizione di accettare le mie allergie come un fatto fisico che non intacca in alcun modo la mia energia spirituale. L’arrendermi mi fa sentire meglio perché non mi costringe a continuare a lottare (e la lotta interiore brucia un sacco di energie che posso impiegare per altro).

Ancora: “Liberandovi dall’impulso di cercare di controllare quello che percepite come un pericolo, dichiarate di essere una di quelle persone fortunate che attraversano la vita incolumi.”

Capite cosa cerco di dire? Voglio guardarmi allo specchio senza trucco con i miei capelli al naturale e un sistema immunitario difettoso che mi impone tante (troppe?) proibizioni e dirmi: sei perfetta così come sei.

Resto sempre io nel profondo.

Voglio che il 2016 sia un anno di accettazione e di resa felice. E voi, quale sarà il tema dei vostri prossimi mesi?

*Link affiliato Amazon