Vi ricordate il primo post dell’anno? Scriverlo mi ha ridestato l’attenzione sui vecchi propositi, tenendo conto delle mie allergie da contatto, taglio di capelli e occhiali.

La settimana scorsa, grazie ad alcune mattine libere a sorpresa, sono andata a fare delle camminate extra sul lungo mare. In una di queste, tornando verso casa, sono passata davanti al mio parrucchiere e quindi ho pensato di prendere appuntamento per tagliare gli ultimi centimetri di meches residui. Quando la fortuna gira bene, non c’è storia. Infatti quella mattina ho potuto fermarmi subito e tagliare i capelli.

Al termine, ebbra della passeggiata ossigenante, del sole splendente e del taglio fresco, sono andata anche dall’ottico. Mi sono detta: – Me lo merito! Da anni non facevo il controllo della vista (l’ottico di famiglia invece lo ricordava alla perfezione, visto che l’ultimo risaliva al 2011), così ho fatto anche quello: le allergie mi assillano, ma la vista pare che sia costante. Almeno quella, no?

Così mi sono fatta altri due regali: un paio di occhiali da vista che stesse bene con il mio definitivo colore di capelli (castano senza un perché con qualche filo bianco) e un paio di occhiali da sole. Ho speso una follia, ma ne è valsa la pena.

Grazie anche a questo giardino d’inverno, in cui metto nero su bianco le mie riflessioni avevo le idee più chiare su come sceglierli.

  1. A causa della mia allergia al nichel le montature non dovevano avere applicazioni in metallo (eccetto quelle per aprire e chiudere le stanghette, ma quelle distano quasi tre dita dalla mia pelle, come negli occhiali quelli precedenti).
  2. La montatura doveva essere rigorosamente di plastica.
  3. Da un punto di vista estetico dovevano avere colori forti e pieni (non trasparenti, per capirci), per incorniciare lo sguardo e per dare un tocco di colore a una pelle chiara e al naturale come la mia.

Non ho azzardato troppo, con fantasie floreali eccessive, ma la forma ampia (pare che adesso vada di moda così) ha fatto dire ai miei figli che ora ho l’aria da scrittrice. L’ho preso per un complimento.