Sono allergica da sempre e la mia infanzia non è stata leggera. Avere sulle spalle questo malessere più o meno visibile, ma sempre presente, soprattutto in alcune circostanze (in presenza dell’acqua, nel periodo primaverile, qualche volta a tavola…) non era gradevole. Oltretutto, quand’ero bambina, di allergie non si parlava tanto (cioè non se ne parlava proprio), non se ne approfondivano le cause e io non lo vivevo bene.

Quando sono diventata mamma (e cosa ci è voluto per diventarlo…), la mia maggiore preoccupazione è stata che i miei figli non fossero allergici. Potevano avere febbroni da cavallo, ma una singola macchiolina sospetta mi mette(va) in agitazione.

Mio figlio maggiore ha avuto diversi episodi di orticaria (con tanto di capatina in pronto soccorso, giusto per non farsi mancare niente), ma – come mi ha spiegato la mia allergologa che ho interpellato subito – nei bambini può succedere che l’orticaria sia effetto di una infezione in atto. Nel caso di mio figlio, che allora aveva sei anni, curata l’infezione alle vie urinarie, l’orticaria è sparita.

La secondogenita ha fatto le cose in grande. La sua prima reazione allergica risale al suo svezzamento (quattro mesi, per capirci: è sempre stata precoce!). Il primo cucchiaio di crema di riso l’ha ridotta ad una “mascherina rossa”. Il pediatra non poteva crederci. Mi ha fatto insistere per tre volte, prima di arrendersi all’evidenza e, guarda caso, cambiando tipo di farina (sono passata alla tapioca e al mais) il rossore è completamente sparito. Si è aggiunta anche una presunta reazione allergica al pesce dopo qualche mese: “presunta” perché quando lo mangiava lo vomitava dopo tre ore circa. Qualsiasi tipo di pesce. Fino a sei anni mia figlia ha evitato riso e pesce. A sei anni abbiamo fatto un controllo serio (che non fosse la banale esclusione degli alimenti), approfondendo anche eventuali intolleranze, ed è risultata negativa. Adesso mangia sia il riso che il pesce (senza andarne pazza, ma per questo temo che un po’ di colpa si debba imputare alla sottoscritta…) e sta bene.

Fiuuu, direte voi!

No, purtroppo. Non c’è due senza tre. Ho tre figli e la mia terzogenita domenica ha pensato bene di farmi una sorpresa. Si è svegliata con il contorno degli occhi, in particolare la zona sinistra, completamente gonfi. E’ stato come vedermi allo specchio con quarant’anni di meno. Anch’io quand’ero piccola – a volte mi capitava – di perdere “i connotati” a causa dell’allergia. La fortuna vuole che quella mattina – appena uscita di casa – abbia incontrato la mia dottoressa di base alla quale è bastato vedere mia figlia e scuotere la testa, sorridendomi comprensiva.

– Speravo che mi dicessi che era una banale congiuntivite… – le detto.

– Come no. Se vuoi Simo, te lo dico pure. Comunque dalle subito antistaminico e cortisone.

Mano mano che il gonfiore è sceso (ci sono voluti due giorni affinché gli occhi tornassero alla normalità), mi sono accorta (per la verità mia sorella, alla quale avevo mandato una foto, se ne è accorta) che c’erano due puntini rossi che facevano presumere un doppio pizzico di insetto sul naso e sotto l’occhio sinistro. Mia figlia infatti, anche lei con la pelle chiara e sensibile come la mia, quando viene punta da una banale zanzara ha una reazione localizzata che dura diversi giorni. Il che potrebbe spiegare perché il suo bel visino si sia trasformato così.

Quando ho una crisi allergia mi arrabbio (perché magari non sono stata attenta oppure ho fatto qualcosa al limite del mio sistema immunitario), ma quando un figlio ha una reazione allergica è tutta un’altra storia. Nel mio caso non si tratta solo di naturale spirito di protezione, ma anche di un fastidioso serpeggiante senso di colpa.

– Certo che il tuo DNA fa proprio schifo, amore! – mi ha preso in giro mio marito che mi conosce troppo bene e sa già come la mia mente in loop si stia flagellando.