Fin da piccola ho sofferto di allergie, non troppo identificate e forse sottovalutate.
In primavera sternutivo a non finire e mi bruciavano gli occhi.
Per tutto l’anno se venivo a contatto con l’acqua mi coprivo di chiazze rosse (di cui mi vergognavo come una ladra).
Diagnosi del medico di base: allergia ai pollini nel primo caso.
Esclusi le fragole, la cioccolata e i principali allergeni (quali però non è dato sapere), l’allergia all’acqua è rimasta negli annali come una mia squisita particolarità. Tra i parenti intimi c’era chi dava la colpa ai saponi, chi al cloro: ma un fatto è sempre stato chiaro. Che fosse pioggia, acqua di mare, acqua di rubinetto, se rimanevo a stretto contatto a lungo con l’umidità a vario titolo mi macchiavo di rosso.
Con mia immensa vergogna. Provate a mettervi nei panni di una ragazzina (dai dieci anni in su), a cui, ogni volta che entrava in contatto con l’umidità, qualcuno chiedeva: – Ma che cos’hai sulla faccia?
In piena crisi ormonale, all’orticaria si sommavano arrossamenti dovuti alla timidezza e alla pelle sensibile ad ogni minimo contatto. Ricordo un’adolescenza tremenda.
Il dubbio di essere sola nell’universo in compagnia di questa cosa.
La mia esistenza è sempre stata condizionata da un sistema immunitario speciale.
Ci convivo da più di 40 anni. Solo che adesso sto passando un momento difficile soprattutto da un punto di vista alimentare. E’ il motivo per cui è nato questo diario virtuale.

p.s. Tutto quello che scrivo riguarda esclusivamente la mia persona e quello che è successo (e succede) a me. Il fatto di tenere un diario mi permette di ristabilire qualche paletto tra me, il mio cervello e il mio sistema immunitario.