Alla fine dell’anno scorso, dopo alcuni mesi all’insegna degli antistaminici h24, mi ero imposta di prendere appuntamento per un nuovo check up completo con la mia allergologa storica.
Ci sono voluti mesi, ma alla fine ci sono riuscita a vederla e a fare il nuovo punto della situazione (per sapere le origini vi invito a leggere uno dei miei primissimi post).
Nel primo incontro ho rifatto l’ennesimo Prick per inalanti (non prima di una bella lavata di testa per aver sospeso il vaccino sublinguale per le graminacee – anche se dalla mia c’era che la casa farmaceutica aveva smesso di produrlo e avendo la dottoressa dismesso la mail non ero riuscita ad informarla in tempo reale e le liste d’attesa per fare le cose per bene sono state quello che sono state…). Ci sono voluti quattro appuntamenti in fila nel giro di due settimane per fare un quadro completo.
So che siete curiosi di conoscere l’esito, che è stato per certi versi inaspettato. La reattività alle graminacee si è ridotta moltissimo (segno che anni di immunoterapia ipo-sensibilizzante sono stati efficaci), quella all’alternaria – che pensavo fosse peggiorata negli anni – è rimasta costante (forse leggermente ridotta, ma di poco). Purtroppo si è aggiunta una reattività ai pollini di cipresso. Non ci voleva! Anche se il bruciore agli occhi di inizio anno (di cui avevo incolpato erroneamente la dieta) avrebbe dovuto essere un segnale in tal senso.
Complessivamente l’allergologa si è ritenuta soddisfatta. Mi ha fatto un certo senso rileggere il suo quadernone old style dove conserva, oltre alla mia, le storie cliniche dei suoi pazienti.
Quando la mia specialista esegue i prick cerchia con il pennarello nero i ponfi che si sviluppano sul braccio (dove ovviamente c’è una reattività all’allergene che viene in contatto con la pelle nel punto in cui con una lancetta usa e getta mi ha punto). Con dello scotch prende lo stampo del ponfo riprodotto con il colore e lo appiccica sul quaderno indicando l’allergene. E’ così che volta per volta osserviamo l’andamento delle mie allergie.
Da questo primo incontro ne sono uscita tranquillizzata sullo (non)sviluppo dell’alternaria, visto l’ambiente di lavoro in cui presto servizio e un po’ incuriosita dalla new entry: i cipressi. Chissà perché mi sentivo immune dai pollini invernali!
Mi sono documentata subito (ecco una delle fonti).
Cupressacee/Taxodiaceae
Della famiglia delle Cupressaceae fanno parte il Cipresso comune (Cupressus sempervirens), il Cipresso dell’Arizona, la Tuja e il Ginepro che si ritrova in tutte le regioni, dal livello del mare ad oltre 3000 metri.
Negli ultimi anni i soggetti che soffrono di pollinosi invernale da Cipresso sono in aumento, in particolare in Toscana, Puglia, Liguria, Umbria, Lazio e Campania ove è aumentata la coltivazione del Cipresso a scopi ornamentali o di rimboschimento.
Il periodo di pollinazione del Cipresso comune va in genere da febbraio a fine marzo con possibili anticipi a gennaio o continuazioni fino ad aprile con concentrazioni polliniche che possono raggiungere valori elevati di oltre mille granuli per metro cubo di aria, mentre il Cipresso dell’Arizona (importato di recente dall’America e utilizzata il più delle volte per allestire delle siepi) inizia a fiorire anche a dicembre in concomitanza con il Nocciolo.
I soggetti allergici al Cipresso presentano, in genere, sintomi anche se inalano pollini di Tuja (pianta ornamentale con fioritura tra marzo e aprile) o di Ginepro (fioritura tra febbraio e maggio).
La Criptomeria o Cedro del giappone, pur non appartenendo alla famiglia delle Cupressacee ma a quella delle Taxodiaceae, produce pollini con allergeni che possono indurre l’insorgenza di manifestazioni cliniche nei soggetti con allergia al cipresso. La Criptomeria è stata importata dal Giappone in Europa, a metà del secolo scorso ed è ora diffusa in Italia nelle regioni centro-settentrionali, come pianta ornamentale nei giardini e nelle regioni meridionali ove è utilizzata per il rimboschimento. Libera grandi quantità di pollini tra febbraio ed aprile.
La terapia consigliata in caso di esposizione a graminacee, alternaria e cupressacee è per il momento l’antistaminico (e una bella pacca sulle spalle).
Vi aspetto nelle settimane prossime per la seconda parte (perché con me non finisce qui!).