Nel 2016 ho fatto l’ultimo check up con la mia allergologa e la situazione era davvero migliorata in sedici anni di convivenza con le allergie e lo stile di vita che le disgraziate mi hanno imposto. L’unica novità risultava essere l’allergia ai pollini di cipresso, che almeno fino a quel momento, non mi ero nemmeno accorta di avere.

Mi ero documentata e la storia era finita là. Purtroppo in questi giorni, il ricordo di quella diagnosi si è palesato alla mia memoria in modo brutale. Da domenica infatti ho gli occhi gonfi e che bruciano tantissimo. Avevo cominciato a sentire un leggero prurito la settimana scorsa, ma una goccia di collirio al mattino risolveva la questione per l’intera giornata. Avevo dato la colpa alla secchezza dell’aria della camera da letto durante la notte. Tra l’altro, come ho più volte avuto occasione di scrivere, i miei occhi sono la spia che qualcosa non va nel mio sistema immunitario.

A Pesaro l’anno è iniziato in bellezza. Le giornate sono molto fredde, ma c’è un sole bellissimo che ti impedisce di chiuderti in casa. Le passeggiate sul lungomare sono quasi obbligatorie (quando riesco ad aver il tempo di farle…).

Domenica la giornata era fantastica e mi sono imposta di fare i miei 10.000 passi della salute quotidiana (sapere vero che sarebbe consigliato camminare per diecimila passi al giorno per stare bene nel fisico e nella mente?). Al rientro avevo un gran prurito non solo negli occhi ma anche tutto intorno. Come sempre ho iniziato a riconsiderare cosa avessi “sgarrato” nella mia alimentazione. Il tarlo c’è sempre, cosa vi devo dire…

Poi mi è tornata alla mente quella diagnosi della mia dottoressa: i cipressi.

Mi sono documentata nell’app per allergici e voilà: l’unico indice in crescita erano proprio le cupressacee.

Ma guarda un po’!

I cipressi fioriscono proprio in questo periodo. Che palle!

Da domenica sera ho iniziato a prendere l’antistaminico per via orale: il collirio era acqua fresca. Il contorno occhi è ancora gonfio e tumefatto, ma mi auguro che nel giro di un paio di giorni, il mio sguardo ritorni “normale”.

Non poteva mancare la ricerca degli alimenti che potrebbero provocare cross-reazioni a tavola: pare che vadano eliminati/ridotti tutti gli alimenti che contengono istamina.

Gli alimenti che ne contengono maggiormente sono i pesci (tonno, sgombro, sardina, aringa, acciuga, crostacei, frutti di mare), i formaggi stagionati, i salumi, le bevande fermentate (vino, champagne, birra), la carne e il pesce in scatola, gli spinaci, i pomodori, le noci, le fragole, le banane, il lievito ed i cibi fermentati. A preoccupare sono anche il cioccolato, l’ananas, le arachidi, le mandorle, le fave, i fagioli, le lenticchie ed il caffè.

Nel mio caso si tratta di alimenti che non ho mai introdotto nella mia dieta a basso dosaggio di nichel. Almeno a tavola la mia situazione rimane invariata. Fortuna!