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Allergie: la storia di Sara

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Oggi racconto una storia che è arrivata a Vivere con le allergie dopo che vi avevo invitato a raccontarvi in questo giardino d’inverno.

Il racconto è di Sara, pluri-allergica come me, alle prese con i molteplici equilibrismi con cui convive da tempo.

“Ciao Simonetta,
sono Sara e so di essere allergica dal 2001 quando ho avuto il primo shock anafilattico.
Prima, nessuno mi prendeva sul serio. Dopo, invece, ho notato che purtroppo se ne sa davvero pochissimo e c’è tanta voglia di far finta che il problema non esista. Lo dico perchè alle cene spesso mi dicono che, al contrario di me, “sono tutti buone forchette!” Come se io avessi scelta! Io amo la buona cucina e sono impegnata da anni a viverla bene cercando di rendere appetitosa anche la più triste verdurina. Spero infatti che si moltiplicheranno i blog di ricette per allergici al nichel e che pubblichino dei libri per aiutarci un pò.
In particolare sono allergica +++ al nichel, ma anche a latticini che mi scatenano la colite e alle farine che mi gonfiano tantissimo. Ho edemi sotto il mento e le tonsille sono spesso gonfie. Gli alimenti ricchi di istamina mi provocano pruriti sotto le mani e i piedi (e ovviamente non tollero il contatto con i metalli proibiti per noi). Polvere di gesso, polvere dei muri e acari mi creano crisi di tosse convulsa. Ho fatto due volte il test e ha dato sempre lo stesso risultato a distanza di anni.
Ovvero primo sfogo a 5 anni, shock anafilattico nel 2001 per della novalgina, poi 2 patch e prick test e nel mentre la dieta di eliminazione.
Ho fastidio e rush con i bottoni dei jeans e dei reggiseni, con i vestiti colorati di nero e blu specie se sudo e i gioielli quasi tutti tranne quelli in rame, oro giallo puro e accaio, ma dipende.
Ho provato tanti trucchi, ma qualsiasi cosa per ora mi fa uscire sfoghi e brufoli o lacrimare gli occhi, per cui per me la cosa migliore è non truccarmi e basta. Al massimo, solo le labbra.
Non mi va e non posso spendere per i prodotti della farmacia, ma soprattutto non mi va di rischiare quando poi non posso portarli indietro nè avere campioncini (di solito mi viene la dermatite). Per cui testo parecchio e di tutto per vedere se va bene.

Curo un blog dove annoto i miei esperimenti che si chiama I primi cinque. Non è esclusivamente un blog per allergici al nichel. Recensisco prodotti ed gli effetti che hanno su di me, ovviamente da prendere con le pinze perchè una pelle non allergica non tendente alla dermatite e ai brufoli può tollerare benissimo prodotti che io invece purtroppo non posso usare.

Il peggior nemico per ora che ho individuato è l’alcol, ma anche la betaina e la camomilla, l’aloe e le spezie tipo curcuma e zenzero che a volte si trovano negli shampoo bio, ma anche i conservanti come il methylchloroisothiazolinone.

Di recente è uscita la linea testata OmniaLab, ma ci sono anche la Forsan, la Dermaplus e i Provenzali che trovo nei supermercati. Penso di testarli pian piano. Ci sono poi prodotti più costosi di erboristeria come Verdesativa (non so è bio) e Biokap (che ho testato).

La mia dieta prevede per colazione latte scremato o yogurt e torta o biscotti fatti in casa, fiocchi di riso o alcuni tipi di fette biscottate. Per pranzo mangio riso o pasta con i ceci (2-3 volte) e con il sugo fatto in casa dell’anno prima (2 volte e che non mi basta mai e finisco sempre prima del tempo perché lo uso anche per fare le lasagne. Ops :)!). Poi consumo pesce bianco, pollo e vitello, latticini non stagionati, peperoni, cetrioli, zucca, zucchine, trocadero iceberg, fagiolini, bieta, cicoria, finocchi e pochissime carote, più una patata, 2 uova, qualche salume e un pò di ricotta a settimana. Uso frutta di stagione, tranne pere e prugne. Niente cibi industriali. Tutto il resto è out.
La routine è impietosa e finisco per mangiare prevalentemente riso, pollo, insalata e mele, anche se so che  è pericoloso e perchè dopo mi vengono le voglie. Ci vuole tanta pazienza.

Per concludere vorrei solo aggiungere una cosa che mi sono dimenticata di dire ma che è mi pare importante: il mio allergologo mi disse che se l’allergia compare nell’infanzia potrebbe anche scomparire ,ma in età adulta no. Me lo disse dopo aver fatto il primo test, la dieta, il vaccino e di nuovo il test. Diciamo quando sono andata a farmi la visita per vedere se ero migliorata.

Bisogna conviverci e secondo me arrivare al punto che stai bene e non ci pensi piu, quando diventa normale scegliere determinate cose e avere determinate abitudini e allora non ti pesa più perché diventa parte della tua vita e della tua routine :).

Spero di essere stata utile per qualcuno a non sentirsi più né solo né scoraggiato. Siamo davvero tantissimi, solo che la maggior parte ne parla o ne prende coscienza solo se viene tirata in ballo da altre persone allergiche, poichè vive facendo finta di niente oppure dando la colpa ad altri motivi che non siano l’allergia.

Iniziare a vivere meglio scegliendo prodotti da mangiare freschi, bio, testati, migliori a causa dell’allergia non è una condanna. E’ stata ed è per me un’occasione per volermi piu bene.

Coraggio e presto.

Sara”

Grazie Sara per la tua storia e per la positività (resilienza allergica 😉?) che il tuo racconto trasmette. Hai proprio ragione: dobbiamo volerci tanto bene.

p.s. Se avete anche voi voglia di condividere con Vivere con le allergie i vostri equilibrismi, potete inviarli direttamente a vivereconleallergie@gmail.com.

La prima visita allergologica

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Se avete il sospetto di essere allergici a qualcosa, il mio consiglio è quello di rivolgervi ad un medico che conosca il fatto suo. Lasciate perdere le ipotesi, i “forse”, i “ma se”, la ricerca dei sintomi su google (anche se forse è tramite il motore di ricerca che siete arrivati qui: in questo caso benvenuti), o le domande nei gruppi facebook e nei forum. Sulla salute non si scherza: men che meno con le allergie.
Nel mio caso la dottoressa di base mi ha prescritto una visita allergologica nel distretto sanitario della mia zona. Ho preso appuntamento e ho fatto il mio primo vero ingresso in uno studio specialistico. Fino a quel momento, nemmeno sapevo che potevo essere seguita da un esperto.
Beata ignoranza.
Fin da bambina ho sofferto di orticaria, edemi agli occhi e alla bocca, riniti, asma, ma nessuno fino al 2000 si era preso la briga di indicarmi la strada giusta da percorrere per capire da dove arrivava tutto il mio malessere.
Una visita con un allergologo comincia di solito con una bella chiacchierata. E’ il modo più semplice per capire su cosa indagare: verificare che si tratti di allergia sul serio e su quale tipo andare più a fondo.
Nel mio caso la chiacchierata è durata moltissimo: avevo molto da raccontare e il medico era molto pignolo e scrupoloso.
Il primo esame concreto che mi ha fatto è stato il Prick test. Si tratta di una prova cutanea per diagnosticare alcuni tipi di allergie: vengono usate delle lancette del tipo ‘usa e getta’ con le quali si punge la pelle della superficie anteriore dell’avambraccio. Su ciascuna puntura viene messa una goccia di estratto allergenico. Se a distanza di una decina di minuti si gonfia (si parla di ponfi) il punto sul quale è stato versato l’allergene, be’, avete vinto una – o più – bella allergia.
E’ così che ho scoperto in quell’occasione di essere allergica ai pollini delle graminacee e dell’olivo e alle spore dell’alternaria. Solo successivamente ho scoperto che avevo fatto il Prick test per inalanti.
Con le stesse modalità, ma in un appuntamento successivo, ho fatto anche il Prick test per alimenti, per verificare a quali alimenti specifici potevo essere allergica. E anche in questo caso ho vinto un premio ;).
Nel libro Bambini allergici l’autore parla anche del Prick by prick, che viene usato nella diagnostica delle allergie alimentari con frutta e verdura  e che consiste nel pungere con la lancetta il vegetale fresco per poi trasferire il contenuto assorbito direttamente sulla punta nella pelle.
In un terzo ulteriore appuntamento con l’allergologo ho fatto il Patch test. Viene applicato un cerotto molto grande sulla schiena che mette a contatto con la pelle una serie di allergeni: nichel, cromo, cobalto, conservanti, profumi e coloranti. A distanza di tre giorni, in base al punto in cui si è arrossato-gonfiato, il medico tira le somme e diagnostica a cosa si è allergici. Io avevo vinto l’allergia al nichel++++. Il Patch test è meno doloroso (non venite pizzicati come sulle braccia), ma nel caso in cui si sia positivi ad un allergene, alla fine delle 72 ore vi sembrerà di impazzire dal prurito (e nel mio caso anche per un mal di testa enorme).
Altro esame che in alcuni casi viene consigliato è la Spirometria per verificare il funzionamento dei polmoni. Nel mio caso non è stato l’allergologo a farmela, ma mi ha indicato dove andare a farla. Cito da Wikipedia: “la spirometria è un esame della funzione respiratoria. L’indagine è molto semplice, per nulla fastidiosa e richiede solo una modesta collaborazione da parte del paziente che deve eseguire delle manovre respiratorie (cioè soffiare con forza) mentre è collegato con la bocca allo spirometro. Il risultato dell’indagine mostra una serie di valori che indicano capacità e volumi polmonari, oltre che il grado di apertura dei bronchi.”

Di solito dopo questi esami il quadro allergico di una persona è verosimilmente chiaro. Con l’esito di questi esami, comincia la quotidianità di un allergico, che potrà scegliere la via della resilienza o meno. Ed è a partire da questo momento che Vivere con le allergie vi potrà fare buona compagnia.

Felice settimana a tutti, nuovi arrivati o resilienti attivi.

The turning point – La resilienza di Gregg Braden

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La resilienza in psicologia è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti (fonte: Wikipedia).

Gli allergici sono (devono esserlo) delle persone resilienti. Il tutto sta nell’affrontare le diverse allergie, più o meno invadenti della nostra quotidianità, con una visione positiva.

Sì, lo so. All’inizio (ma anche strada facendo) non si sa dove sbattere la testa qualche volta. Essere, per esempio, allergici al nichel e non poter più addentare una brioche per colazione è dura. Però… Limitare il più possibile il consumo di quel alimento consente di stare meglio, di non sentire più quegli “spillini” sotto pelle a qualunque ora del giorno o di avere quello sguardo da vitello con gli occhi gonfi.

Per vivere (bene) con le allergie ci sono strumenti che possono aiutarci. Chiamatele strategie complementari alla terapia tradizionale. Che dite se le definiamo resilienti?

Tra questi rimedi fai-da-te consiglio quello di ritagliarsi qualche momento nel corso della giornata in cui consultare qualche lettura che faccia bene allo spirito, una sorta di coccola per l’anima.

Nel mio borsone porto in questo periodo The turn point – La resilienza di Gregg Braden, edito da Macroedizioni.

L’autore parte da un assunto generale e parla delle grandi crisi che stanno sconvolgendo il mondo (riscaldamento globale, finanza mondiale, inquinamento…). Io sto provando a interpretare la sua tesi calandola sul cambiamento che una diagnosi di allergia comporta nella vita di una persona.

Secondo Braden noi abbiamo le soluzioni e l’autore parte da alcuni presupposti:

Fatto n. 1. Ora è diverso. Nel caso di un’allergia alimentare fino a questo momento potevi mangiare tutto, ora no.

Fatto n. 2. Il punto di svolta della trasformazione può sostituire il momento critico degli eventi estremi. La natura ora ti sta offrendo la possibilità di incanalare qualunque tipo di crisi all’interno di un processo di trasformazione.

Fatto n. 3. La vita migliora e la chiave di ciò risiede nella resilienza.

Fatto n. 4. Abbiamo già in mano le nuove soluzioni. Possediamo già le soluzioni necessarie a creare dei punti di svolta capaci di portare una trasformazione nella nostra esistenza.

Fatto n. 5. La crisi più grande è la più dura da accettare.

Questi cinque fattori vanno direttamente al punto della sfida che stiamo affrontando e detengono il segreto della successiva fase di trasformazione di noi stessi. La nostra capacità di sopravvivere in balia di questo cambiamento, rappresentato dalla nostra resilienza, è il primo passo per garantirci il buon esito del viaggio che stiamo facendo in compagnia delle nostre allergie.

Vivere con le allergie è una condanna per i più, ma insieme possiamo provare ad accettare l’esperienza e andare avanti con i nostri equilibrismi. Ce la possiamo fare.

Le vostre storie di allergie

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Vivere con le allergie è per me un giardino d’inverno virtuale – non necessariamente nel periodo più freddo dell’anno.

Ci sono panchine in legno chiaro, un’amaca appesa tra due alberi, qualche siege longue, tavolini abbinati, il cielo limpido e il sole di giugno.

Pollini, muffe e spore, acari non esistono 😉

All’ingresso ci sono dei lunch box in cartone personalizzati per allergici al nichel, per chi ha problemi con il glutine, per chi non tollera il latte e per chi sta male con le uova, niente frutta esotica per chi ne è sensibile: ovviamente acqua a volontà (temperatura ambiente o ghiacciata a scelta)!

La chiacchierona finora sono stata io. E conto di esserlo ancora come ospite per un po’ :).

Mi piacerebbe però lasciare la parola a qualcuno di voi: in questo nuovo blog sarebbe bello accogliere anche le vostre storie di equilibrismi con le allergie.

Ogni esperienza di allergia, da prima ancora della diagnosi alla convivenza forzata, è unica. Possono esserci delle similitudini, ma nella maggior parte dei casi, ognuno reagisce in modo diverso ai vari allergeni e si difende emotivamente in maniera differente alla malattia.

Il tema della salute è molto delicato: molti provano giustamente vergogna ad ammettere di stare male. D’altronde in un’epoca come la nostra basata sull’apparenza, una persona malata non è bella. Altri invece hanno semplicemente paura: cosa potrebbe pensare la gente se viene a sapere che sto male?

Niente paura! Qui il clima è quello della condivisione finalizzata ad aiutare altri soggetti allergici a vincere la tentazione di abbattersi, perché si è alle prime armi, oppure perché, come me, dopo molto tempo si perde la bussola e si ha bisogno di ritrovare la giusta motivazione per coccolarsi.

Se vi va, potete mandarmi la vostra storia a vivereconleallergie@gmail.com

Vi aspetto!

Nuovo Vivere con le allergie

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Bentrovati a tutti. Che ve ne pare della nuova grafica del blog? Esattamente un anno fa nasceva la prima versione del blog allergico (cavolo, è già passato un anno e non me ne sono accorta). Il passaggio estetico e di sostanza (ho cambiato piattaforma passando da blogger a worpress.org) mi ha permesso di rileggere l’ultimo anno trascorso insieme parlando di allergie attraverso i miei post e alla luce dei vostri commenti.

Il tema della allergie è un argomento di attualità: non solo perché siamo a primavera, periodo per eccellenza per le riniti da pollini, ma anche perché sono in aumento le reazioni allergiche alimentari o a sostanze di cui fino a pochi anni fa nemmeno se ne sospettava l’esistenza come allergeni.

Oggi confermo e ribadisco quanto ho detto all’inizio di questa avventura virtuale. Io non sono un medico e non ho l’ambizione di esserlo. Sono una paziente allergica (e di pazienza, con le allergie, ce ne vuole davvero molta) e come tale raccolgo in questo giardino d’inverno la mia esperienza personale, i miei bassi e i miei alti, i miei tentativi di mangiare qualcosa di nuovo perché non ne posso più di alimentarmi sempre con le stesse medesime cose a causa del nichel, le mie emozioni contrastanti, le mie paure e, perché no, qualche successo.

Perché faccio tutto questo, vi chiederete.

Non è per essere compatita. Al contrario. Non sopporto chi prova pena per me quando vede la scarsa possibilità di scelta alimentare che mi è consentita per stare bene.

Non è per essere convertita. Non sopporto chi mi dice che l’allergia è una costruzione del mio cervello. Certo, una componente psicologica c’è, come potrebbe essere altrimenti, ma credo che sia normale quando si ha a che fare con una malattia cronica.

Non è perché voglio essere guarita. Mi spiego: ci sono tante scuole di pensiero su come uscire dalle più disparate malattie. Continuo a curarmi con la medicina tradizionale e con le terapie complementari (un bravo omeopata fa miracoli), ma so che i miei equilibrismi allergici mi faranno compagnia ancora per parecchio tempo.

Non è perché sono un’esibizionista. Sono tutt’altro nella vita.

Aggiorno questo blog per tenere traccia di quello che mi succede. Per me prima di tutto. In quattordici anni di allergie ho imbrattato un sacco di agende di carta:  scrivere rimane la migliore strategia per capire come muoversi in caso di reazioni allergiche, da dove arrivano o cosa modificare per evitarle. In secondo luogo perché credo che possa essere di aiuto a chi, come me, esce baldanzoso da uno studio medico con una diagnosi chiara, ma decisamente complicata da vivere quotidianamente. Vivere con le allergie è difficile, ma si può fare (insieme, se vi va). A volte potrò sembrarvi prolissa, altre ripetitiva, altre assurda, altre emotivamente instabile, altre ancora felice solo di stare bene.  Vivere con le allergie è anche questo!

Non vi offro consigli medici (vi suggerisco di farvi seguire da un bravo specialista, se non siete ancora sicuri di essere allergici): qui troverete una spalla su cui appoggiarvi nei giorni no, un angolo per i momenti in cui c’è bisogno anche di un banale “mal comune mezzo gaudio”, ma posso essere anche un’amica che ci è passata (o ci sta passando) come voi e può capirvi fino in fondo.

Fatevi un giro nel mio rinnovato giardino d’inverno.

Allergia al nichel e latticini

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Tra gli alimenti consentiti a chi come me è allergico al nichel c’è il latte e i suoi derivati.
Devo essere sincera: una volta non ero una grande estimatrice di formaggi (ma nemmeno di latte e yogurt), ma da quando la scelta di cosa mangiare si è ridotta drasticamente, ho dovuto convertirmi. Devo considerarmi fortunata, visto l’uso massiccio che ne faccio.
Per me latte e latticini sono gli alimenti di salvataggio, quelli senza i quali in casa vado in crisi di astinenza.
Se non avete problemi con il lattosio, vi consiglio di avere sempre una bella scorta di latte, yogurt e formaggi in dispensa (o con voi se state fuori per lavoro tutto il giorno).
La mia colazione prevede sempre una bella tazza di latte fresco, con caffè e zucchero. Finora non sono riuscita a rinunciare al latte intero, ma più per una questione di linea, che per motivi legati all’allergia.
La mattina, prima di andare a lavorare, mi piace andare a fare una bella passeggiata sul lungomare o in alternativa praticare un po’ di yoga. Quando ci riesco, al rientro o dopo l’attività fisica, faccio il bis di latte oppure mangio una banana o una mela.
Lo zucchero è quello raffinato e l’ho sempre considerato un buon energetico. Ultimamente però sto cercando di ridurlo in quantità. Anche in questo caso, più per paura dell’imminente prova costume che altro.
Durante la mattinata non mi porto al lavoro spuntini: ho però in borsa una scorta di acqua da bere.
A pranzo ho sempre una fame da lupi. Di solito la placo immediatamente con un frutto (una banana di solito, perché è più facile da sbucciare) e solo in un secondo momento mangio un po’ di formaggio fresco con cetrioli o carote condite con olio e aceto di mele. Alle 14.30 non ho una gran voglia di cucinare. Inoltre ci sono i bambini che mi aspettano per fare i compiti e quindi non ho molto tempo per mettermi ai fornelli.
Dietro la dicitura formaggio fresco però, c’è un universo da scoprire.
Visto che io faccio la spesa una volta alla settimana cerco di comprare alimenti che non scadano in giornata.
Ho finalmente trovato delle mozzarelle confezionate fresche che non contengono conservanti. Fate sempre attenzione: spesso contengono acido lattico (che per chi non ha problemi con il lattosio non dà problemi) oppure acido citrico (che invece a me ne crea). L’esperienza mi ha insegnato che non devo mai dimenticare di leggere gli ingredienti. Mai.
Lo consiglio di cuore anche a voi, sia per essere sicuri di quello che mangiate e sia, nel malaugurato caso in cui mangiate qualcosa che non va, perché saprete esattamente cosa non andava.
Tranquilli, ci siamo passati tutti, almeno una volta (io più di una, veramente).
Mi è capitato per esempio di comprare con leggerezza del formaggio grana: avevo preso senza pensare una confezione di formaggio tagliato a dadini (utile se devo restare fuori per pranzo). Solo in un secondo momento mi sono accorta che conteneva lecitina di soia e io sono allergica alla soia (sia come allergica al nichel che come allergica al singolo alimento). Ci vuole veramente poco a leggere gli ingredienti, anche se bisogna fare la caccia la tesoro per trovarli sulle confezioni.
Nel pomeriggio faccio sempre uno spuntino: se fa freddo opto ancora per il latte bollente, se fa caldo scelgo lo yogurt, magari con una banana o una mela tagliate a dadini dentro. Ho già avuto modo di parlarne, ma preferisco ribadirlo. Uso solo yogurt naturale bianco, controllando sempre che sull’etichetta ci sia solo latte intero. Fate attenzione agli yogurt dolci (spesso contengono zucchero d’uva) o agli yogurt con la frutta (spesso compare la dicitura aromi, non meglio identificati – di cui non mi fido mai, per esperienza).
La cena è il pasto più articolato, visto che ho più tempo per cucinare.
Di solito prediligo la carne, ma la alterno anche con uova o pesce. Di solito accompagno le proteine con le zucchine (lesse, al forno o saltate) o con olive in salamoia. Non vi nascondo che il formaggio ritorna spesso anche a cena.
Ultime precauzioni sui latticini: gelati (anche il solo gusto fior di latte) e formaggi spalmabili e cremosi sono i principali colpevoli di ingestione di ingredienti non consentiti per noi allergici al nichel, primo fra tutti l’amido di mais, ma anche qualche volta la carregina.

Vivere con le allergie: la mia pagina facebook

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Ciao a tutti, come ogni fine settimana ho appuntamento con il mio giardino d’inverno.
Immagino che in molti stiano gongolando di questi giorni: io sicuramente sì. Pur essendo giovedì, avere davanti un weekend lungo mi riempie di gioia (anche se dalla mia finestra vedo ancora solo un cielo grigio e una bella pioggia).
In questo post ho voglia di promuovermi un po’.
Ho creato la pagina facebook Vivere con le allergie – ehi, vi aspetto magari per un like – dove parlerò ancora di allergie, con una frequenza diversa, con maggiore leggerezza dove possibile, seguendo più da vicino le montagne russe che il mio sistema immunitario – ed emotivo – mi fa vedere.
Vi aspetto allora.

Allergie crociate

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Sono allergica alle graminacee e quindi in questo periodo sono particolarmente sensibile al tema (e ai pollini, ahah!).
L’app sullo smartphone per essere informata in tempo reale dell’impollinazione in corso – di cui parlavo la settimana scorsa in questo post –  ci tiene a ricordarmi che siamo decisamente in un periodo da bollino rosso.
E non fatico a crederci, né io né i miei occhi sensibilissimi.
Da anni faccio il vaccino, ma non sono ancora completamente immune alla primavera.
Se collirio e spray nasale antistaminici mi consentono di tenere a bada lacrime e starnuti, qualcosa non quadra a tavola. Di nuovo, direte voi ;).
Non che io mi possa permettere grandi eccezioni a una dieta piuttosto rigida per via dell’allergia al nichel, ma se quest’anno sono riuscita dopo anni a reintrodurre a tavola qualche carboidrato ora è il momento di sospenderlo. Purtroppo ho scoperto che i pollini possono essere causa di reazioni crociate o cross-reazioni, le persone reagiscono in modo allergico a più sostanze apparentemente indipendenti l’una dall’altra. Si tratta spesso di un’allergia alimentare scatenata da un’ipersensibilità ai pollini.
Cito dal saggio Bambini allergici di Giovanni Cavagni e Giorgia Garberoglio: “[…] una reazione crociata può dipendere dalla presenza di parti delle proteine comuni in alimenti simili (per esempio, chi è allergico al latte di mucca può avere una reazione bevendo latte di capra) o allergeni presenti in più sostanze del mondo vegetale e chiamati panallergeni.[…]
I panallergeni sono allergeni vegetali costituiti da proteine di difesa, espresse da una pianta contro infestazioni parassitarie, fungine, batteriche e virali e proteine di accumulo, nei semi, necessarie per la germinazione e lo sviluppo degli stessi; la presenza di proteine simili nei pollini delle piante è la ragione delle principali allergie correlate a reazioni crociate tra polline inalato e frutta o verdura mangiata. Le reazioni possono essere più o meno importanti.
I pazienti allergici a pollini, dopo aver mangiato frutta o verdura, possono lamentare, di solito nel periodo d’impollinazione, la comparsa di sintomi quali l’edema (gonfiore) delle labbra, della lingua e della bocca accompagnato da un intenso prurito. Questo fatto può essere spiegato dalla presenza di allergeni comuni tra i pollini e tali alimenti: in questo caso si parla sindrome orale allergica (Soa).
La sintomatologia può arrivare fino all’edema della glottide, determinando difficoltà respiratoria, sino allo shock. I pazienti devono pertanto, prudenzialmente, evitare l’assunzione degli alimenti sospettati di dare reazione crociata con i pollini cui il soggetto è allergico.”
Nel mio caso, essere allergica alle graminacee – continua Cavagni – potrebbe causarmi reazioni con frumento, melone, anguria, pomodoro, kiwi, pesca, albicocca, ciliegia, prugna, mandorla, agrumi. Come spesso mi accade, molti dei suddetti alimenti sono off-limits a prescindere, ma temo che la farina di grano tenero per qualche settimana verrà ulteriormente centellinata.
Della serie, gli equilibrismi continuano.

App per allergici

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Siete pronti per il ponte pasquale e per quello successivo del 25 aprile?
Be’, io non vedo l’ora. Un paio di giorni di riposo extra non fanno mai male. Anzi.
La bella stagione si fa sentire e, con lei, la voglia di praticare un po’ di attività fisica che mi faccia sgranchire dal lungo inverno trascorso sotto il piumone.
Certo, per me che sono allergica al nichel, feste non è sinonimo di scorpacciate, visto che la mia alimentazione non è soggetta a grandi stravizi (colombe e uova di cioccolato sono rigorosamente proibite per me).
Sento l’arrivo della primavera allergica nell’aria.
Visto che non sono la sola a vivere in compagnia delle allergie, ho pensato di farvi un regalo. In realtà lo sto facendo a me e, come spesso mi accade, mi piace condividerlo con voi nel mio giardino d’inverno.
Avete uno smartphone? Io non da molto, ma da un tempo sufficiente per scoprire che per noi allergici la tecnologia può essere un’alleata.
Sto usando (e testando in alcuni casi) alcune App. Sicuramente quella che non mi sono fatta mancare è Meteo allergie (ai pollini) che fornisce le previsioni in tempo reale sulle concentrazioni dei pollini, sull’intero territorio Italiano. E’ l’applicazione ufficiale AAITO (Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri). Le caratteristiche sono:
• Previsioni sulle concentrazioni polliniche e l’andamento dei pollini per il giorno in corso e i due giorni successivi
• Grafico delle concentrazioni polliniche su base settimanale e mensile
• Previsioni geolocalizzate o in base alla località selezionata dall’utente
• Elaborazione delle previsioni in base al confronto dei dati di rilevazione e dei dati storici (10 anni) della località selezionata, all’andamento per il periodo, ai dati metereologici (temperatura, precipitazioni, umidità, vento) e alla tua esatta posizione
• News sulle allergie
• Informazioni sui pollini

Posso sapere le previsioni sulle concentrazioni dei pollini della mia città relative alla giornata in corso, vedere quale sia l’andamento dei pollini nella settimana e conoscere le previsioni per i due giorni successivi. La consultazione è semplificata tramite grafici e colorazioni che vanno dal giallo, al rosso, passando per l’arancione. Posso conoscere il livello di gravità delle concentrazioni polliniche in modo piuttosto veloce.
Con la geolocalizzazione l’applicazione “mi segue” negli spostamenti e mi aggiorna in tempo reale sullo stato di concentrazione dei pollini. Come accennavo all’inizio del post ho parlato di test per alcune App.
Quelle che mi interessano di più sono ovviamente quelle per allergie agli alimenti.
Mi stuzzica l’APP Allergy Diary. Tuttavia, essendo io legata alla ritualità quotidiana mi viene più naturale appuntare nell’agenda di carta old-style quello che mangio (e continuo a farlo ancora dopo anni di allergie, come ho già racconato in un altro post) e tirare le fila dei miei dubbi – perché quelli ci sono sempre anche dopo 14 anni – in questo spazio virtuale. E voi, avete qualche App davvero strepitosa da suggerirmi?

p.s. L’uovo, quello vero, per chi come me è allergico al nichel, è consentito: non facciamocelo mancare allora.

Alimenti che liberano istamina

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Tutti gli allergici prima o poi sentono citare la proverbiale istamina.
Se non altro quando avete fatto la prima visita allergologica.
Vi lascio alcune fonti utili per documentarvi. La prima è l’enciclopedia Treccani. La seconda è la voce di wikipedia.  Per finire ecco una citazione dal libro di Marcello Mandatori dal titolo La dieta antiallergica* edito da Tecniche nuove nel 2003 (purtroppo non ho trovato edizioni più recenti) secondo il quale “ci sono alimenti che contengono due sostanze particolari la tiramina e la fenilentiamina che fanno liberare naturalmente istamina nel nostro organismo.
Se questo processo non dà disturbi nelle persone sane, in quelle allergiche come me, può causare un peggioramento dei sintomi che può essere acuto.
Sarebbe consigliato quindi che i pazienti allergici, indipendentemente dal tipo di sostanza  alla quale sono sensibili e dal periodo dell’anno in cui stanno peggio, evitassero alcuni alimenti che contengono tiramina e fenilentiamina. E questi alimenti sono:
– formaggi (soprattutto se fermentati e stagionati)
– vino (soprattutto rosso)
– cioccolato
– pesce conservato in scatola
– salumi
– birra
– organi interni come fegato, ecc.
– noci e nocciole.
A parte salumi e formaggi, io non posso mangiare altro, essendo allergica al nichel.
Tuttavia, dopo aver letto questo elenco, mi sono resa conto che effettivamente i formaggi, in particolare quelli stagionati – permessi senza remore nella dieta per allergici al nichel – potrei cercare di ridurli, almeno nel periodo in cui il mio sistema immunitario è particolarmente stressato.
Più facile a dirsi, che a farsi per me.

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