Sono allergica alle graminacee e quindi in questo periodo sono particolarmente sensibile al tema (e ai pollini, ahah!).
L’app sullo smartphone per essere informata in tempo reale dell’impollinazione in corso – di cui parlavo la settimana scorsa in questo post –  ci tiene a ricordarmi che siamo decisamente in un periodo da bollino rosso.
E non fatico a crederci, né io né i miei occhi sensibilissimi.
Da anni faccio il vaccino, ma non sono ancora completamente immune alla primavera.
Se collirio e spray nasale antistaminici mi consentono di tenere a bada lacrime e starnuti, qualcosa non quadra a tavola. Di nuovo, direte voi ;).
Non che io mi possa permettere grandi eccezioni a una dieta piuttosto rigida per via dell’allergia al nichel, ma se quest’anno sono riuscita dopo anni a reintrodurre a tavola qualche carboidrato ora è il momento di sospenderlo. Purtroppo ho scoperto che i pollini possono essere causa di reazioni crociate o cross-reazioni, le persone reagiscono in modo allergico a più sostanze apparentemente indipendenti l’una dall’altra. Si tratta spesso di un’allergia alimentare scatenata da un’ipersensibilità ai pollini.
Cito dal saggio Bambini allergici di Giovanni Cavagni e Giorgia Garberoglio: “[…] una reazione crociata può dipendere dalla presenza di parti delle proteine comuni in alimenti simili (per esempio, chi è allergico al latte di mucca può avere una reazione bevendo latte di capra) o allergeni presenti in più sostanze del mondo vegetale e chiamati panallergeni.[…]
I panallergeni sono allergeni vegetali costituiti da proteine di difesa, espresse da una pianta contro infestazioni parassitarie, fungine, batteriche e virali e proteine di accumulo, nei semi, necessarie per la germinazione e lo sviluppo degli stessi; la presenza di proteine simili nei pollini delle piante è la ragione delle principali allergie correlate a reazioni crociate tra polline inalato e frutta o verdura mangiata. Le reazioni possono essere più o meno importanti.
I pazienti allergici a pollini, dopo aver mangiato frutta o verdura, possono lamentare, di solito nel periodo d’impollinazione, la comparsa di sintomi quali l’edema (gonfiore) delle labbra, della lingua e della bocca accompagnato da un intenso prurito. Questo fatto può essere spiegato dalla presenza di allergeni comuni tra i pollini e tali alimenti: in questo caso si parla sindrome orale allergica (Soa).
La sintomatologia può arrivare fino all’edema della glottide, determinando difficoltà respiratoria, sino allo shock. I pazienti devono pertanto, prudenzialmente, evitare l’assunzione degli alimenti sospettati di dare reazione crociata con i pollini cui il soggetto è allergico.”
Nel mio caso, essere allergica alle graminacee – continua Cavagni – potrebbe causarmi reazioni con frumento, melone, anguria, pomodoro, kiwi, pesca, albicocca, ciliegia, prugna, mandorla, agrumi. Come spesso mi accade, molti dei suddetti alimenti sono off-limits a prescindere, ma temo che la farina di grano tenero per qualche settimana verrà ulteriormente centellinata.
Della serie, gli equilibrismi continuano.