Bentrovati a tutti. Che ve ne pare della nuova grafica del blog? Esattamente un anno fa nasceva la prima versione del blog allergico (cavolo, è già passato un anno e non me ne sono accorta). Il passaggio estetico e di sostanza (ho cambiato piattaforma passando da blogger a worpress.org) mi ha permesso di rileggere l’ultimo anno trascorso insieme parlando di allergie attraverso i miei post e alla luce dei vostri commenti.

Il tema della allergie è un argomento di attualità: non solo perché siamo a primavera, periodo per eccellenza per le riniti da pollini, ma anche perché sono in aumento le reazioni allergiche alimentari o a sostanze di cui fino a pochi anni fa nemmeno se ne sospettava l’esistenza come allergeni.

Oggi confermo e ribadisco quanto ho detto all’inizio di questa avventura virtuale. Io non sono un medico e non ho l’ambizione di esserlo. Sono una paziente allergica (e di pazienza, con le allergie, ce ne vuole davvero molta) e come tale raccolgo in questo giardino d’inverno la mia esperienza personale, i miei bassi e i miei alti, i miei tentativi di mangiare qualcosa di nuovo perché non ne posso più di alimentarmi sempre con le stesse medesime cose a causa del nichel, le mie emozioni contrastanti, le mie paure e, perché no, qualche successo.

Perché faccio tutto questo, vi chiederete.

Non è per essere compatita. Al contrario. Non sopporto chi prova pena per me quando vede la scarsa possibilità di scelta alimentare che mi è consentita per stare bene.

Non è per essere convertita. Non sopporto chi mi dice che l’allergia è una costruzione del mio cervello. Certo, una componente psicologica c’è, come potrebbe essere altrimenti, ma credo che sia normale quando si ha a che fare con una malattia cronica.

Non è perché voglio essere guarita. Mi spiego: ci sono tante scuole di pensiero su come uscire dalle più disparate malattie. Continuo a curarmi con la medicina tradizionale e con le terapie complementari (un bravo omeopata fa miracoli), ma so che i miei equilibrismi allergici mi faranno compagnia ancora per parecchio tempo.

Non è perché sono un’esibizionista. Sono tutt’altro nella vita.

Aggiorno questo blog per tenere traccia di quello che mi succede. Per me prima di tutto. In quattordici anni di allergie ho imbrattato un sacco di agende di carta:  scrivere rimane la migliore strategia per capire come muoversi in caso di reazioni allergiche, da dove arrivano o cosa modificare per evitarle. In secondo luogo perché credo che possa essere di aiuto a chi, come me, esce baldanzoso da uno studio medico con una diagnosi chiara, ma decisamente complicata da vivere quotidianamente. Vivere con le allergie è difficile, ma si può fare (insieme, se vi va). A volte potrò sembrarvi prolissa, altre ripetitiva, altre assurda, altre emotivamente instabile, altre ancora felice solo di stare bene.  Vivere con le allergie è anche questo!

Non vi offro consigli medici (vi suggerisco di farvi seguire da un bravo specialista, se non siete ancora sicuri di essere allergici): qui troverete una spalla su cui appoggiarvi nei giorni no, un angolo per i momenti in cui c’è bisogno anche di un banale “mal comune mezzo gaudio”, ma posso essere anche un’amica che ci è passata (o ci sta passando) come voi e può capirvi fino in fondo.

Fatevi un giro nel mio rinnovato giardino d’inverno.