Sono allergica a tante cose da molti anni, non a caso è nato questo giardino d’inverno virtuale. Mi piace vivere questo blog come uno spazio in cui sia possibile parlare anche di alternative che mi solleticano la mente nei momenti più difficili, come quello che sto passando io in questo momento.

Decidere di allentare la dieta strettissima a causa del nichel a cui sono sottostata (e continuo ad esserlo) per tanti anni è stato andare contro le mie paure.

Paura di avere ancora una reazione allergica importante.

Paura del mal di testa feroce post-allergia.

Paura di sentirsi malata.

Ritrovarmi di nuovo con quell’orrenda sensazione della gola che si stringe (due volte in una settimana) mi crea ansia.

In questi anni è più facile trovare in libreria saggi che mirano a curare lo spirito azzoppato come può essere il mio al momento. Fortuna vuole che io non sia allergica alla polvere. Per me cacciare il naso tra i libri è rilassante e divertente, soprattutto se l’angolo di paradiso è particolarmente fornito.

A dare una scossa ai miei neuroni in modalità stand-by è un saggio dal titolo accattivante
Il Programma Mindfulness a cura di Bob Stahl e Elisa Goldstein, edito da Essere Felici (purtroppo fuori catalogo), secondo il quale stress e dolore sono spesso inevitabili.

Il manuale insegna a sostituire le abitudini che generano lo stress con altre abitudini, basate sulla piena consapevolezza. Per me sarebbe indispensabile.

L’autoindagine secondo la mindfulness porta consapevolezza proprio in situazioni di stress o di ansietà fisica o mentale, lasciando semplicemente che seguano il loro corso.
Il saggio promette molto: seguendo il flusso di ciò che accade, anziché spendere energie combattendolo o voltandogli le spalle, offre l’opportunità di acquisire una visione di ciò che sta alimentando le preoccupazioni.

Comprendere le cause dell’apprensione, fa nascere un senso di libertà e di spaziosità.
In sintesi, si impara un processo mediante il quale si apprende ad avere fiducia e a restare alla presenza di sentimenti scomodi, anziché cercare di allontanarsene o di analizzarli. Questo spesso porta a un notevole cambiamento. Bisognerebbe dire che è il programma mindfulness a dare una buona occasione a me per distrarmi dalla voglia pazzesca di mangiare una fetta di panettone (perché ne ho una voglia matta, manco fossi incinta).

Gli autori per onestà avvisano che rivolgersi alle emozioni difficili e affrontare lo stress, l’ansia o il dolore non rappresenta un percorso facile. Tuttavia ci sono casi in cui sostenere un dolore diventa più faticoso che affrontarlo.
Questo è proprio il mio caso.

Io ci provo, che ne dite?