Alla fine dell’estate scorsa mi era capitato di parlare, oltre che di allergie, di meditazione.
Ecco, adesso non provate ad immaginarmi – e stigmtizzarmi (che poi è quello che ho sempre fatto io pensando a chi faceva meditazione) – in versione “santona”. Non è da me, né lo sarà mai. Eppure in questo lungo inverno il tema ha continuato a fare capolino tra i miei pensieri, anche grazie ai numerosi interventi di esperti di stress (lo stress, questo strano animale mitologico, vero?) che questo giardino d’inverno ha ospitato nei mesi passati.
Mi è capitato (in verità ho fatto i salti di gioia quando ho visto il programma) di partecipare ad una serie di incontri organizzati nella mia città dalla biblioteca pubblica in cui si parlava di yoga e di meditazione. Più volte mi è capitato di aggiungere tra queste pagine virtuali la mia pessima (o ottima – dipende dai punti di vista) abitudine di fare le cose da autodidatta. Mi viene spontaneo, visto che di professione faccio la bibliotecaria, e costruirmi percorsi “letterari” è quasi innato ormai. Il maestro yoga – non a caso – apriva sempre le sue lezioni dalla lettura di brani tratti da saggi orientali.
Tanti piccoli semi, prima o poi, generano nella sottoscritta delle curiosità da approfondire.
E’ così che al momento sono concentrata sulla lettura (e sulla pratica) di Gli elementi della meditazione per il benessere di mente e corpo* di David Fontana, edito da Astrolabio.
Da meditante alle prime armi e, per giunta, fai-da-te lo consiglio a chi voglia intraprendere lo stesso percorso che sto iniziando io.
Il saggio propone alcune schede tecniche su quelli che sono i benefici delle meditazione e che, come praticante alle prime armi, ho apprezzato parecchio, visti i motivi per cui me ne sono interessata: 1. diminuzione della tensione nervosa e dell’ansia (alzi la mano chi -pluri-allergico come me non si farebbe attrarre da un tale risultato…), 2. diminuzione di disturbi fisici legati alo stress, come – tra gli altri sintomi – emicranie da tensione (di questo ne parlerò prossimamente in un post apposito, visti i miei frequenti mal di testa), 3. diminuzione di dipendenza fisica e psicologica da farmaci (che è una delle mie paure più grandi dovendo ricorrere piuttosto spesso agli antistaminici), 4. diminuzione di depressione, irritabilità e altri stati psicologici negativi.
Eppure l’autore, in maniera davvero semplice, dice che la meditazione è molto di più. Non ci si deve accontentare di raggiungere obiettivi pratici, ma che si deve iniziare un viaggio interiore che solo per caso avrà anche quegli effetti su di noi.
“Senza la padronanza e la comprensione di noi stessi siamo condannati a una perpetua alienazione” – è una citazione importante se ci pensate, e quanto è vera per me!
Che cos’è la meditazione, allora?
Il termine deriva dal latino meditari che significa “praticare assiduamente”. La vaghezza della parola è in realtà molto utile perché ci permette di iniziare il viaggio senza troppi preconcetti (quelli di cui parlavo all’inizio di questo articolo), lasciandoci un certa libertà di scelta e senza troppe aspettative. Con questi presupposti David Fontana ha scalato la classifica dei migliori autori letti in questi mesi, perché risponde esattamente a quelle che sono le mie esigenze.
“La meditazione non è né un credo né un dogma.” Anzi, diffidate da chi denigra un metodo piuttosto che un altro.
Fondamentale è iniziare questo percorso con una mente aperta all’esperienza in sé, piuttosto che all’obiettivo da raggiungere.
Il volume è di lettura scorrevole. Gli esercizi da fare sono davvero pochi, anche se la loro complessità aumenta (ma di poco) con lo scorrere delle pagine. Si tratta di pratiche facili da apprendere (se ce la sto facendo io, potete essere certi che ci potete riuscir anche voi).
Tutto gira intorno al respiro. L’autore consiglia posizioni, momenti della giornata e modalità diverse di meditazione, ma tutto ruota intorno al nostro respiro che troppo spesso diamo per scontato e che invece è così importante per la nostra esistenza (e chi ha sofferto o soffre d’asma sa di cosa sto parlando).
Unica accortezza che mi sento di segnalare: se qualcuno di voi è allergico come me alle graminacee, non è indicato praticare la meditazione all’aperto.
Per concludere: la meditazione può aiutare chi soffre di allergie? Non ho ancora una risposta scientifica, ma conto di darvela (non posso dire al più presto perché non è possibile stabilire in anticipo la tempistica). D’altronde, in questo giardino d’inverno tengo traccia di tutta l’evoluzione delle mie allergie e di quanto sto scoprendo direttamente con l’esperienza diretta.
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