Era da un po’ che ci giravo intorno. Ora è arrivato il momento per me di fare chiarezza su cosa sia lo stress e perché l’essere allergico ne risenta, peggiorando lo stato complessivo di salute.
Mi prenderete per la solita logorroica (e un filino presuntuosa), ma a me sapere che lo stress peggiora la resa del mio sistema immunitario senza sapere come mi dava fastidio, nel senso che assomigliava tanto a “un atto di fede”. Per natura o per deformazione professionale ho bisogno di approfondire (e di conseguenza sono solita condividere con voi lettori i risultati delle mie ricerche).
Per prima cosa è indispensabile definire cosa sia lo stress. Cito Mario Chaput di cui ho già avuto modo di scrivere: “qualunque shock subito dall’organismo provoca stress“.
Qualunque! Si va dalla paura di perdere il lavoro, all’eccessivo lavoro, dalla mancanza di sonno, alla voglia di primeggiare, dal con-vivere con le allergie (o un’altra malattia), al rumore in eccesso. Metteteci dentro qualsiasi cosa vi venga in mente che potrebbe alterare il vostro stato fisico e mentale.
“Lo stress è una risposta del sistema nervoso e ghiandolare. Questi due sistemi si mettono in moto per permetterci di reagire (fuggire o combattere lo shock) oppure incassare (resistere) il più a lungo possibile.”
Secondo gli studi portati avanti da Hans Selye, “lo stress si esprime tramite la sindrome di adattamento, che comporta tre fasi: fase d’allarme, fase di resistenza e fase di esaurimento.”
Attraverso i sensi lo shock viene percepito dal cervello, “che invia un messaggio all’ipotalamo, il quale ordina alle surrenali di secernere adrenalina e noradrenalina, […], di norma utili per ristabilire la situazione.”
Gli ormoni in pratica coordinano gli sforzi per cercare una soluzione nel più breve tempo possibile. Non a caso la pressione del sangue aumenta (avete presente il cuore che batte all’impazzata?), i bronchi i dilatano (abbiamo il respiro corto, come dopo uno sforzo) e “lo zucchero di riserva (glicogeno) depositato nel fegato viene rilasciato […] per consentire di alimentare con la sua energia le cellule.”
A questo punto potremmo risolvere il problema in cui siamo in corso (il picco di stress) velocemente. Fine della storia. Quella che Selye definisce “fase di esaurimento”.
Oppure “perdiamo la testa”, provocando altro stress. Purtroppo o per fortuna (dipende dai casi) il nostro cervello – in particolare la zona limbica – ha la memoria molto lunga e si ricorda che magari nell’ultima occasione di stress (crisi allergica? problemi sul lavoro? i capricci di un figlio?) ci è stato difficile uscirne. Si innesca quella che Selye chiama “fase della resistenza“, in cui tutto il sistema nervoso e ghiandolare si mette in tensione al fine di trovare una soluzione. Secondo Chaput è fondamentale che in questo contesto rimanga stabile il livello glicemico, perché “lo zucchero è il carburante, la fonte di energia che permette alle cellule nervose di lavorare meglio.” Le ghiandole surrenali continuano a produrre adrenalina e a richiedere al fegato di rilasciare zucchero nel sangue.
Con il contributo del sistema ghiandolare, viene prodotto un ormone – il cortisolo (che è un ormone naturale), che “permette la produzione di zucchero attingendolo alle riserve di proteine e grassi“.
Secondo un altro studioso dello stress, Soly Bensabat, “in dosi fisiologiche e moderate il cortisolo esercita inoltre un effetto antiallergico e antifiammatorio. Tuttavia a dosi troppo elevate può favorire la comparsa o l’acuirsi di allergie.”
Che ve ne pare?
In pratica, l’eccesso di quantità quotidiana di cortisolo prodotta dalle surrenali può essere pericoloso per la nostra salute. Ecco che chi non è allergico rischia di diventarlo e chi lo è già rischia di far peggiorare le proprie allergie.
Secondo Chaput: “continuando e resistere, il livello di cortisolo quotidianamente prodotto […] aumenta pericolosamente, assieme a quello degli altri ormoni dello stress. […] Il cortisolo in eccesso si attacca alle cellule della zona limbica, rendendoci più emotivi e distruggendo i meccanismi nervosi che ne permettono la diminuzione nel sangue.”
Il rischio successivo è che lo stress diventi cronico, perpretando emozioni, pensieri e debolezze sviluppate nella zona limbica, senza mai arrivare all’esaurimento.
Secondo Jean-Michel Bader, “il cortisolo in eccesso uccide le cellule nervose che [invece] hanno il compito di regolarne la quantità nel sangue.” Insomma il gatto che si morde la coda. Gradualmente si perde la capacità di ritrovare uno stato rilassato, senza riuscire a superare gli shock ai quali andiamo incontro.
Lo stress a cui sottoponiamo le nostre cellule, secondo altri studiosi, favoriscono tra l’altro la secrezione di istamina e lo sviluppo del terreno allergico.
Che cosa fare allora? E’ fondamentale scegliere sane abitudini di vita che favoriscano il rilassamento e riducano o correggano gli shock ai quali siamo costretti ogni giorno.
La prima tappa di qualsiasi approccio resta quella di “fare ordine” nella propria vita. E’ chiaro che per ognuno di noi le cause scatenanti possono essere diverse. Sta a noi trovare quelle con cui non riusciamo a convivere.
Di tutto ciò, le nostre allergie ci saranno grate.
Più facile a dirsi che a farsi, direte voi. Già…