Oggi ho voglia di raccontarvi una cosa che è successa alla fine di quest’estate. Premetto che sono sempre attenta alle notizie che parlano di allergie e spesso sono associate all’aspetto puramente medico oppure a fatti tristi (chi non ha letto dell’ennesimo shock anafilattico di Montano o della ragazza allergica all’acqua).

Voglio andare controcorrente, perché le buone pratiche delle piccole cose passano troppe volte sotto silenzio.

Vivo a Pesaro, una città di mare, e d’estate com’è ovvio che sia è piena di turisti che vengono da fuori. Il lungomare, che io adoro, è il tipico viale in cui ci sono moltissimi ristoranti medi e piccoli, tanti bar e innumerevoli gelaterie. Le mie figlie – che non hanno allergie alimentari – sono innamorate di una gelateria in particolare che affaccia davanti al parco giochi dove sosterebbero per delle giornate intere (io un po’ meno…).

A settembre si tiene la Fiera di San Nicola. I viali sono letteralmente invasi di bancarelle. La quantità di gente che si riversa in città è davvero sorprendente. In quei tre giorni qualsiasi ristorante, bar o gelateria ha file interminabili di persone in attesa.

Arrivo al dunque.

Ero in fila anch’io nella gelateria biologica per prendere il gelato per le mie bambine che, nonostante la fiera, volevano quel cono là. Odio le file e odio profondamente coloro che di fronte al banco sembrano degli alieni indecisi o inconsapevoli che i gusti del gelato sono quelli (sono sempre quelli!).
Be’, è arrivata una signora dicendo che voleva un gelato per la figlia intollerante al lattosio. Ero dopo di lei quindi ho potuto assistere alla scena in diretta.
Nella gelateria hanno preso un cono chiuso in una confezione sigillata, hanno provveduto a recuperare una spatola intonsa (per evitare contaminazioni) e alla fine hanno preparato il gelato riservato per gli intolleranti al lattosio. In barba alla coda. In barba alle persone che aspettavano picchiettando con la punta del piede sul pavimento.

Ecco. Quella professionalità – secondo me – è stata stupefacente.
Mi capita spesso e ne ho già parlato anche qui nel mio giardino d’inverno di gelaterie dove – potendo io mangiare solo il gusto al fior di latte – il gelato, nonostante chiedessi che non fosse contaminato con gusti alla cioccolata o alla nocciola, mi veniva servito pasticciato (per la gioia di mio marito che spiluccava le parti “cioccolatose”).

Un consiglio: la cortesia, la calma e la considerazione per chi ha allergie e intolleranze non ha prezzo.

Ora chiedo a voi? Avete qualche storia felicemente riuscita in cui le allergie o le vostre intolleranze sono state trattate con gentilezza e non con la solita arroganza di chi non è mai stato male?

4 COMMENTS

  1. Mi piacerebbe tantissimo capire quale gelateria sia così attenta all’intolleranza al lattosio! Se è di fronte al parchetto e biologico potrebbe essere C.F… Nel caso faccio un salto a provarlo quando torno giù! 🙂
    Io alla fine a Pesaro vado solo da Gianni in centro, ha un bancone a parte con gusti vegani e senza glutine serviti con spatole apposta e mi fa sentire più tranquilla. Anche nelle altre città ho le mie gelaterie di fiducia, ma devo dire che i gusti non sono sempre così buoni: sarà che a me non piace la frutta, ma l’idea di non trovare una buona crema senza lattosio, come ha Gianni, mi fa spesso desistere dal provarne di nuovi.
    Anche io apprezzo tantissimo l’essere accolta in maniera così professionale… devo dire che in questo Pesaro è davvero messa molto bene rispetto alle altre città che frequento.

    Lia
    PS: risponderò presto anche alla tua mail!

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