Vivo con l’allergia al nichel da sempre e la mia pelle non mi perdona più. Mi conosce troppo bene.
Posso contare sulle dita di una mano i detergenti, le creme o gli oli e i deodoranti che posso usare senza problemi.
Niente trucco. Ho provato qualcosa, ma a parte spendere soldi, non sono mai riuscita a usare nulla nel medio periodo senza avere fastidiose dermatiti da contatto sul viso. All’inizio di quest’estate ho comprato l’ennesimo mascara, che – tanto per cambiare – è rimasto intonso in borsa senza che sia riuscita a trovare il coraggio di metterlo. La colpa in questo caso non è stata del rimmel ma dei diversi pollini che nel tempo si sono succeduti e che non perdonano ancora i miei occhi. Quindi, perché azzardare ulteriormente? (Sì, lo so da sola di essere stata una scema a spendere dei soldi per una cosa che non userò. Be’, chissà magari…).
Una cosa a cui non avevo ancora rinunciato erano le meches sui capelli. Ho una carnagione chiara, che verte al verdognolo in pieno inverno, e i capelli castano-topo. L’unica soluzione per non sembrare mia nonna era quella di schiarire i capelli. Pur preavvisando i parrucchieri dai quali sono andata della mia allergia al nichel, le mie visite tri-quadrimestrali non sono mai state esenti da reazioni cutanee. Se bella vuoi apparire, un po’ devi soffrire – dice il proverbio. Così tra un paio di orecchie alla Dumbo e qualche antistaminico me la sono cavata egregiamente fino al giugno scorso, quando dopo qualche ora dall’uscita del coiffeur ho sentito quel fastidioso e insistente prurito alla gola e relativa sensazione di dover ingoiare una matassa di lana. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso (di paura). A settembre sono tornata a tagliare i capelli e il parrucchiere che ha visto la mia ricrescita voleva farmi le meches. Gli ho spiegato che non ho più intenzione di farle e lui – giusto per farmi sentire bene (è ironico, sia chiaro) – mi ha detto che il biondo è il mio colore e che potevamo trovare una soluzione.
– Tanto per provare! – ha detto.
Io però ho solo tagliato i capelli (perché non ho tanta voglia di “provare”) e da quattro mesi non faccio il colore. Fa tanto allergici anonimi: mi chiamo Simonetta e non faccio le meches da 136 giorni. Ahah.
L’ultima cosa che mi è rimasta per ravvivare il viso sono gli occhiali (ne avevo già parlato in un altro post). Anche qui gli equilibrismi non sono mancati e solo dopo vari tentativi ho capito che posso indossare solo occhiali di plastica senza alcun contatto con il metallo.
Mi spiego. L’unico metallo consentito è quello che permette la piegatura delle stanghette (ad un centimetro abbondante dalla tempia, per capirci). Una volta ho comprato un paio di occhiali chiccosissimi che avevano delle applicazioni in metallo – seppur ricoperte da silicone – proprio dove gli occhiali appoggiano sul naso. Non vi dico come mi avevano ridotta. Da quella volta ho capito e nessuna montatura ultra-figa mi fregherà più.
Essere carini e vivere con le allergie non è sempre facile: intanto io ci provo.