Ogni mattina quando ti alzi e apri l’armadio ti chiedi – E oggi cosa mi metto?
Oppure sei il tipo che si prepara gli indumenti la sera prima come me?
Qualsiasi sia l’allergia da contatto (la mia nello specifico è quella al nichel) che ti sia stata diagnosticata hai cominciato a chiederti: – E cosa indosso per andare sul sicuro?
Dopo vent’anni esatti di convivenza con una diagnosi dettagliata di quanto il mio sistema immunitario fosse e rimanga carente, posso affermare con una certa presunzione che la categoria abbigliamento vada analizzata con calma.
Quali sono i vestiti a cui ho deciso di rinunciare?
Praticamente da quando nel 2000 mi è stato fatto un quadro esatto delle mie numerose allergie ho rinunciato a tutti i tessuti sintetici al 100% o misti. Anche se la percentuale di acrilico, di poliammide o quant’altro è minima la mia pelle ne risente. Gli effetti sono quasi immediati ormai: prurito, piccoli ponfi che si arrossano con il trascorrere del tempo.
Ho fatto inconsapevolmente la prova del nove addirittura con le etichette che le magliette hanno dietro il collo (quelle per capirci che indicano la composizione del tessuto, la modalità di lavaggio, ecc.). Eliminate quelle – con molta attenzione (non so se ci avete fatto caso, ma sono difficilissime da staccare), sono riuscita a indossare di nuovo quei capi che trovavo insopportabili.
Vi faccio notare che rinunciare ai prodotti che non sono in fibra naturale, oltre che minimalista, è anche una scelta eco-sostenibile. Mi pare quindi uno sforzo da non disprezzare a prescindere.
L’unica eccezione alla regola è il costume da bagno. Continuo ad usare i tradizionali costumi in poliammide ed elastane, perché non sono davvero riuscita a trovare un’alternativa valida.
Che cosa indosso regolarmente?
Il mio intimo è altrettanto minimalista. Uso solo slip e canottiere in cotone 100 % bianco. Non uso il reggiseno. Non è una scelta dettata dai tessuti, anche se quando ancora ne cercavo uno, ho fatto una grande fatica a trovarne in fibra naturale, senza ferretti e gancetti. Semplicemente lo trovo insopportabile.
Per la parte sopra uso sempre magliette o camice di cotone nel 90% delle volte bianche, perché mi dà luce al volto, oppure in inverno quando le copro con un cardigan o una felpa, spezzano la monotonia della tinta unita di queste ultime.
Sotto uso rigorosamente pantaloni in lino d’estate, in cotone ed elastane in inverno. Quando fa molto freddo sotto ai pantaloni metto anche dei leggings in cotone.
Per calzini e calzettoni uso quelli in cotone o cotone pesante e/o filo di scozia a seconda della stagione. Niente collant.
Per quanto riguarda le scarpe, il problema non si pone in inverno. Uso da anni solo gli anfibi. Devo invece fare attenzione ai sandali nel periodo estivo perché, in caso di applicazioni in metallo, non è sufficiente lo smalto a schermarle per la mia pelle sensibile. Eventuali bottoni (anche nei pantaloni) o parti scoperte in metallo in borse o zaini mi creano la stessa fastidiosa reazione se li porto con costanza per più giorni consecutivi. La soluzione è verificare bene prima di acquistarli che non ci siano.
Conclusioni
Le rinunce che ho dovuto fare alla fine non sono state così difficili da mettere in pratica. Oggi sono più consapevole di una volta del mio valore come persona e di come spendo il mio denaro quando vado a fare shopping. E’ quello che indosso che mi rende chi sono veramente? Potreste pensare che io sia un po’ monotona nell’abbigliamento, ma sapete che c’è? Non sosto più davanti all’armadio a chiedermi cosa mettermi. La mia vita si è decisamente semplificata. Quando vado a fare acquisti (che non è una cosa che amo particolarmente), risparmio anche un bel po’ di tempo perché se trovo un capo che fa al caso mio ne compro due o più pezzi: così non ci penso più. Che ne dici?
E tu? A cosa hai rinunciato a testa alta a causa delle allergie?
Per quanto riguarda la cura della mia persona ti consiglio di leggere il post sulle cose a cui ho rinunciato e quelle alle quali non ho potuto fare a meno, senza per questo rinunciare alla mia salute.