Vivere con le allergie è nato come un diario virtuale per raccontare le mie peripezie in più dieci anni con un sistema immunitario speciale.
Negli ultimi due anni mi sono accorta, che più che di allergie in senso medico, questo giardino d’inverno racconta del bisogno di coccole emotive per soggetti allergici, seppur virtuali, come me. In un mondo in cui la perfezione ci viene schiaffata in faccia ogni giorno, sentirsi diversi in qualche modo mette in difficoltà.
E’ quello che sta succedendo a me in questo periodo. Ho già avuto modo di raccontare della mia ultima tintura ai capelli, che risale a giugno, e di quali effetti poco piacevoli sia stata causa. Da allora non ho più avuto il coraggio di farla. Aggiungeteci che non mi trucco (vedi alla voce dermatite allergica da contatto) e che il mio abbigliamento è rigorosamente dettato dal tipo di tessuto di cui è composto, insomma non mi scambiereste mai per una top model figa appena scesa da una passerella per donne mature.
Faccio fatica a spiegare che io sono sempre io, anche con i capelli al naturale. Non solo agli altri. Siamo talmente abituate – soprattutto noi donne – ad adeguarci alla moda che ci vuole giovani, belle, fresche e colorate che non riusciamo (o almeno io fatico) ad accettarmi per come sono.
In farmacia spendo parecchi soldi per prodotti specifici per la cura del corpo che non mi diano reazioni. In realtà la marca è sempre la stessa dal 2000 (ne ho già parlato qui e non è una pagina sponsorizzata, cioè pagata dal produttore). Un paio di giorni fa, mentre ero in fila e scambiavo qualche parola con i farmacisti – ai quali brillano gli occhi quando mi vedono e sulle cui pupille compare l’icona dell’euro in rilievo – ho sentito (alla faccia della privacy) una signora dai capelli molto scuri che chiedeva lumi sulle tinture per capelli visto che ogni volta che faceva il colore impazziva dal prurito e dal bruciore. Il farmacista le ha proposto immediatamente una marca che conosco (di cui non farò menzione e che con me non ha funzionato nel senso che mi ha dato reazione allergica) e mi sono intromessa (ora i farmacisti mi odiano, ve lo confesso). Mi sono immedesimata nella signora e le ho consigliato di provare ad applicarla come prevenzione su un braccio anziché riempirsene la testa. Per sicurezza. A quel punto giustamente i farmacisti hanno cercato di dire la loro. Non sono riuscita a trattenermi e ho dovuto ammettere di essere un nichel-test ambulante. La signora mi ha guardata come se fossi un miraggio, perché pur sapendo di essere allergica al nichel, le avevano spacciato l’idea che si trattasse solo di emotività. L’ho rassicurata sul fatto che il nichel è nichel e che poteva stare tranquilla perché non stava diventando pazza.
Cosa voglio dire insomma? Per prima cosa affidatevi nelle mani di un bravo allergologo. Allergologo. Spesso sento di persone che vanno dal dermatologo, soprattutto quando il problema sorge a livello cutaneo. Se è stato il dermatologo a suggerirvi che siete allergici al nichel andate comunque da un allergologo affinché confermi la diagnosi e vi segua nello specifico. Continuate pure ad andare dal dermatologo, ma lo specialista in caso di allergia rimane l’allergologo.
L’emotività conta, eccome. Come potrebbe essere diversamente? Quando la paura ti assale, è difficile rimanere tranquilli e sereni (e grattarsi fino a farsi uscire il sangue). Quando siete arrivati a questo punto e avete confermata una reattività al nichel, prima di sperimentare su una vasta parte del vostro corpo un nuovo prodotto, limitatevi a usarlo su un avanbraccio per qualche giorno e vedete che effetto vi fa. Se la parte diventa rossa e magari vi prude, evitate di usarla. Lo so, fa male (al portafoglio), ma meglio essere prudenti (per la salute).
Per quanto riguarda noi signore, sto cercando di convincermi che essere autentiche nell’aspetto fisico sia facile. Razionalmente lo è, se penso a quanto risparmio in termini di denaro e di tempo comporta. Socialmente però ci sto ancora lavorando (e vi tengo aggiornati sulle mie elucubrazioni come sempre).
Ti capisco e ti stimo tanto!
Grazie :).
I farmacisti si sono offerti di darmi un po’ di campioncini “di quelli di cui garantiscono loro”, Mah…
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