Quando ho iniziato ad aggiornare questo giardino d’inverno ho raccontato della mia dipendenza dallo zucchero, unica forma di carboidrato e di energia spiccia di cui potevo alimentarmi. Quando la mia dieta si limitava a latte e latticini, carne e pesce, aggiungevo lo zucchero raffinato nel latte (che fino a qualche anno fa potevo bere insieme al caffè) e nello yogurt naturale intero.
Ci sono stati un paio di tentativi di sostituzione dello zucchero raffinato (quello bianco per intenderci) con quello di canna o con il miele. Se qualcuno mi segue da tempo sa che è stato proprio grazie a questo blog che una lettrice mi ha fatto notare che alcuni sintomi tipici (gola che gratta e palato che prude) potevano essere causati proprio dalle new entry. Ritornata allo zucchero raffinato, prurito e fastidio alla gola sono spariti. Eppure quella pulce nell’orecchio che riviste e conoscenti continuavano a mettermi e secondo la quale lo zucchero raffinato fa malissimo, ho continuato a usarlo, ma sempre con quel retro-pensiero che non mi facevo del bene (come se assumere altri dolcificanti me lo facessero…).
Arrivo al dunque. Come sono solita, la prendo larga. Da quando ho cominciato ad introdurre nella mia dieta degli autentici erogatori di energia a rilascio lento, come riso, farina 00, ma anche le patate, ma anche la frutta fresca come banane e mele, il mio bisogno di “dolce” si è affievolito. Senza il caffè non ho più bisogno dello zucchero per dolcificare nemmeno il latte.
All’inizio ho solo ridotto la quantità, dimezzando la dose (un cucchiaino, anziché tre. Sì, lo so che era molto, ma senza ero incapace di berlo). Gradualmente, a colazione ho potuto sostituirlo con latte bianco e un frutto (mela o banana appunto). Qualche volta inizio la giornata con acqua e limone (calda in pieno inverno, tiepida in primavera – visto che l’estate non decide ancora a farsi sentire da queste parti).
A lavorare mi porto lo yogurt naturale intero che accompagno ancora una volta con la frutta (preferisco la banana per evitare di pasticciare la scrivania).
Quel bisogno impellente di mangiare cose iper-zuccherate (che si riducevano al solo latte e yogurt) è come svanito. Anzi, ora che posso mangiare i biscotti che faccio in casa con i bambini ho ridotto la dose di zucchero perché li sento troppo dolci. Per assurdo un alimento che i miei assumono e definiscono “normalmente” dolce, adesso a me sembra “troppo” zuccherato.
Inoltre, io che sono una pessima cuoca, mi sto attrezzando con poche ma nuove ricette. L’ultima è quella con la quale ho fatto la marmellata (o forse la composta: non ho ancora capito la differenza) di mele. Tutto è cominciato con una quantità industriale di mele avvizzite che sostavano dietro la porta della cucina. Ho chiesto alla mia secondogenita di trovarmi tra gli svariati libri di ricette quella per la marmellata appunto. Oltre alle mele (circa un chilo), erano previsti il succo di due o tre limoni e una cosa come 300 gr. di zucchero. Abbiamo osservato esattamente le proporzioni indicate e la marmellata è venuta squisita, ma secondo il mio palato un po’ troppo dolce. Visto che l’esperimento era riuscito, terminato il primo vaso, mia figlia mi ha chiesto di rifarla. Ho ridotto la dose dello zucchero a un etto. La faccio breve. Ora la facciamo senza aggiunta di zucchero ed è buonissima lo stesso. Pensate che la uso addirittura nello yogurt naturale bianco invece dei pezzettoni di frutta. E’ delizioso.
Ecco, tutto questo non aiuta la mia prossima prova costume (e per la mia nuova necessità di perdere qualche chilo ;)!).