Incinta stavo bene, proprio bene. Felice mentalmente e fisicamente. Stavo una favola. Ho continuato a lavorare fino all’ottavo mese e mi vedevo bellissima. Sì, sembravo anche una pazza, con la testa fra le nuvole, in una sorta di estasi e a nessuno – nemmeno al padre di mio figlio – era consentito riportarmi con i piedi per terra.
In realtà tutto mi sarei aspettata fuorché risultare positiva al test della curva di carico della glicemia.
Tatatataaan. Non sapevo nemmeno cosa fosse il diabete gestazionale, io. Invece, dopo la conferma con il secondo esame completo è risultato che io fossi diabetica. Tutto ciò ha comportato una serie di esami del sangue aggiuntivi presso il Centro Anti-Diabete ogni 15 giorni.
La cosa buffa o tragica è stata che nella cura del diabete gestazionale si debba fare attenzione al peso e alla dieta. Questi specifici controlli li ho fatti da un medico dietista.
Con il senno di poi la scena di me dalla dietista sembra ancora surreale.
All’ottavo mese di gravidanza pesavo esattamente tre chili e mezzo in più rispetto al pre-gravidanza. Questa cosa mi aveva talmente sconvolta – o forse erano solo gli ormoni, chissà? – che ho cominciato a piangere come una bambina, perché avevo paura che il mio bambino non stesse crescendo come doveva. La dottoressa per consolarmi mi ha spiegato che ero una diabetica anomala (e ti pareva?), visto che normalmente il diabete gestazionale ha come sintomo un eccesso di peso della gestante e del nascituro. Il mio bambino era nella norma e il mio peso pure. Be’, meglio così!
L’altro problema era invece la dieta: di nuovo, ancora quella parola a me faceva un certo effetto, visto che io vi(ve)vo a dieta da tanto tempo. Purtroppo la dieta prevista per i diabetici comportava il consumo di carboidrati (zuccheri a rilascio lento) e io come allergica al nichel non potevo mangiare pasta e pane e l’unico carboidrato sicuro era ed è proprio lo zucchero raffinato.
Ancora una volta la dietista è dovuta scendere a patti con la sottoscritta ultra-eccitabile e piagnona: dovevo assicurarle di mangiare ogni tre ore e il pasto più importante sarebbe dovuto diventare lo spuntino prima di andare a dormire. Ovviamente sulla carta non c’erano problemi: nei fatti in gravidanza la mia digestione era piuttosto lenta e per poter riposare senza avere la cena sullo stomaco dovevo farla alle 17, altro che spuntino di mezzanotte.
La fortuna vuole che durante la gestazione io fossi dotata di occhiali speciali: volevo essere ed ero felice. Pausa pianto di fronte alla dietista a parte, niente mi adombrava.
Mio figlio è nato senza problemi due giorni prima della scadenza del tempo.
Era (ed è) bellissimo.