Spesso dimentico la mia allergia all’alternaria. Non lo so perché, ma faccio finta che non esista fino a quando, come in una comune mattina di ottobre, mi sveglio con un occhio che fatico a tenere aperto per quanto è gonfio e nel quale mi sembra di sentire una decina di spilli conficcati dentro e di un colore rosso acceso da fare paura.
Allora io e la muffa bastarda ci riscopriamo vecchie amiche (o nemiche di vecchia data che dir si voglia). Non posso sbagliarmi, perché in questo periodo, non ho molto a cui dare la colpa per le mie reazioni e quelle legate all’alternaria nello specifico sono ogni anno molto simili e concentrate in questo periodo dell’anno. Cioè: l’alternaria si concentra, secondo gli esperti e il calendario pollinico, nei mesi di luglio e di settembre. A causa di un’estate poco-estate e di un ottobre molto-poco-ottobre (qui si va ancora al mare, si gira con le mezze e maniche, e non si disprezzano infradito e sandali aperti), il clima fa le bizze, le stagioni fanno un po’ come pare a loro e l’alternaria mi sta facendo vedere le stelle proprio ora, a fine ottobre. Il caldo appiccicoso, la nebbiolina che si stende sull’orizzonte all’alba e al tramonto, il bucato che impiega giorni e giorni per asciugarsi, le foglie che cadono dagli alberi (ma non sono davvero secche quando le calpesti, perché è troppo umido) sono tutti motivi sufficienti per dare alla muffa la possibilità di gozzovigliare in natura e riprodursi.
Il segnale per la sottoscritta che l’alternaria sta facendo il suo (in)degno lavoro è molto semplice: da un paio di settimane avverto prurito diffuso soprattutto dopo la doccia, cosa che succede solo in questo periodo dell’anno e con quella modalità. Immaginate miriadi di aghi che vi trafiggono le gambe ininterrottamente: una sorta di tortura cinese insopportabile. Sono consapevole di avere la pelle molto sensibile, ma io impazzisco in questo modo solo quando c’è questo clima. La mia allergologa mi aveva consigliato – anche per via dell’allergia al nichel – di fare docce tiepide (non calde come piacciono a me), per evitare il contrasto tra il calore dell’epidermide e la temperatura-ambiente mediamente più bassa dovuta all’avvicinarsi dell’inverno. A nulla valgono oli e creme (solo di quelle che posso usare io, eh): il prurito persiste per 30-40 minuti senza sosta.
Ieri mattina la reazione molto più evidente si è manifestata agli occhi e allora non mi è rimasto molto da fare se non ricorrere al tradizionale antistaminico che mi terrà compagnia per qualche giorno. Mi auguro che siano davvero pochi i giorni e che arrivi l’inverno, quello vero-vero, per poter mandare in letargo anche per quest’anno la parentesi “alternaria”.