Oggi lascio la parola a un’ospite del mio giardino d’inverno. Si tratta di una “storia allergica” particolare. Intanto perché si tratta di una situazione molto delicata. Riguarda una bambina molto piccola e posso immaginare la paura che certe reazioni allergiche possono provocare nei familiari di un lattante. Questo non vuol dire che le reazioni allergiche di un adulto siano meno gravi o meno preoccupanti.

Inoltre leggendo il racconto di Lucy, non ho potuto non immedesimarmi visto che a mia figlia è successo qualcosa di molto simile.

Vi racconto la nostra storia. Quella mia e di mia figlia.

Mia figlia ha compiuto quattordici mesi qualche giorno fa, ma ho scoperto la sua allergia quando ne aveva appena quattro.

Era una mattina qualsiasi quando la porto dal pediatra per il controllo di routine mensile e per verificare i normali parametri di crescita. Come un fulmine a ciel sereno, però il medico mi dice di non essere soddisfatto del peso della bambina che allattavo esclusivamente al seno e mi consiglia di darle l’aggiunta di latte artificiale.

Così faccio, ma neanche a metà del primo biberon la bambina inizia a vomitare e subito dopo perde conoscenza. Era sera ed io ero da sola. Sono andata in panico vedendo che lei che non si riprendeva. Ho immediatamente chiamato i miei e siamo andati al pronto soccorso.

Una volta arrivati, per fortuna mia figlia ha iniziato a riprendersi e la situazione era tornata alla normalità.

La dottoressa di turno ritiene di verificare se fosse in corso una cistite. Alle 3 di notte me ne vado.

Purtroppo, essendo io stessa un soggetto allergico – anche se non al latte – ho la presunzione di aver riconosciuto i sintomi di una reazione allergica e di conseguenza ho pensato di farla visitare da un allergologo.

Dall’esame dello specialista mia figlia è risultata positiva al latte vaccino. Visto che continuo ad allattarla al seno, ho dovuto anch’io eliminare il latte dalla mia dieta perché a lei veniva la dermatite.

Con l’inizio dello svezzamento, abbiamo provato ad inserire nell’alimentazione il Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi (che dovrebbe essere tollerato), ma senza successo. Ha reazione anche con quello è quindi abbiamo dovuto eliminare del tutto l’alimento fino al prossimo controllo, dopo l’anno di vita.

Un paio di settimane fa mia figlia ha fatto il prick test: al momento risulta positiva al latte vaccino e al latte albumina. Le parole del medico non sono state confortanti: “Signora, dovete stare attentintissimi, e molto probabilmente non passerà…”

Volevo farti un paio di domande – se ti fa piacere rispondermi. La prima è: Come si fa a con-vivere con le allergie di una bimba così piccola? Sia praticamente che psicologicamente.

Aver scoperto a soli quattro mesi questa brutta allergia di mia figlia non è stato sicuramente piacevole. Ricordo di essere scoppiata a piangere quando sono tornata a casa dopo il primo test, e anche dopo il secondo. Dopo ogni test insomma. Perché? Perché essendo io stessa un soggetto allergico so per esperienza cosa significa, e sì, avrei preferito non lo fosse anche lei. Poi ti fai forza e affronti le giornate. Una alla volta. La nostra quotidianità è fatta di: “Hai toccato formaggio? Stai attento lavati le mani”. E ancora: “Attenzione a non far cadere niente per terra!”. E poi c’è il controllo degli ingredienti su ogni cosa che mia figlia mangia, che le posate siano pulite, le cene fuori… Insomma tutto. Credo che ancora oggi l’allergia venga sottovalutata. Ho a che fare tutti i giorni con persone che mi dicono: “Vabbè, dai! C’è di peggio!”. Non capiscono che mia figlia potrebbe morire per colpa di un banalissimo biscotto e questo mi fa molta-moltissima rabbia. Non ho mai sofferto d’ansia in vita mia. Comincio a conoscerla adesso. Penso a quando sarà grande e inizierà a farmi delle domande.

Che consigli daresti ad altre mamme alle quali avessero diagnosticato una allergia così importante ai loro figli in così tenera età?

Alle mamme che si trovano nella mia stessa situazione dico: “Abbiate pazienza. Mettete tanta cura nel cucinare tutto per i vostri bambini. Inventate nuovi piatti perché è difficile trovare qualcosa di diverso. Ci saranno volte in cui vostro figlio non mangerà perché non gli piacerà quello che gli avete preparato, o perché vuole ciò che mangiate voi, e voi non potrete farglielo assaggiare”. Siate coraggiose anche per vostro figlio.

Credo però che sia importante raccontare le nostre storie “allergiche”. E’ importante che sempre più persone siano consapevoli dei rischi che corrono i bambini gravemente allergici, in questo modo un giorno si farà più attenzione alle loro esigenze anche da parte di chi non ha alcuna allergia.

Ti ringrazio per averci fatto entrare nella tua vita. In bocca al lupo.