Una delle primissime cose che la mia allergologa mi ha detto insieme al fatto che ero allergica al nichel è stato di fare attenzione ai tessuti colorati, in particolare al blu e al nero.

Questo spiegava perché per me i jeans erano sempre stati scomodi. Pre-diagnosi per me i jeans avevano solo un problema di cuciture troppo spesse: invece la dottoressa mi ha spiegato che il problema era la tintura blu.

Non solo. Nel mio caso, oltre ai colori scuri, un problema grosso è il tipo di fibra usato per l’abbigliamento. Tutto quello che è sintetico mi dà fastidio, provocandomi prurito e creandomi sulla pelle foruncoli e secchezza.

Uno potrebbe dire: che problema c’è?
Il problema c’è, eccome! In prevalenza d’inverno. Non riesco a trovare collant di cotone visto che sono sempre  composte con un misto poliammide.

Le commesse della mia città mi hanno spiegato che si tratta di un problema di elasticità.

Chissà perché fino a qualche tempo fa però le producevano in cotone ed elastane e allora non avevano problemi di elasticità?

Io credo con un po’ di malizia che ci sia un problema di risparmio: le fibre naturali costano di più.

All’inizio della mia convivenza con le allergie grandi catene di abbigliamento producevano maglie a manica lunga in puro cotone: ora invece sempre più spesso solo in viscosa (o misto viscosa) e a me – manco a dirlo – anche la viscosa fa lo stesso effetto del poliammide e dell’acrilico.
Idem per la maggior parte dei maglioni: il 100% lana sta diventando merce sempre più rara. Non vi dico per trovare sciarpe e guanti.

Il mio abbigliamento si sta riducendo drasticamente.

Quando trovo qualche capo che fa per me, ne compro più d’uno e uso sempre quelli.
Sono tre anni però che non indosso una gonna d’inverno, visto che senza collant è un’impresa uscire di casa in pieno inverno. Ho provato a chiedere anche a una fashion blogger se conosceva il nome di qualche stilista sensibile a chi come me ha bisogno di fibre naturali al 100%, ma pare che al momento in pochi sentano quest’esigenza (i prezzi sono esorbitanti).

Bisogna armarsi di santa pazienza e leggere tutti, ma dico tutti, i cartellini e incrociare le dita. Come dicevo altrove, essere allergici significa diventare degli investigatori sui generis.

Se doveste trovare abiti che fanno al caso mio non esitate a segnalarmi la marca a vivereconleallergie@gmail.com.