E’ inutile nascondersi dietro un dito, ma più approfondisco l’argomento “allergie” leggendo saggi sempre più aggiornati e più emerge un collegamento diretto tra sistema immunitario alterato ed emotività.
Questo non vuol dire sottovalutare l’aspetto allergologico, quanto piuttosto andare in profondità nel nostro Io e capire cosa e quando possa aver influenzato la nostra reattività.
L’ultima occasione per riflettere sull’argomento è la seguente citazione: “Gli stessi studi di Rita Levi Montalcini, che ha ottenuto il Nobel per la Medicina nel 1986 per i suoi lavori sul NGF (Nerve Growth Factor), hanno documentato che questa sostanza “allergizzante” viene prodotta nell’organismo anche in risposta a situazioni emotive in cui viene messa in discussione la sopravvivenza delle proprie consuetudini vitali.
Come ha meravigliosamente spiegato durante il Congresso europeo di Allergologia, nel 2001 a Berlino, in una lezione tenuta da sette premi Nobel in contemporanea, l’organismo produce NGF quando passa attraverso situazioni in cui cambiano le proprie priorità vitali. Lei le ha chiamate situazioni di Danger of vitality, citando, ad esempio, lutti, tradimenti, disamori, disillusioni, traslochi, mobbing, gravidanze o all’opposto, l’assenza di gravidanze o altre situazioni in cui l’organismo, inteso in senso olistico, non si riconosce più. La citochina NGF determina un incredibile aumento della reattività allergologica e la risposta allergica di una persona diventa evidente come quella di una luce di emergenza (rossori, orticaria, chiazze cutanee, dermatiti, ecc.) a testimoniare uno stato generale di squilibrio complesso e articolato, al quale occorre prestare attenzione.”
(tratto da Come una pentola a pressione* di A F. Speciani e G Piuri, Tecniche nuove 2013).
Facile leggerlo, meno chiaro è il percorso a ritroso per capire quali reali situazioni di Danger of vitality hanno impresso nelle nostre cellule un segno così indelebile, soprattutto se, come nel mio caso, l’origine delle proprie allergie risale alla notte dei tempi.
A conferma di quanto sto scrivendo oggi, due persone diverse con problemi di salute cronici differenti dalle allergie mi raccontavano che il sorgere della loro malattia è coinciso con uno shock emotivo importante (nel primo caso caso una brutta notizia riguardante il figlio, nel secondo caso la malattia del padre). Potrebbe essere una strada da percorrere complementare al controllo tradizionale dei sintomi classici dell’allergia.
Negli ultimi anni è molto più facile avvicinarsi alle pratiche olistiche, grazie a libri, siti internet, blog ed esperti del settore. Mi piace documentarmi e sono sicura che ritornerò a parlare dei miei percorsi allergici-olistici, segnalando i passi in avanti o, con onestà e la coda fra le gambe, gli eventuali ripensamenti.
Certo, è più semplice prendere un antistaminico (cosa che al bisogno sono la prima da assumere), ma non escludo la voglia di scavare più a fondo in me stessa e chissà che questo non mi possa aiutare.
E voi, cosa ne pensate? Avete suggerimenti da darmi?
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