Caro ristoratore, sono una persona allergica (oltre che uno dei molteplici motivi per cui a partire dal 13 dicembre sarai costretto ad indicare – non è ancora specificato come dal Reg. 1169/2011 – gli ingredienti che potrebbero causarmi una reazione allergica).

Lo so, tu ami il tuo lavoro. Sei un creativo, oltre che un professionista. La mattina ti svegli e hai voglia di creare il piatto del giorno, con quel pizzico di non so che di speciale. Unico. Ti immagini già il tuo cliente ideale seduto nel ristorante che viene appositamente per gustare quella prelibatezza. E perché no? A pagarti profumatamente, non solo per gli ingredienti selezionati da te personalmente, ma per il loro mix ineguagliabile che solo tu oggi sei riuscito a produrre.

Lo so, il tuo lavoro è bellissimo. Insomma prendi le persone per la gola. Non so se rendo? E’ affascinante andare al mercato e scegliere i prodotti migliori – perché tu non badi a spese – il piatto speciale deve pur chiamarsi così per qualche motivo, no? Ti devi distinguere dalla concorrenza. La tua specialità ti fa ricevere stellette (e clienti in abbondanza). TripAdvisor servirà a qualcosa, no?

Lo so, c’è la crisi. I ristoranti chiudono, o, se non chiudono, non vivono proprio il loro momento d’oro. Nemmeno il sabato sera ormai. E poi ci sono i tuoi dipendenti. Hai fatto il grande passo e sei passato dalla ristorazione a conduzione familiare a una cosa un po’ più grande, tipo matrimoni, comunioni e feste a tema. E’ dura, lo so.

E poi arrivo io. La rompico&$ioni di turno. Proprio oggi, che sentivi quell’estro creativo già questa mattina! E ti scandaglio il menù.

– Com’è fatta questa tartare di tonno?

E pensi: Con il tonno, ma che domande sono?, ma non lo puoi dire ad alta voce. Sono una cliente, giusto?

Voglio dire, che altri ingredienti ci sono oltre al tonno?Perché io sono allergica, ma non sono stupida e mi rendo conto di quello che tu stai pensando. E non credere che non mi imbarazzi chiedertelo.

– Solo tonno.

– Mi raccomando, ti specifica mio marito, mia moglie è allergica… – E non aggiunge altro perché non è che io sono allergica a una cosa sola. Sono un cocktail di allergie. E usciamo a cena fuori raramente, proprio per evitare l’imbarazzo di fare l’interrogatorio al cuoco o dover pagare per qualcosa che non posso mangiare o per evitare di rimandare in cucina un piatto che non posso sfiorare.

Ovviamente il tonno arriva, ma c’è il prezzemolo. Io sono allergica al prezzemolo. C’è qualche pinolo sparso sul piatto e un paio di pomodori pachini che sgocciolano verso il centro del piatto dove torreggia il tonno. E’ inutile che ti dica che sono allergica anche a quelli. Solo il tonno, eh? Purtroppo solo il tonno non è bello da presentare. Sembra così nudo senza un po’ di verde, un po’ di rosso e qualche pois beige, vero?

Caro ristoratore, io rischio la vita. Non è la tua, lo so. Io ci tengo, sul serio. Io non voglio romperti le palle. Io faccio parte, aimé, di quella nutrita schiera di consumatori che nel momento in cui tratterai con i guanti bianchi proprio perché li capisci diventeranno degli appassionati canali di pubblicità per la tua attività commerciale. Saranno degli habitué dei tuoi sabati sera. Entreranno nel tuo ristorante tranquilli perché sapranno di potersi fidare di te. Non è facile fidarsi per noi allergici, sai?

Per te che puoi mangiare tutto, sembra impossibile che per noi allergici una cosa banale come mangiare tutto sia invece un concetto astratto. Invece è così, per me. E non serve una quantità industriale di sugo per farmi stare male. Ne basta poco. Aggiungici che io sono grande e posso capire. Immagina se fosse tuo figlio ad essere allergico. Lo so, non vuoi nemmeno pensarci. Nemmeno io, se è per questo. Non vorrei mai e poi mai che i miei figli provassero quello che vivo io a causa delle allergie. E sai una cosa? I miei equilibrismi mi accompagnano ovunque. Non solo nel tuo ristorante. Sempre. Tutti i giorni. Tutta la giornata.

C’è di peggio, mi dirai tu. Hai ragione ed è il motivo per cui sono ottimista che il Reg. 1169/2001 non verrà vissuto da te e da tutti i tuoi colleghi che lavorano per preparare piatti squisiti come una cattiveria nei vostri confronti.

Grazie per avermi ascoltata e buon appetito.