Buongiorno e bentrovate a tutte! Come siete state? Cosa avete fatto di bello? La mia pausa estiva è stata lunga, ma ho sentito nostalgia di questo giardino d’inverno. Anche se non siete curiose vi racconto cosa ho fatto in questo periodo di assenza virtuale.
Tanto per cominciare ho lavorato. Ho lavorato tantissimo, nonostante il caldo (e quest’anno ce n’è stato davvero molto). Iniziare a lavorare in una biblioteca nuova per me vuole dire una cosa sola: riordinarla! Voi penserete che sono pazza, ma in verità lo sono davvero (ma anche no). Non ne ho mai parlato qui nel mio giardino d’inverno, ma fare il bibliotecario è più faticoso di quanto si possa pensare. Si tende a idealizzare questa professione pensando che si passi la giornata a leggere. Magari! Niente di più falso. In realtà i libri da leggere sono il lavoro che qualche volta (spesso) il bibliotecario si deve portare a casa ;)!
Comunque, per conoscere una biblioteca nuova ci vuole solo una cosa: coraggio e tanta pazienza. Non sono sufficienti le banche dati o i cataloghi online se prima non conosci il “tuo” patrimonio (polvere compresa, eh!) e per conoscere quel patrimonio devi semplicemente tirarti su le maniche e metterlo in ordine. Un lavoro piuttosto arduo sul piano fisico (e psicologico, qualche volta).
La fortuna vuole che tra le innumerevoli allergie, alla voce “mi manca” compaiano proprio gli acari della polvere. Così, con l’energia che un nuovo lavoro porta con sé, ho macinato metri e metri di scaffalature perché avevo un obiettivo: andare in vacanza sapendo che era tutto in ordine e le mie meningi potevano elaborare la quantità di titoli che avevo preso tra le mani. Apro una piccola parentesi: chiedere ad una bibliotecaria di mettere solo in ordine è riduttivo, visto che spesso e volentieri si ferma davanti a una copertina, al libro di un certo autore o di un particolare argomento. Della serie: ho una lista di saggi da leggere che non avete idea.
Le ferie sono state di conseguenza all’insegna del massimo riposo fisico, che per me ha voluto dire dare una parvenza di ordine a casa e andare al mare. Ho minacciato marito e figli di non chiedermi altro. Purtroppo il rientro in biblioteca è coinciso con una nuova apparizione (sì, apparizione – avete letto bene – perché cominciavo a non “ricordarmelo” più): prurito intensissimo agli occhi per tre giorni.
Sapete che da quasi un anno, nonostante le mie allergie, ho ricominciato a vivere con una certa rilassatezza insieme al mio sistema immunitario. Quindi non era previsto niente di simile. Tuttavia sono stata un po’ meno drastica rispetto ad una volta (fino a qualche anno fa avrei eliminato dalla mia dieta di nuovo tutto quello che negli ultimi mesi sono riuscita ad inserire) e a valutare con calma la situazione. Da qualche mese soffro di un dolore persistente sotto la pianta di un piede. Ho cambiato scarpe, ho smesso di fare yoga, ho fatto i raggi e per finire un’ecografia dalla quale è emerso il fatto che io abbia subito un trauma (di cui non ho ricordo). La mia dottoressa mi ha consigliato una pomata per aiutare la guarigione che non fosse a base di anti-infiammatori. Come spesso mi accade mi lascio condizionare dall’aggettivo “naturale” per un prodotto, che, come suppongo, non era così “naturale” per me.
Ho cambiato le lenzuola, ho smesso di mettere la pomata e voilà: tutto si è risolto.
Ammetto che ho avuto la tentazione di prendere un antistaminico per via orale, ma non l’ho fatto. Non avevo voglia di rovinarmi la media;).
Insomma, ci ho scherzato un po’, ma in verità ho abbassato la guardia. Non avrei dovuto farlo, perché le allergie sono pronte a farsi vive.
E voi? Raccontatemi le vostre vacanze!