Non c’è niente di più odioso di chi, non essendo allergico, ti accusa indirettamente di scegliere di esserlo allergico.
Non so se è capitato anche a voi, ma a me è successo che una persona, naturalista convinta – non che io non lo sia -, mi dicesse che le mie allergie fossero convinzioni esclusivamente personali e che se domani mi svegliassi convinta di stare bene, non sarei più allergica.
Non sono una persona così chiusa da non capire che la psicologia giochi un ruolo importante nella vita e non solo con le allergie (anche se sfiderei chiunque a provare, per un paio di volte solo, la sensazione della gola che si chiude, e poi ne riparliamo di che cosa sia il panico), ma per natura sono anche consapevole che ognuno di noi è diverso, bello e unico.
Non mi piace che si giudichi il fatto che io sia allergica. Ammetto che qualcuno possa farlo, ma solo se non mi viene ripetuto ad oltranza.
Penso anche che ad un certo punto delle vita, convinzioni o meno, c’è che devo ammettere che io sono allergica e accettarlo. Mettere la testa sotto la sabbia, non cambia il fatto che io stia male se non rispetto delle semplici regole quotidiane, che si tratti di dieta, di contatto per la pelle o altro.
Io sono allergica a tante cose, ma questo non fa di me una persona diversa o scoraggiata nella vita. Il fatto che io sia sempre allerta è un problema mio – che poi per me non è problema -, che non deve necessariamente interessare nessun altro.
Non pretendo che l’allergia possa coinvolgere emotivamente chi allergico fortunatamente non è, ma non mi piace nemmeno essere considerata una pazza perché “credo” di essere allergica.
So di apparire troppo diretta – ne sono consapevole -, ma purtroppo i fanatismi, le ricette fai-da-te, la tuttologia fa un po’ parte di questi tempi. Tutto dev’essere bianco o nero. Io sono Grigio Armani e allergica e se va bene per me, non vedo dove stia il problema per gli altri.

6 COMMENTS

  1. Mia nonna non ha mai creduto alla mia intolleranza al lattosio. Mi faceva la bistecca con il burro (di nascosto), io stavo male e lei negava.
    L’ultima volta mi ha chiesto se a pranzo da lei mangiavo le lasagne. “Metto poco formaggio. Ma se ne mangi solo un po’ non ti fa male”.
    E il glutine, dove lo mettiamo.
    Devo dire che gli inviti a cena sono drasticamente calati. Però quando organizzo le cene qui a casa, non rifiutano mai.
    Chissà perchè.
    Prendiamola a ridere va. 😉

    • Ridere è l’unico modo per convivere con certi limiti (che poi chissà, forse limiti non sono ;D!).
      Vivere con le allergie dal mio punto di vista mi dà una certa sensibilità nei confronti di chi sta male.

  2. Quante volte capitano questi discorsi!
    Per fortuna a un bambino nessuno ha il coraggio di dirlo. O per lo meno, finora non mi è mai successo, ma è passato pochissimo tempo.
    Ma a mio marito, per la sua malattia, sì, eccome.
    Per la stanchezza e il dolore cronico, come se fosse un fatto mentale.
    Gliela sbatterei in faccia la risonanza magnetica, se solo avessi voglia di portarmela dietro.

  3. E’ proprio vero, finquando non lotteremo per i nostri diritti come hanno fatto i celiaci penseranno sempre che sia una cosa inventata, a volte persino i medici dicono che sia una malattia che non esiste, psicologica.A me è successo tantissime volte che a tavola mi additassero come quella che fa i capricci a differenza di x,y, z che invece sono delle buone forchette, discorsi davvero idioti!Probabilmente non immaginano quanto sia brutto uno shock anafilattico…

    • Sono passati parecchi anni da quando ho cominciato ad essere allergica diagnosticata con dieta apposita, ma le cose sono uguali dal punto di vista di chi sta bene. Purtroppo le persone allergiche sono in crescita. Prima o poi la sensibilità e il rispetto prevarrano, che dici :D!?

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