Nel mio giardino d’inverno mancava una voce importante, utile per chi di voi mi segue da tempo e anche per la sottoscritta, ed è quella dell’allergologo. Sono felice quindi oggi di ospitare il contributo del dottor Filippo Fassio, che sono sicura in molti già conosceranno come curatore del blog L’allergologo.

Ho 45 anni e da sempre vivo in compagnia delle allergie. Una volta non erano così conosciute (parlo degli anni ’70 quand’ero bambina io). Secondo te perché sono aumentate? Perché siamo più fragili? O quali possono essere le cause?

L’aumento delle allergie è un fatto ormai documentato, soprattutto nei Paesi industrializzati. Tra le numerose ipotesi che sono state fatte, quella ancora oggi più accreditata è la cosiddetta “ipotesi igienica”, formulata ormai una trentina di anni fa dal Dr. David Strachan. In particolare questa teoria – poi in parte rivista alla luce degli aggiornamenti scientifici – sostiene che in una società dove ci si ammala meno come la nostra, è più facile che il sistema immunitario “devii” verso una deriva allergica. A livello biologico sappiamo che nei soggetti allergici predominano le risposte immunitarie con particolari linfociti chiamati “Th2”, e un basso numero di infezioni può favorire questo tipo di risposta immunologica. Quindi ambienti più puliti, case con meno occupanti (e quindi meno ricircolo di batteri e virus tra i fratelli), ricorso agli antibiotici, ecc…sono tutti fattori che favoriscono in un certo senso le allergie.

– Ci sono vari tipi di allergie, più o meno invasive nelle vita di tutti i giorni: secondo la tua esperienza di medico quali sono le più insidiose e come suggerisci ai suoi pazienti di comportarsi?

Le allergie dipendono sempre dall’interazione tra il sistema immunitario del soggetto e il contatto con un allergene. Nella mia esperienza, è veramente difficile – forse impossibile – generalizzare e applicare rimedi “standard” a due soggetti con forme allergiche a prima vista anche abbastanza simili. Indubbiamente gli allergeni che possono causare maggiori problemi sono quelli in grado di scatenare reazioni gravi (anche fatali, come lo shock anafilattico) e quindi gli alimenti, i farmaci ed il veleno degli insetti. Ma non è semplice convivere con nessuna allergia, anche quelle che non mettono direttamente a rischio la vita. Il mio consiglio è quello di percorrere insieme al proprio allergologo di riferimento un percorso per gestire al meglio queste problematiche. Purtroppo non sempre possiamo “guarire” nel senso più pieno del termine, ma si possono sempre più spesso gestire queste forme allergiche con terapie ben tollerate e sempre meno limitazioni nella vita quotidiana.

– Nel mio caso specifico le reazioni allergie tendono a peggiorare nel tempo e, di controllo in controllo, il numero delle mie allergie stanno aumentando e peggiorando. E’ la norma oppure, di solito, con il passare del tempo succede l’opposto? In buona sostanza, di allergie si può guarire?

E’ vero, è facile che le allergie tendano ad aumentare con il tempo, soprattutto nei bambini e nei giovani adulti. Poi con il tempo tendono a stabilizzarsi e possono un po’ diminuire più avanti negli anni. Questa non è necessariamente la regola per tutti, ma spesso funziona così. Per quanto riguarda la guarigione, se per essa intendiamo la scomparsa dei sintomi senza più il ricorso a terapie sintomatiche…questo non è un obiettivo facile. Nel caso di alcune allergie, ad esempio quelle respiratorie (pollini, acari della polvere, animali, ecc.) si possono effettuare terapie desensibilizzanti (i cosiddetti “vaccini”) che richiedono un po’ di tempo e di costanza, ma i cui effetti sono permanenti anche dopo il completamento della terapia. Questo è quanto di più vicino alla guarigione possiamo avere. E queste terapie funzionano molto bene, soprattutto in alcuni soggetti selezionati.

– Sono un’allergica sui generis: mi definisco un cocktali di allergie. Cosa consigli a chi come me ad un certo punto perde la bussola e fatica a trovare la causa delle sue reazioni?

Questo è un rischio molto comune quando le allergie e le reazioni sono molteplici. Il consiglio è quello di non lasciarsi tentare dall’attribuire ad ogni episodio necessariamente una causa scatenante. Perchè non sempre la reazione è dovuta all’ultimo alimento che si è mangiato o all’ultimo farmaco che è stato assunto. Mi è capitato non di rado di vedere persone che potevano avere reazioni anche spontanee e che nel tempo erano arrivati ad escludere dall’alimentazione quasi tutto (in un caso anche l’acqua!) perchè attribuivano gli episodi all’ultima cosa che avevano mangiato o bevuto. In questo, il supporto di un allergologo esperto può sicuramente essere d’aiuto.

– Ricorrere per lunghi periodi ai farmaci rischia di indebolire sempre più il sistema immunitario?

Ogni farmaco fa storia a sè, tuttavia ti direi che i farmaci che comunemente si usano per le allergie (quelli consigliati dalle linee guida internazionali) sono oggi molto efficaci ma anche ben tollerati, e praticamente non hanno effetti avversi significativi.

– Sei favorevole alle terapie alternative? Se sì, a quali? E perché?

Personalmente non faccio ricorso alle terapie alternative, nè come medico nè come paziente. Non sono quindi particolarmente favorevole, soprattutto perchè scientificamente non è mai stato dimostrato il loro ruolo. Al tempo stesso, non sono nemmeno contrario e non ho preclusioni se un mio paziente vuole seguire anche un percorso “alternativo”. In questi casi, mi assicuro sempre che tale percorso non possa essere controproducente (ad esempio per un soggetto allergico ai pollini i rimedi fitoterapici, che derivano dalle piante, non sono l’ideale). E tra i rimedi alternativi, alcune esperienze con l’agopuntura, anche nei soggetti allergici hanno portato risultati interessanti.

– Secondo te, se sì, quanto l’aspetto emotivo influenza sintomi e reazioni allergiche?

Dipende molto da persona a persona. E’ bene cercare di capire quanto l’aspetto emotivo influisce (anche se spesso è assai difficile), tuttavia non mi piace scorporare questo aspetto dal resto del problema, perchè direttamente o indirettamente ne fa parte. Il paziente allergico oltre ai sintomi “biologici” dell’allergia ha anche uno stato d’animo che riflette le esperienze passate e le paure per future reazioni, le difficoltà legate alle rinunce che deve fare nell’alimentazione e molto altro. E questo è un aspetto che deve essere considerato, e affrontato, insieme a tutto il resto. Quello che non sopporto, è quando i pazienti mi dicono che è stato detto loro che hanno reazioni “da stress”…perchè su nessun libro di medicina esistono le allergie da stress! E’ sicuramente vero che lo stress può influenzare le reazioni, a volte anche in maniera importante, ma non è mai l’unica causa. E comunque, dire al paziente che ha reazioni “perchè è stressato” serve solo a colpevolizzarlo di una situazione che già deve sopportare ogni giorno.

– Sono stata molto colpita da “Come una pentola a pressione” del dott. Speciani, edito da Tecniche nuove nel 2014, e dall’idea che lo svezzamento possa avvenire anche da grandi in caso di allergie. Nelle due volte in cui sotto controllo medico ho provato ad inserire nuovi alimenti, sono sempre dovuto tornare sui miei passi. La domanda allora è: cosa ne pensi della desensibilizzazione? Quando è possibile e quando no?

Anche in questo caso è veramente impossibile generalizzare. Non ho letto il libro a cui fai riferimento, ma mi riprometto di farlo nelle prossime settimane. Devo dire comunque che non mi ritrovo particolarmente negli scritti e nelle idee del Dr. Speciani, per quanto ho avuto modo di leggere, soprattutto perchè fa riferimento a tecniche diagnostiche non scientificamente validate. In particolare, ho letto diverse volte che supporta l’uso dei test basati sulle IgG per la diagnosi di intolleranze alimentari. Ad oggi questo è un approccio assolutamente sconsigliato dalla comunità scientifica (a questo link (http://www.eaaci.org/patients/diagnosis-and-treatment/non-validated-tests.html, in inglese, trovi la posizione ufficiale dell’Accademia Europea di Allergologia ed Immunologia Clinica, EAACI). Di conseguenza, ogni decisione terapeutica (anche dietetica) basata su una diagnosi incerta è a mio avviso sconsigliabile.

– Per finire, potresti suggerire ai lettori del mio giardino d’inverno virtuale qualche consiglio per vivere meglio con le allergie?

Posso consigliare di non arrendersi, perché oggi abbiamo veramente molte armi contro le allergie, e altre di più efficaci ne avremo di qui a pochi anni. Di affidarsi ad un allergologo di propria fiducia, perché da soli i rischi e le incertezze aumentano. Ma anche di vivere la propria salute (e le proprie allergie…) in prima persona, non delegando al medico ogni decisione, ma cercando di informarsi e di essere sempre attenti a quello che succede all’interno del proprio organismo. Nel mondo di oggi, dove reperire informazioni è diventato molto più semplice che in passato, un paziente ben informato ha sicuramente una marcia in più perché facilita notevolmente il compito del medico. Soprattutto in un campo come quello dell’allergologia dove le manifestazioni cliniche derivano dall’interazione tra l’organismo e l’ambiente esterno. Chi meglio del paziente può conoscere l’ambiente in cui vive, l’aria che respira a casa o al lavoro, ciò che mangia?
E personalmente sono un grande sostenitore del ruolo del web nell’aiutare i pazienti ad informarsi. In questo caso bisogna sempre stare attenti a selezionare bene le notizie e le fonti, perché come sappiamo non tutto ha lo stesso valore, ed in mezzo a notizie utili e preziose troviamo anche tante falsità, dette in buona fede da chi non sa di cosa sta parlando, oppure – peggio ancora – da persone in malafede che tentano di speculare sulla salute altrui.

Grazie del tuo prezioso contributo.

Ecco i suoi riferimenti.
Dr. Filippo Fassio, Medico Chirurgo – Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica
Dottore di Ricerca in Medicina Clinica e Sperimentale
Blog sulle Allergie: www.allergologo.net
Editor-in-Chief Allergia e Salute: www.allergiaesalute.it