Sono riuscita a scoprire il nome e il cognome di tutte le mie allergie e a curarle per quello che erano solo a partire dal 2000, quando avevo la “veneranda” età di 30 anni. Non sono tanti, certo, ma sono abbastanza per permettere al mio sistema immunitario di fare il bello e il cattivo tempo sulla mia esistenza troppo a lungo. Le motivazioni? Negli anni ’70, quand’ero ancora una bambina, non se ne sapeva molto di allergie (essere allergica a una molteplicità di sostanze, senza sapere bene quali, non mi hanno permesso di crescere con la massima serenità…). Alla fine degli anni ’80 presumo che di allergie, almeno i medici curanti, qualcosa cominciassero a saperne, ma il mio si accontentava di prescrivermi antistaminici random, senza cercare le vere cause scatenanti. Per puro caso con l’inizio del nuovo millennio mi sono trasferita nella mia città di adozione dove una mia collega mi ha consigliato l’allergologa che – con alti e bassi – da sedici anni mi segue.

Quando i miei figli (i primi due) in occasioni diverse hanno avuto delle reazioni allergiche, il pediatra ha ritenuto di non approfondire le cause. Priva di una sua prescrizione, ho “bypassato” le sue indicazioni e ho portato i bambini – a pagamento – dalla mia allergologa. Lo so cosa state pensando. Ho poche certezze nella vita, ma una reazione allergica sono in grado di riconoscerla, a dispetto del pediatra che stimo al 100%.

Tutto questo pistolotto più o meno nostalgico ha un motivo perché da ora, se avete problemi a farvi prescrivere gli esami allergologici dai pediatri/medici di base indispensabili per una diagnosi tempestiva e per una corretta gestione nel tempo della patologia, ci viene incontro con la Circolare del Ministero della Salute del 25 marzo 2016 che contiene indicazioni per i medici prescrittori e per i medici specialisti, e chiarimenti su alcune prestazioni, anche allergologiche.
Ecco in sintesi cosa dice:
Per quanto concerne le indagini allergologiche, nella attuale fase sperimentale, indagini di base, costituite da non più di 12 IgE specifiche per allergeni, possono essere prescritte direttamente dal medico di medicina generale o dal pediatra ferma restando la possibilità per i medesimi professionisti di eseguire direttamente tali indagini cutanee.”

In pratica, il pediatra/medico di base può prescrivervi le analisi delle IgE specifiche volontariamente, senza intasare le già piene liste di prenotazione per le visite specialistiche. Quindi in caso di difficoltà vi consiglio di stampare e presentare al vostro medico la circolare ministeriale che trovate qui e sottoporgliela.

Approfitto per suggerirvi, come spesso ci ricorda Cibo Amico Allergie alimentare e Anafilassi, che la diagnosi di allergia deve essere rivalutata nel tempo, con le indagini cliniche e le visite mediche che il vostro pediatra/medico di base riterrà opportune.