– Ciao!
– Com’è andata oggi?
– Poteva andare meglio. A te, invece?
– C’è una cosa… Non indovinerai mai!
– Qualche festa di compleanno dei bambini?
– Quasi…
– No, ti prego!

Qualche sera fa mio marito ed io stavamo caricando la lavastoviglie insieme. O meglio lui la carica (mentre io sparecchio la tavola) perché sostiene di saperlo fare meglio di me. Io gli accordo volentieri il primato, fin tanto che mi aiuta in casa. La novità eccitante che aveva da condividere riguardava una cena alla quale era stato invitato come ospite d’onore e dove l’avrebbero aspettato in compagnia della moglie.
Lui pensava di farmi una bella sorpresa.
Io non l’ho presa bene. Allergie e inviti a cena a sorpresa non sono un connubio ideale per me in questo periodo.
Per me è scattato l’automatismo: cena in casa, ospiti di persone sconosciute, che si daranno da fare per cucinare piatti che non potrò mangiare. Risulterò scortese se non mangio. Potrei ricorrere ai farmaci in via preventiva, ma il giorno successivo avrei avuto appuntamento per la visita di controllo con l’allergologa (almeno nei dieci giorni precedenti non potevo assumere antistaminici per verificare con i prick l’andamento delle mie allergie) e quindi dovevo stare lontana dalla mia pochette dei medicinali salva-paura.
La mia risposta è stata: – Non vengo!
Mio marito è un uomo razionale, ma di fronte alle mie rimostranze si è arrabbiato. Molto. In modo pacato, ma abbastanza da farmi sentire in colpa.

Mi ha lasciato cuocere nel mio brodo e non ha più affrontato l’argomento per una settimana. Speravo di averla fatta franca.
La domenica successiva dopo la colazione se ne è uscito: – Se un lettore di Vivere con le allergie ti raccontasse di un invito a sorpresa, cosa gli consiglieresti di fare?

Ho la testa dura, quindi, senza dargli la soddisfazione di aver colto nel segno ho chiesto alla baby sitter se sarebbe stata disponibile a tenere i bambini per la serata inconsueta. In fondo speravo che mi dicesse di no, per poter dare “la colpa” a lei, ma lei che più che una tata è una persona di famiglia mi ha risposto che sarebbe venuta volentieri. Anzi, ha pure aggiunto: – Che bello! Dovreste farlo più spesso!

Con lo stomaco aggrovigliato e una paura terribile sono andata alla cena (portandomi da casa un paio di mozzarelle di scorta – ditemi se si può?). Mio marito si era accordato affinché la padrona di casa fosse a conoscenza delle mie difficoltà.

Volete sapere com’è andata a finire? E’ stata una delle cene di pesce più buone che io ricordi e che abbia potuto mangiare. Orata lessata con un filo di olio in gran quantità. La compagnia è stata ottima e come Cenerentola a mezzanotte sono rientrata a casa con la testa tra le nuvole, felice, leggera e al posto della scarpetta ho dimenticato il contenitore con le mozzarelle da qualche parte.

Tutto è bene quel che finisce bene.

Visto che è l’8 marzo, auguro a tutte le lettrici – allergiche o meno – una felice festa della donna.