Le allergie sono come le sorellastre di Cenerentola. Bastarde e brutte.

E’ inutile girarci intorno, ma alla fine di un’estate 2014 che estate lo è stata davvero poco, la mia conclusione è la seguente. Con-vivere con le allergie è difficile.

E’ difficile quando devi fare la spesa e passi al setaccio ogni nuova confezione nella speranza che abbiano inventato l’alimento perfetto per te, allergica al nichel, ma anche a enne alimenti specifici o che danno reazione crociata con altre allergie che ti perseguitano da 15 anni.

E’ difficile quando vai dal parrucchiere o dall’estetista che ti assicurano che no, non ci saranno problemi – o non ci sono mai stati problemi con quel determinato prodotto – e tu ci caschi come una principiante – e gli credi (ma non mi freghi più eh) e ringrazi Mr. Cortisone che vive in simbiosi con te e la tua mega-borsa.

E’ difficile quando ogni sera nell’ultimo mese, o quasi, sei invitata (o meglio lo sono i tuoi tre figli) a una festa-cena e tu lo sai già che farai la figura della stronza (sia che tu dica che no, che non potrai andarci, sia che tu ci vada e non possa mangiare nient’altro che un bel bicchierone d’acqua per stare sicura).

E’ difficile quando nell’ultimo anno ti sei illusa di poter introdurre qualche nuovo alimento, perché non ce la facevi più a mangiare le solite cose e hai fatto finta di credere che quel mal di pancia persistente dipendesse da altro che non fosse il nichel. E, no, nonostante il tuo stipendio sia andato in pilloline magiche omeopatiche, non c’è niente di meglio che tornare al rigore di un tempo. E’ difficile – difficilissimo – tornare a quel rigore, perché dopo che hai cominciato a riassaporare qualche frutto, oddio, quant’è difficile rinunciarvi.

Una volta, la mamma di un bambino super-allergico alla quale avevo chiesto di raccontarsi su Vivere con le allergie mi ha detto che lo avrebbe fatto solo se le avessi posto delle domande nuove, perché delle allergie ne aveva le scatole piene. Non ho trovato delle questioni nuove, perché le domande (e le risposte) sulle allergie sono sempre le stesse. Perché le allergie sono davvero bastarde e brutte, come le sorellastre di Cenerentola!

La verità è che non esiste una regola aurea su come difendersi dalle allergie da un punto di vista umano. Ci sono giorni in cui va tutto bene (e sono di solito i giorni in cui il sistema immunitario ha stipulato una tregua con la tua mente e con il tuo fisico) e ce ne sono altri in cui la guerra è aperta. La quotidianità non aiuta. Come persona adulta e donna mi accorgo che tutta una serie di messaggi che passano su giornali, riviste, tv, internet cozzano con il mio essere allergica. Ovunque si parla di cibo e ricette, per esempio. Anche se cerchi di non pensarci, mangiare pare essere il centro dell’universo. Ché poi lo è – ci mancherebbe -, ma non in maniera compulsiva come il mondo fuori vuole farmi intendere, che però lo diventa alla fine, per negazione. Posso solo immaginare cosa voglia dire tutto ciò per un bambino allergico.

Perché, alla fine, allergia vuole dire privazione. Dopo un po’, non ne puoi più! Succede di sentirsi così. Ancora dopo 15 anni di allergie, succede. Vivere con le allergie ne è la prova: convivere con le sorellastre è sempre litigioso e antipatico. L’allergologo, per quanto dotato di armatura e cavallo bianco, non è il Principe Azzurro che ti salverà da tutto ciò. Anche se devo ammettere, se non fosse per il mio (che poi è una mia) forse non sarei qui a scriverne. Ahah!

Un abbraccio speciale a tutti gli allergici meteopatici come me :).