Essere allergici al nichel vuol dire fare una dannata fatica a trovare dei dolci buoni e adatti alle nostre esigenze. Se poi, come me, le farine consentite sono pochissime (ri-comincio a dubitare anche della farina 00, cavolo!) rimane davvero ben poco, aimè!

Allora mi sono messa a riflettere su un paio di questioni.
La prima è che il cibo è sopravvalutato. Sì, ok. In verità lo dico più a me stessa che a chi mi legge. Eppure le allergie diventano decisamente più antipatiche quando prendono posto a tavola, insieme a noi.
La seconda è che spesso sono troppo pigra per cercare di accontentare il mio palato delicato.

Poi succede per caso (o anche no, visto che si trattava del nostro anniversario di matrimonio) che io sia riuscita ad andare a cena fuori con mio marito da soli (ed è un vero evento con tre figli piccoli) in un bellissimo ristorante specializzato in cucina di pesce. Arrivata alla fine della cena perfetta, è arrivato il cameriere con la lista dei dolci. Ero già pronta a dire “No, grazie” quando l’occhio mi è caduto sulla crème brûlée.

Ho chiesto immediatamente la ricetta (in realtà, volevo solo essere rassicurata che non ci fossero farine o liquori tra gli ingredienti) e me la sono gustata fino all’ultimo cucchiaino. Deliziosa, credetemi!

Non vi nascondo che ho chiesto il bis :).

Il giorno dopo mi sono precipitata (e non sto scherzando!) su internet alla ricerca della ricetta perfetta. Ne ho trovate diverse su Giallo Zafferano, su Green Style e su La cuochina sopraffina e alla fine mi sono messa alla prova.

Gli ingredienti sono davvero pochi e tutti nichel-consentiti: latte, panna fresca, uova, zucchero e vaniglia. Non ho la certezza che la vaniglia sia proprio-proprio sicura al 100% . Inoltre ho preferito utilizzare lo zucchero raffinato, anziché quello di canna. Nelle ricette gli esperti di cucina consigliano contenitori mono-porzione. Io ho azzardato con un padellino più grande, ma il risultato è stato strepitoso. Unica nota dolente: ci vuole un sacco pazienza ad aspettare che sia pronta.

Vi è venuta voglia di sperimentare questo dessert, vero? Insomma, allergia al nichel e voglia di crème brûlée sono il nuovo tandem che mi accompagna per l’estate.