Tra allergici ci si riconosce.
Tra allergici sottoposti a dieta è amore a prima vista.
In un mondo in cui tv, giornali, web o anche solo passeggiando per strada si parla o viene venduto cibo l’allergico alimentare si sente una pecora nera.
Mangiare è un vero percorso a ostacoli.
Mi reputo una persona abbastanza razionale, almeno per quanto riguarda la mia salute, per cui quando il mio medico mi ha messo a dieta (nel senso di poter mangiare solo certi alimenti e di quelli farne una bella scorpacciata!) non ho avuto problemi. L’ho fatto. Punto.
Per me è stato facile perché il benessere che la privazione di certi alimenti mi deriva(va) era il male minore. Senza quegli alimenti stavo meglio.
Mi succede spesso di incontrare persone che invece non riescono proprio a stare a dieta.
Qualche eccezione è consentita, purché sia qualche.
Se la normalità è non riuscire ad evitare cibi che ci fanno male allora può essere un problema.
Anche io nel corso degli ultimi 13 anni ho avuto dei periodi in cui facevo fatica psicologicamente ad accettare i miei limiti alimentari.
Non aiutava chi mi diceva: – Ma tanto, l’hai sempre mangiato!
Oppure: – Ma come fai, io non ce la farei!
O anche: – Ma quand’è che la finisci di stare a dieta?
Io ho risolto il problema prendendo carta e penna.
Invece di appuntarmi tutto quello che non potevo mangiare, facevo l’elenco delle cose che potevo mangiare.
Se io dico che non posso mangiare niente al di fuori di carne, pesce e latticini è un conto. Già mi sento depressa, no?
Facendo l’elenco di tutti i tipi di carne (pollo, tacchino, manzo, vitello, coniglio, gallina, cappone, fagiano, prosciutto crudo…), di pesce e di latticini (latte, asiago, stracchino, casatella, parmigiano, primo sale, pecorino, caprino, yogurt) be’, la sensazione è diversa.
Così succede per qualsiasi tipo di allergia.
Io ho sempre cercato di focalizzarmi su quello che mi era consentito. Non il contrario.
Detto questo, non vuol dire che io sia magra.
Perché sì, sono a dieta, ma la mia dieta non è assolutamente dimagrante e in tempi di “prova costume”, forse male non farebbe.

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